LA FRIGGITORIA DI GIORGIA MELONI: DA TRUMPIANA “DE FERO”, ORA SI PROVA A RIVENDERE COME “MEDIATRICE” LEALE PER CONTO DELL’EUROPA
LA DUCETTA È IN CONTATTO “COSTANTE” CON URSULA VON DER LEYEN PER COORDINARE LA STRATEGIA IN VISTA DEL VIAGGIO DI GIOVEDÌ A WASHINGTON. E USA TONI DRAMMATICI: “FAREMO DEL NOSTRO MEGLIO, SONO CONSAPEVOLE DI QUELLO CHE RAPPRESENTO”… ANCHE NOI SAPPIAMO COSA RAPPRESENTI
Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen si sono sentite ieri. E lo faranno ancora prima che la premier, domani pomeriggio, s’imbarchi alla volta di Washington per incontrare Donald Trump giovedì.
Trasferta complicata, ad alto tasso d’imprevedibilità, visti gli umori del tycoon che guida gli Usa e che ai piani alti del governo, a taccuini chiusi, ammettono candidamente di temere.
La presidente della commissione europea ieri ha fatto sapere, tramite la portavoce, che i contatti con Meloni sono «regolari», che von der Leyen
«accoglie con favore ogni azione degli stati membri», che «coordina da vicino», pur ribadendo che «la competenza a negoziare» sui dazi è in capo a Bruxelles.
Meloni e “VdL” hanno discusso di tariffe, ovvio. L’obiettivo è azzerarle, come noto, su entrambe le sponde dell’Atlantico. Ma non solo.
Secondo fonti governative, la premier ha esposto alla tedesca i suoi dubbi sui rapporti con la Cina, che la commissione sta coltivando, sui rischi di una sovraproduzione da Pechino che potrebbe impattare in negativo sul mercato italiano e dell’Unione.
Su questo con von der Leyen non può esserci un’intesa ad ampio raggio: sì, la commissione ha lanciato una task force per controllare le importazioni da Est, ma von der Leyen non può ignorare le pressioni opposte che arrivano da Spagna e Francia, interessate al dialogo con il Dragone.
Il governo italiano non ha gradito anche il modo con cui l’alto rappresentante per la politica estera Ue, Kaja Kallas, ha annunciato ieri un pacchetto di nuove sanzioni alla Russia, su gas e petrolio. Non per il merito, ma perché «per l’ennesima volta» la politica estone avrebbe messo gli stati membri, tra cui Roma, davanti al fatto compiuto, senza concertare tempi e modi dell’operazione.
Aspettando di capire quale sarà l’esito della trasferta americana, Meloni a von der Leyen può comunque offrire una sponda da mediatrice. Favorendo, secondo fonti italiane, anche un incontro fra Trump e la presidente della commissione.
Nello studio ovale la premier non conta di avere «trattamenti particolari » ma «sicuramente, per quello che le sarà possibile, può fare da facilitatore » nella trattativa Usa-Ue sulle tariffe commerciali, per dirla con il ministro meloniano agli Affari europei, Tommaso Foti.
(da La Repubblica)
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