LA GUERRA AGLI SCAFISTI NON SI FA PIU’: CI SONO VOLUTE DUE SETTIMANE PER CAPIRE CHE SAREBBE STATO UN ATTO DI GUERRA
E PER RIPARTIRE APPENA 20.000 PROFUGHI SU 27 PAESI, L’EUROPA DELLA FINANZA RIESCE A DARE IL PEGGIO DI SE’… LO SQUALLORE DI UNA CINICA CONVENIENZA POLITICA CHE AVRA’ SULLA COSCIENZA ALTRI MORTI
Nessuna missione di polizia contro la Libia. Meno che mai ci sarà una “missione militare”.
“Al momento — è stato deciso dopo ore di riunione a Bruxelles, coordinata dal commissario Federica Mogherini — stiamo parlando di una missione navale con navi militari che andranno ad affiancare le unità di Triton”.
Una missione che ha l’obiettivo di intercettare le imbarcazioni di clandestini e profughi, salvarli e un attimo dopo procedere all’affondamento dei barconi “poichè mezzi che intralciano la navigazione”.
Se qualcuno aspettava con soddisfazione il big bang contro la Libia e l’insopportabile traffico di migranti che trova nei due governi libici — Tobruk e Tripoli — criminali complicità , deve rassegnarsi ad attendere. Ancora.
E forse anche per molto.
“Per la Libia deve prevalere una soluzione politica e non militare”, aveva detto in mattinata il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita di Stato in Tunisia. Era già sembrato quello un segnale strano rispetto alle cronache e alle anticipazioni degli ultimi giorni in cui si annunciavano vere e proprie azioni di polizia sulle coste libiche, le incursioni dei reparti speciali per togliere ai trafficanti la materia prima del loro business: le barche.
“Non se ne parla proprio”, dice da Bruxelles una fonte del governo italiano.
“Nessun atto sarà deciso nei confronti della Libia che possa essere inteso come un atto di guerra. È chiaro — taglia corto la fonte — che l’utilizzo degli incursori equivale ad un atto di guerra.
Il comando della missione navale sarà affidato all’Italia. Ma per tutto il resto le previsioni della vigilia, ripartizione dei profughi in quote per ogni stato e affondamento dei barconi, sono state profondamente riviste durante la riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa dei 28 paesi europei.
(da “Huffingtonpost”)
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