LA MARE IONIO ATTRACCA A LAMPEDUSA, LA GUARDIA COSTIERA NON APPLICA LA DIRETTIVA DI SALVINI
LA NAVE SEQUESTRATA TEMPORANEAMENTE SU ORDINE DEL VIMINALE, MA SARA’ LA MAGISTRATURA DI AGRIGENTO A DECIDERE… NEL PRECEDENTE CASO AVEVA DISPOSTO IL DISSEQUESTRO
Sbarco dei migranti e sequestro della Mare Jonio d’iniziativa delle forze dell’ordine. Queste le mosse del Viminale che ha deciso, nonostante la faccia feroce di Salvini, di muoversi con estrema prudenza. Poi toccherà ancora una volta alla Procura di Agrigento valutare se confermare il sequestro della nave o restituirla a Mediterranea. Intanto dopo gli sbarchi ad Augusta e a Lampedusa i porti italiani evidentemente si sono riaperti ai migranti in fuga dalla Libia.
Stamattina la Mare Jonio aveva deciso di accelerare i tempi ed evitare inutili attese in mare aperto. Le motovedette della Finanza che l’hanno raggiunta si sono limitate ad un controllo di polizia e, in attesa di ulteriori disposizioni dal Viminale, non hanno intimato l’alt alla nave che ha reiterato la richiesta di sbarco nel porto più vicino, Lampedusa.
“Coordinatevi con le autorità libiche”.
Così ieri sera, trasmettendo le indicazioni del Viminale, la sala operativa della Guardia costiera di Roma ha risposto alla Mare Jonio, la nave umanitaria italiana della piattaforma Mediterranea che ha salvato 30 migranti tra cui una bimba di un anno. “Coordinarsi con le autorità di un paese in guerra?”, hanno risposto allibiti da bordo. Poi la decisione di invertire la rotta e puntare verso l’Italia.
All’alba, quando la nave è entrata in acque italiane, è stata raggiunta da due motovedette della Guardia di Finanza di Lampedusa per un “controllo di polizia”, la formula utilizzata secondo l’ultima direttiva emessa dal Viminale a tutte le forze dell’ordine, della Marina e della Guardia costiera per fermare le navi con a bordo migranti che, in quanto tali, sono considerate dal ministero dell’Interno una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica. Dunque un motivo per proibire loro l’accesso alle acque territoriali italiane.
Ma questa volta le motovedette non hanno intimato l’alt alla nave, limitandosi a certificare la loro presenza in acque italiane e la Mare Jonio ha reiterato una nuova richiesta di porto sicuro fermandosi in attesa al largo di Lampedusa.
Si ripropone dunque la stessa situazione di un paio di mesi fa quando, a direttiva appena emessa, la Mare Jonio fu raggiunta dalla Guardia di finanza che intimò al comandante di fermare le macchine. Ordine giudicato pericoloso per la sicurezza delle persone a bordo dal capitano della nave che continuo’ verso Lampedusa dove poi la nave fu fatta sbarcare. Per quell’episodio il comandante Pietro Marrone e il capomissione della Mare Jonio Luca Casarini sono indagati dalla Procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la nave venne sequestrata ma poi restituita alla Ong ritenendo corretto il suo comportamento.
(da agenzie)
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