LA CORTE DEI CONTI CONVOCA RENZI: “DANNO PER LA NOMINA DI DIRIGENTI”
IL PROCEDIMENTO SI RIFERISCE AL PERIODO IN CUI ERA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
Quattro direttori generali al posto di uno.
Con un rilevante aumento di spesa per la Provincia di Firenze negli anni compresi fra il 2006 e il 2009, quando a guidarla c’era l’attuale presidente del consiglio Matteo Renzi.
La Corte dei Conti vuole capire se l’ex presidente sia corresponsabile del danno erariale contestato dalla procura regionale: un danno rilevante, calcolato in 1 milione e 175 mila euro nella peggiore delle ipotesi e in 287 mila euro nella ipotesi meno grave.
La procura aveva escluso la responsabilità della giunta provinciale, per la distinzione di competenze e di responsabilità prevista dalle norme, non ritenendo presidente e assessori consapevoli dell’aggravio di spesa derivato dalla riorganizzazione della direzione generale.
Ma la Corte ha ritenuto necessario integrare il contraddittorio e ha ordinato l’intervento nella causa di Matteo Renzi, dell’ex assessore provinciale Tiziano Lepri e del dirigente dei servizi finanziari della Provincia Rocco Conte.
Che domani, mercoledì 24 settembre, dovranno personalmente, o tramite i loro avvocati, chiarire in udienza le loro rispettive posizioni.
Renzi è in America e certamente non sarà presente, ma il suo difensore dovrà spiegare perchè l’11 settembre 2006 l’allora presidente della Provincia attribuì le competenze di Direttore generale ai quattro Direttori centrali dell’ente, costituendo un collegio di direzione.
I quattro direttori erano Lucia Bartoli, Luigi Ulivieri, Liuba Ghidotti e Giacomo Parenti, attuale direttore generale del Comune di Firenze.
Secondo le accuse, ognuno di loro venne retribuito come un Direttore generale.
Oggi sono tutti e quattro a giudizio per danno erariale insieme con il segretario generale della Provincia Felice Strocchia.
Visto il rischio di una condanna a un pesante risarcimento, quattro su cinque hanno chiesto l’integrazione del contraddittorio: e cioè hanno sollecitato l’intervento in causa di tutti i soggetti che avevano concorso a cagionare il contestato danno erariale, in specie gli organi politici (presidente, assessore al personale e giunta) e il dirigente dei servizi finanziari, sottolineando che l’indirizzo volto alla riorganizzazione della Direzione generale risaliva alla sfera politica.
L’unico a dissociarsi dalla richiesta di estensione della platea dei convenuti (cioè degli imputati) è stato Giacomo Parenti, vicinissimo a Renzi.
La procura invece non si è opposta. E la Corte dei Conti ha deciso di chiamare in giudizio il presidente Renzi, l’ex assessore Lepri e il dirigente Rocco Conti.
(da “La Repubblica”)
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