L’INCUBO DELLA LEGA: NON POTERSI SPENDERE LA PALLA DEL FEDERALISMO FARLOCCO IN CAMPAGNA ELETTORALE
NELLA COMMISSIONE SULLA RIFORMA FEDERALISTA E IN QUELLA SUL BILANCIO MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE SONO ALLA PARI, IL GOVERNO NON HA I NUMERI… LA LEGA CHIEDE IL VOTO PERCHE’ LA MAGGIORANZA NON E’ PIU’ TALE E LA RIFORMA PATACCA RISCHIA DI FERMARSI
Federalismo o voto?
Berlusconi si trova “in trappola”, stretto tra i numeri risicati della sua maggioranza e l’ultimatum della Lega.
Anche ieri sera ha rassicurato Bossi che “tutto andrà bene”, che “non ci saranno problemi, soprattutto sui tempi”, ma neppure lui ormai lo può garantire.
Perchè l’iter del federalismo rischia la paralisi almeno in due delle tre commissioni chiamate a esprimere un parere se l’opposizione dovesse fare fronte comune.
Nella commissione bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale c’è una situazione di sostanziale parità tra gli schieramenti.
Il Pdl può contare su 11 parlamentari, la Lega su tre.
Con loro si potrebbe schierare Helga Thaler dell’Svp, per un totale di 15 voti su trenta.
Altrettanti voti avrebbe sulla carta il fronte anti Berlusconi.
Fino ad oggi i partiti dell’opposizione non hanno avuto una posizione comune. Per esempio sul federalismo demaniale , l’Idv aveva votato a favore, mentre il Pd si era astenuto.
Contro si erano espressi Udc e Api.
Se l’opposizione si unisse, sul federalismo municipale si arriverebbe all’impasse.
Stessa situazione alla commissione Bilancio della Camera.
La maggioranza può contare su 24 deputati (17 del Pdl, 5 della Lega più Giampiero Catone e Bruno Cesario del gruppo misto che il 14 dicembre hanno votato la fiducia al governo).
E 24 sono anche i rappresentanti delle opposizioni: 15 del Pd e 2 dell’Idv, più 7 del terzo Polo (3 di Fli, 2 dell’Udc, 1 dell’Mpa e 1 di Api).
Nessun problema ha invece la maggioranza alla commissione Bilancio del Senato. Il Pdl ha 11 senatori e la Lega 2 per un totale di 13. Dodici invece sono i rappresentanti delle opposizioni.
In base alla legge 42 del 2009, che ha dato la delega al governo per l’attuazione del federalismo, tecnicamente l’esecutivo può comunque adottare i decreti attuativi (e la legge delega non decade anche in caso di elezioni anticipate) se le tre commissioni non si esprimono entro i 60 giorni previsti. Ma si tratta di un’estrema ratio che farebbe mettere di traverso forse anche Napolitano.
Una situazione traballante.
Che ha visto i finiani uscire allo scoperto e proporre al Cavaliere un “patto di legislatura”: “Metta a punto 3 o 4 riforme fondamentali”, ha proposto Italo Bocchino, ma l’offerta è come se fosse caduta nel silenzio.
Il Cavaliere sa che i numeri che gli chiede Bossi non ci saranno (40 deputati in più). E per ora prende tempo.
Ma quando si tratterà si votare i provvedimenti in commissione, se l’opposizione sarà compatta, il federalismo patacca rischierà di arenarsi.
La Lega ha due possibilità : o riuscire a far passare un federalismo farlocco per poterlo spendere nella futura campagna o reclamare il voto contro chi ha bloccato la madre di tutte le patacche.
E’ la sceneggiata già scritta cui si assisterà nelle prossime settimane.
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