LA PROCURA DI TORINO INDAGA SU SALVINI: ERA ORA
PER DIFENDERE IL COMPAGNO DI MERENDE RIXI IERI HA DEFINITO “UNA SCHIFEZZA” LA MAGISTRATURA… ECCO LE PROVE CONTRO RIXI RACCOLTE DALLA GUARDIA DI FINANZA
La procura di Torino ha disposto accertamenti, tramite la Digos della questura di Milano, per verificare se le frasi, riportate su vari quotidiani, che sarebbero state pronunciate ieri, durante una manifestazione a Collegno (Torino), dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini, come «La magistratura è una schifezza», tra l’altro legate al caso giudiziario che vede al centro il vicesegretario Edoardo Rixi, siano o meno attendibili.
Le indagini – si legge nella nota diramata dalla procura – sono volte a «verificare la eventuale sussistenza di estremi del reato di vilipendio dell’ordine giudiziario di cui all’art. 290 del codice penale».
Salvini avrebbe pronunciato quella frase per “assolvere” il suo noto compagno di merenda Edoardo Rixi, assessore regionale nella Giunta Toti in Liguria, nonchè vice segretario nazionale della Lega, a giudizio per peculato in ordine alla “Rimborsopoli” ligure.
Forse nel regno della “Padagna del magna magna” utilizzare fondi pubblici per spese private sarà consentito, non nella Repubbica italiana.
Ricordiamo allora cosa viene contestato al “fratello” di Salvini.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Francesco Pinto, i consiglieri si sarebbero fatti rimborsare spese private con soldi pubblici spacciandole per attività istituzionali.
Si va dalle birre da 6 euro acquistate a Pontida in occasione delle feste del periodo di Bossi, ai quindici scontrini di fila emessi dallo stesso bar Caffè dell’Angolo di Mondovì, ai 1774 euro spesi nella pelletteria di lusso a Tolentino, fino agli acquisti al “Chocolate Town” all’Outlet di Serravalle.
In ballo c’è pure l’”affaire Quadrifoglio” un ristorante di Carcare fonte inesauribile di ricevute del consigliere che lo ha inguaiato, Maurizio Torterolo, quello che ha patteggiato due anni scoprendo le carte. Venivano dimenticate da ignari clienti e lui le presentava a rimborso.
Alla Lega Nord il magistrato contesta pure di avere speso soldi pubblici per viaggi in mete turistiche come a Courmayeur e Limone Piemonte, Aosta.
Alberghi in città d’arte come Venezia e Pisa. Anomalie sono pranzi e cene, fatti soprattutto in giorni festivi, come Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo maggio o Ferragosto.
Sono finite in mezzo pure le spese di parcheggio. Un consigliere si sarebbe fatto rimborsare anche una notte passata in un motel a Broni, in provincia di Pavia.
Nel mirino finiscono gli scontrini di ostriche consumate al Cafè de Turin di Nizza, menù bambini e anche un cenone di Capodanno.
Nel budget regionale compaiono pure 84 scontrini in uno stesso ristorante di Savona, cene a Mondovì.
Altro capitolo riguarda i regali di Natale, questione che aveva già pesato su vari partiti: strenne, agende, libri, grappe e bottiglie di spumante che secondo la procura sono state pagate dai cittadini.
Le somme vanno da poche centinaia di euro fino a oltre 10 mila euro come quella per un agriturismo a Cogne.
Dalle carte delle indagini, il vice segretario federale Rixi risulta che all’epoca avesse il dono dell’ubiquità : presentava il rimborso dell’autostrada per un viaggio a Milano per “l’espletamento del mandato popolare”, ma dal Telepass risultava invece ad Aosta. Presentava rimborsi da 106 euro per viaggi a Cremona, quando le fiamme gialle invece hanno appurano analizzando i passaggi ai caselli che si trovava a La Spezia.
E quando diceva di essere a La Spezia, la macchina girava tra Genova Est e Ovest.
(da “il Secolo XIX”)
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