LA LEGA TREMA: BELSITO PRONTO AD “APRIRE IL LIBRO” CON I MAGISTRATI
SPOSTATA LA DATA DEL PASSAGGIO DI CONSEGNE AL NUOVO TESORIERE, LUNEDI’ BELSITO VERRA’ ASCOLTATO DAI PM E INTENDE RISPONDERE SU TUTTO
Prima l’interrogatorio, poi il passaggio di consegne con il nuovo tesoriere.
È stata la premessa che ha consentito, nelle ultime ore, di trovare un accordo fra i difensori di Francesco Belsito e la Procura di Milano.
E di fissare per lunedì quello che, nell’inchiesta da cui è stata travolta la Lega Nord, si profila come il passaggio cruciale.
Poichè lo stesso Belsito (ex tesoriere del Carroccio indagato per riciclaggio, truffa allo Stato e appropriazione indebita) ha manifestato la chiara intenzione di rispondere, svariando fra i molti fronti finora solo accennati nelle intercettazioni telefoniche.
Nel frattempo, sempre gli investigatori milanesi hanno ascoltato Piergiorgio Stiffoni, parlamentare leghista citato più volte nelle carte dell’indagine.
Per chiedergli di spiegare come mai, mentre Belsito investiva duecentomila euro del partito in oro e diamanti (gli stessi restituiti tre giorni fa), pure lui e Rosy Mauro avessero aperto conti correnti ad hoc per comprare gli stessi preziosi.
Erano davvero loro, i soldi che risultano ufficialmente sborsati in forma privata?
«Nei documenti consegnati – sostiene Stiffoni – viene confermata la provenienza personale del denaro utilizzato. Avendo lavorato per oltre venti anni in banca ho scelto quando, dove e come mettere al sicuro i miei soldi. Così ho voluto proteggere i risparmi d’una vita dall’incertezza dei mercati. Solo in questi giorni ho appreso dai giornali degli acquisti di preziosi fatti dal signor Belsito (con cui non avevo alcun rapporto di frequentazione personale o professionale) con soggetti, banche e intermediari a me sconosciuti. Investimenti scelti dal signor Belsito all’insaputa di tutti».
E però non v’è dubbio che l’audizione dell’ex tesoriere sia il passaggio più atteso, dagli stessi dirigenti politici che pochi giorni fa lo hanno espulso e oggi dicono di non averlo praticamente mai conosciuto sebbene gestisse decine di milioni. Q
ualificate fonti investigative confermano al Secolo XIX come i pm di Milano abbiano accelerato temendo che lo scambio del testimone – documenti, estratti conto – fra Belsito e il nuovo tesoriere Stefano Stefani potesse indirettamente annacquare le prove.
Alla fine i difensori Paolo Scovazzi e Alessandro Vaccaro hanno fatto slittare il summit con la nuova dirigenza della Lega, comunicandolo ai pm.
Non solo.
Nelle ultime ore Belsito ha ricevuto una convocazione dai pm di Reggio Calabria (indagano sui collegamenti ‘ndrangheta-trasferimenti in Tanzania), per giovedì 26; ma non è detto che l’interrogatorio in Calabria rati calabresi si faccia in tempi sfalsati.
L’inchiesta si sviluppa su più fronti e proseguono i sequestri: ieri la Procura di Milano ha fatto sigillare 350 mila euro nello studio d’un notaio di Rovigo.
La cifra sarebbe parte dell’investimento di 1,2 milioni effettuato a Cipro dal consulente Paolo Scala, indagato assieme a Belsito e all’imprenditore Stefano Bonet.
Nell’opinione di chi indaga, di quella somma in Italia erano rientrati solo 850 mila euro. Il saldo è stato depositato da Scala dal notaio di Rovigo.
La Lega resta in fibrillazione politica.
Ieri sera Umberto Bossi ha lanciato l’amo a Bobo Maroni: «Voglio un accordo con lui».
Insomma, il padre-padrone della Lega cerca di mettere un argine alle guerre interne e cerca un modo per conciliare le due anime del partito.
Maroni con gli altri due triumviri intanto mette il bavaglio ai parlamentari: in tv si va solo se la presenza è concordata con i presidenti dei gruppi. «Dobbiamo mettere ordine nella comunicazione».
(da “Il Secolo XIX”)
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