LA PRIMA RIFORMA ELETTORALE DA FARE? CALCOLARE I RIMBORSI AI PARTITI SOLO SUI VOTANTI EFFETTIVI, NON SUGLI AVENTI DIRITTO
CON LA LEGGE ATTUALE, I PARTITI RICEVONO CIRCA TRE VOLTE LA SOMMA EFFETTIVAMENTE SPESA IN CAMPAGNA ELETTORALE: VI SEMBRA UNA COSA ONESTA?…. CALCOLANDO IL RIMBORSO SULLA BASE DEI REALI VOTANTI, SI RIDURREBBERO LE SPESE DAL 25 AL 40% E I PARTITI NE RICEVEREBBERO BENEFICIO IN TERMINI DI IMMAGINE E DECORO.
Si ritorna a parlare di riforma della giustizia (ovvero come garantire al premier uno scudo giudiziario per i suoi eterni processi) e di riforma elettorale, intesa come evitare che un partito con il 30% di voti sia premiato con il 55% dei deputati.
Oltre alla solita questione riguardo le liste bloccate e la impossibilità per il cittadino di scegliersi liberamente il proprio deputato o senatore che viene difatti calato dall’alto.
Ci permettiamo osservare, a proposito della funzionalità del Parlamento e dei rapporti tra i partiti di maggioranza, che dopo mesi di accuse ai finiani “con i quali non tratteremo mai”, alla fine si è arrivati alla seguente conclusione: riconoscimento del ruolo di terzo partito della coalizione e del suo indispensabile supporto numerico, ritiro della legge bavaglio così com’ era stata concepita inizialmente, lodo Alfano solo per via costituzionale, ritiro di ogni richiesta di dimissioni del presidente della Camera.
A questo punto, una osservazione viene spontanea: non era meglio riconoscere subito le ragioni di Fini, invece che spaccare per mesi il centrodestra in mille polemiche?
Ora si andrà avanti sui 5 generici punti del programma, un polpettone vago adatto a tutte le stagioni.
Per riempirli di contenuti, ci vorrà tempo e soprattutto quattrini.
Per tutto il resto, dal federalismo al Sud, alle tasse, il rischio è che resti il solito spottone.
E se il governo cadesse lo ha capito anche il premier che non si andrebbe a votare, ma verso un governo tecnico che si limiterebbe ad approvare una nuova legge elettorale, eliminando dal porcellum le porcate più rilevanti, tipo premio di maggioranza e liste bloccate.
Ci farebbe piacere che un qualche partito proponesse di cambiare la ripugnante legge sui rimborsi elettorali.
Basterebbe poco: che il rimborso procapite fosse cioè calcolato non sugli aventi diritto al voto, ma sugli effettivi votanti.
Non che anche chi non vota debba essere calcolato nel budget del rimborso spese ai partiti.
Questa piccola norma permetterebbe di ridurre dal 25% al 40% la spesa dei rimborsi ai partiti e farebbe reciperare agli stessi un minimo di credibilità .
E’ così difficile arrivare a proporla?
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