LA BANCA SVIZZERA CREDIT SUISSE PERDE IL 28% IN BORSA E RISCHIA IL CRAC, DOPO CHE IL PRINCIPALE AZIONISTA, SAUDI NATIONAL BANK, SI È OPPOSTO ALLA RICAPITALIZZAZIONE
LA PROFEZIA DI ROBERT KIYOSAKI (“CREDIT SUISSE SARÀ LA PROSSIMA A CROLLARE”) E L’AVVERTIMENTO DI LARRY FINK DI BLACKROCK
Il Credit Suisse amplia il calo in Borsa con il titolo che tocca il minimo storico, con il costo dell’assicurazione sulle insolvenze a livelli molto alti per gli investitori, dopo che il principale azionista Saudi National Bank ha escluso di aumentare la sua partecipazione a causa di vincoli normativi. I sauditi hanno escluso la possibilità di fornire supporto finanziario in caso ulteriori richieste di liquidità. A Zurigo le azioni della banca svizzera cedono il 28% a 1,59 franchi.
Le tensioni attorno alle banche e la fragilità della fiducia degli investitori sono brutalmente riemerse in superficie mercoledì mattina, con un crollo del titolo di Credit Suisse di quasi il 22% attorno a mezzogiorno.
A innescare il brusco movimento di Borsa è stato l’annuncio del principale azionista della banca, la Saudi National Bank, che ha annunciato di non pensare di ricapitalizzare la partecipata con ulteriori risorse. Proprio 24 ore prima Credit Suisse aveva comunicato che il suo revisore dei conti, PwC, ha identificato «debolezze sostanziali» nei controlli sulle sue comunicazioni finanziarie.
A differenza di Silicon Valley Bank, Credit Suisse non sembra oggetto – almeno in questo momento – di una corsa dei creditori e dei depositanti al ritiro delle proprie esposizioni.
Ma la fiducia del mercato è fragile e l’istituto ha dimensioni sostanziali: un bilancio con passività per 486 miliardi di franchi svizzeri (525 miliardi di euro) alla fine del 2022 e una capitalizzazione di Borsa ridotta ormai a soli 7 miliardi.
Gli spread sui «credit default swap» di Credit Suisse, derivati che assicurano sull’insolvenza di un debitore, sono saliti da 350 punti base (3,5%) all’inizio del mese a 565 adesso: il mercato sta facendo pagare di più l’assicurazione sull’insolvenza della banca. Il suo titolo azionario è già caduto del 39% dall’ultimo giorno di febbraio.
Il contagio di Borsa sulle banche è subito ripreso stamattina. Deutsche a metà giornata perde l’8,9%, Unicredit il 7,3% e Société Générale l’11,9%. Il contagio sul settore bancario covava sotto la cenere. E adesso è riemerso alla luce del sole, in attesa delle decisioni della Banca centrale europea e della Federal Reserve nei prossimi giorni.
E le parole di Larry Fink — amministratore delegato di Black Rock — agli investitori fanno pensare a ulteriori smottamenti in arrivo.
Fink — nella sua lettera, che è un appuntamento ormai consolidato, nel mondo della finanza — commenta il contesto in cui si trovano a navigare gli investitori: «Credo che l’inflazione persisterà», scrive, e «per i banchieri centrali, sarà più difficile domarla». E «ulteriore chiusure di banche» non sono da escludere, perché sono il frutto di «anni di denaro facile ».
(da agenzie)
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