LA LOTTA ALL’EVASIONE PARTE DAI MATRIMONI E DAGLI AFFITTI IN NERO
IN SICILIA ARRIVA IL QUESTIONARIO AGLI SPOSI CON OTTO DOMANDE…. ALTROVE E’ CACCIA A CHI AFFITTA SENZA CONTRATTO AGLI STUDENTI
Abito bianco, bomboniere e una bella festa in riva al mare cristallino della Sicilia.
Sembrava tutto perfetto… tranne il conto.
Da uno studio dell’Agenzia delle Entrate della regione insulare è emerso che per organizzare un matrimonio si spendono in media 30 mila euro e che per lo più questi soldi vengono pagati in nero o con fatture notevolmente ribassate.
Se il fatidico sì è il giorno più bello degli sposi, può ora rivelarsi un incubo per quei ristoratori, fotografi, fioristi e autonoleggi che sulle spalle dei giovani coniugi hanno evaso le tasse.
Come raccontato dal TgLa7, la Direzione regionale dell’Agenzia ha spedito per raccomandata a tutte le coppie sposate da meno di 5 anni un questionario articolato in 8 domande al fine di conoscere le spese sostenute per organizzare la cerimonia. “Avete intrattenuto gli ospiti in un ristorante? O in una villa in affitto?”.
Se i neo consorti rispondono di sì, devono identificare chi è il proprietario e documentare gli importi sborsati.
Lo stesso vale per i fiori, il catering, fotografi e video-maker, senza dimenticare i confetti. Sicuramente non è “una guerra” all’evasione fiscale, come dichiarato da Mario Monti, ma di certo è una battaglia che in pochi si aspettavano.
Alla quale tutti dovranno partecipare, rispondendo entro 20 giorni dalla ricezione del questionario, pena una multa in misura variabile da 258 a 2.065 euro.
E non è nemmeno l’unica novità estiva .
Quella che rischia di essere più esplosiva è l’indagine della Guardia di Finanza sugli affitti in nero.
Questa volta nel mirino ci sono i padroni di case per studenti che strappano locazioni a prezzi esorbitanti penalizzando i giovani e le loro famiglie.
A Roma una stanza singola arriva a 600 euro, un posto letto a 400.
Con la collaborazione degli atenei della Capitale, che hanno fornito l’elenco degli universitari fuori sede, sono partite 10 mila lettere dirette a ragazzi provenienti per lo più dal sud Italia ma anche dalle provincie laziali e dall’estero.
Tra le 15 domande ci sono “qual è il tuo domicilio romano?”, “a quanto ammonta l’affitto?”, e poi a chi viene pagato, se c’è un contratto, chi sono i coinquilini. Un vero e proprio “censimento” degli studenti e dei proprietari delle loro case.
Che condivideranno anche le responsabilità : chi non risponde rischia una sanzione fino a 500 euro, ma se il tentativo è quello di mettersi d’accordo con i locatari e fare dichiarazioni parziali, i finanzieri potranno portare gli studenti in commissariato e chiedere spiegazioni sul questionario compilato male.
A Bari, in un anno, con l’invio di 15 mila questionari ai “fuori sede” sono stati individuati 360 appartamenti affittati in nero e identificati i proprietari. I ricavi sono stati oltre 5, 5 milioni di euro.
Altri 100 mila euro erano stati recuperati perchè gli stessi locatari non pagavano nemmeno l’imposta di registro e 69 mila per le sanzioni sull’omessa dichiarazione di cessione del fabbricato.
Anche a Padova un progetto simile, in accordo con l’Università e l’ente per il diritto allo studio, ha permesso nel 2011 di recuperare due milioni di euro di tasse evase e 24 mila euro di imposte di registro. In pratica ogni 100 verifiche, 80 proprietari frodavano il fisco del tutto o in parte.
E allora al via nuove astuzie per cercare di arginare un fenomeno che priva le casse dello Stato di 18 miliardi di euro l’anno.
Matrimoni compresi.
Caterina Perniconi
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