LA PATRIOTA UCRAINA OLGA KHARLAN, UN ORO E UN BRONZO PER LA PATRIA: “PENSAVO AI SOLDATI AL FRONTE, PORTO LE MEDAGLIE A LORO”
COMPAGNA DI GIGI SAMELE, SI ERA RIFIUTATA MESI FA DI STRINGERE LA MANO A UNA RUSSA AL MONDIALE DI MILANO: “NON STRINGO LA MANO A CHI RAPPRESENTA UN PAESE CHE UCCIDE I MIEI CONNAZIONALI”
Una medaglia d’oro carica di significati, strappata in rimonta alle coreane. Lo è stata di sicuro quella dell’Ucraina della sciabola femminile — primo titolo vinto a Parigi 2024 dalla delegazione di 140 atleti di un Paese anche sul piano sportivo costretto a fare i conti con il conflitto con la Russia — che, nello specifico, si identifica più che mai nella sua capitana Olga Kharlan.
Olga la fuoriclasse dal palmarès enorme — ma nel quale manca ancora il titolo olimpico individuale: lo ha inseguito pure in questi Giochi, ma si è fermata al bronzo e dunque possiamo scommettere che ci riproverà tra quattro anni, a Los Angeles 2028, probabile tappa finale di una carriera —, Olga la fidanzata del nostro sciabolatore Gigi Samele, che all’inizio della guerra è andato a recuperarla al confine con l’Ucraina per portarla a Bologna unitamente alla sorella e a sua figlia.
Olga la «pasionaria» che alla vigilia del via dell’Olimpiade teneva una conferenza stampa assieme ai connazionali più forti per ricordare le difficoltà di allenarsi con il terrore degli allarmi e delle bombe, se non addirittura con la necessità di farlo all’estero.
«I russi presenti qui in forma neutrale? Premesso che sono fin troppi, non li salutiamo e men che meno li vediamo: per tutti noi sono trasparenti».
Dopo le frasi forti serviva però qualcosa di altrettanto solido in pedana. Olga, che anni fa ha fatto da modella per la Barbie dedicata alla scherma, è una che ha vinto 6 titoli mondiali e 8 europei; prima di Parigi l’oro a squadre era quello di Pechino 2008 (lei aveva solo 17 anni), da affiancare a un argento, sempre a squadre (Rio), e a due terzi posti individuali (Londra e Rio). Il terzo bronzo a cinque cerchi non le bastava. Serviva una vittoria che fosse pure emblematica per la situazione che sta vivendo il suo popolo. Così quando sabato ha cominciato, in svantaggio, l’assalto contro la Corea del Sud, Kharlan nella sua testa si è rifiutata di perdere: forte di una classe superiore e del sostegno del pubblico («Gridava Olga! Olga! Non immaginavo tanto sostegno, mi sono commossa») ha colpito e chiuso sul 45-42 liquidando Jeong Ha-young con un parziale di 8-2, portando a 22-10 il bilancio personale complessivo nella «finalina».
Poi si è inginocchiata sulla pedana, cinta dalla bandiera portata dalle compagne. Mentre il presidente Zelensky non mancava di esaltare l’impresa sui social («Sono cose che ci devono dare ispirazione») Olga ha avuto modo di confessare che durante il match ha pensato «alle nostre truppe impegnate al fronte», cercando di estraniarsi dalle emozioni «come se fossi un robot».
All’angolo c’era Andrea Terenzio, suo maestro alla sezione scherma della Virtus Bologna nonché c.t. delle sciabolatrici ucraine: il fidanzato Gigi e la sciabola, ecco il legame forte tra la Kharlan e l’Italia. Sul podio l’oro a lei e alle compagne l’ha consegnato il presidente del Cio, Thomas Bach, che fu olimpionico del fioretto con la squadra tedesca nel 1976. Non è un caso. Al Mondiale di Milano Olga si rifiutò di stringere la mano alla russa Smirnova dopo il loro assalto. Fu un gesto emotivo, giustificato con parole accese («Non posso stringere la mano a chi rappresenta un Paese che uccide i miei connazionali»), ma tanti fecero notare che aveva sprecato una grande occasione per usare lo sport per lanciare un messaggio di distensione.
Olga venne comunque squalificata, anche per la prova a squadre, e rischiò di compromettere la possibilità di arrivare ai Giochi 2024. Bach la rassicurò, promettendole, nel caso fosse rimasta esclusa, una wild card. «Dopo quell’episodio — ha ricordato con l’oro al collo — credevo che la mia carriera fosse destinata a finire. Invece adesso vivo un epilogo felice della vicenda. Ringrazio tutti e dico: tenete duro, non mollate. Come sta facendo l’Ucraina».
E in Ucraina adesso tornerà: per visitare la famiglia e per mostrare quelle due medaglie che in questo momento, da sole, «fanno Paese» visto che i connazionali fin qui hanno aggiunto appena un argento.
(da agenzie)
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