LA REQUISITORIA DELLA BOCCASSINI: “SISTEMA PROSTITUTIVO PER BERLUSCONI”
RICOSTRUITE LE “CENE ELEGANTI” DI ARCORE…LA FIGURA E LE AMBIZIONI DI RUBY: “NON CI SONO DUBBI CHE SI PROSTITUISSE”
Nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore funzionava “un sistema prostitutivo organizzato per il soddisfacimento sessuale di Silvio Berlusconi“.
Questo è provato “oltre ogni ragionevole dubbio”.
E ”non abbiamo dubbi che Ruby si prostituisse”.
Lo afferma il pm Ilda Boccassini nella requistoria al processo sul caso Ruby in corso a Milano.
La requisitoria arriva dopo lo speciale andato in onda ieri su Canale 5, tutto rivolto a dimostrare l’innocenza del proprietario di Mediaset. La prima parte della requisitoria è stata già illustrata in aula il 4 marzo dall’altro rappresentante della pubblica accusa Antonio Sangermano.
La requisitoria è iniziata con una disanima sulla normativa che riguarda la prostitituzione minorile — una delle imputazioni del Cavaliere, insieme alla concussione — nella quale il magistrato ha citato anche le modifiche approvate negli anni dei governi Berlusconi.
“Prima di entrare nel merito delle imputazioni — ha detto Ilda Boccassini — volevo ribadire l’importanza della tutela del minore al punto che sono intervenute due leggi importanti, una nel febbraio 2006, la numero 38, e l’altra nel marzo del 2008, volute dal governo Berlusconi”.
Poi il procuratore aggiunto ha ripercorso la storia della minorenne marocchina Karima al Marough alias Ruby, tra denunce per furto e affidamenti a comunità .
Emilio Fede, che conosce Ruby a un concorso di bellezza in Sicilia nel settembre 2009, “sa che la ragazza è minorenne“, afferma il pm, citando l’intercettazione in cui il direttore del Tg4 diceva che aveva “13 anni”. ‘Possiamo credere che una persona che ha dedicato la sua vita e il suo credo a Berlusconi come Emilio Fede, non gli abbia detto che Ruby era minorenne?”, si è chiesa retoricamente.
Il “sistema prostitutivo”, ha sottolinato Boccassini, partecipavano sia ragazze che “esercitavano” la professione, spesso extracomuntarie, sia ragazze “di buona famiglia”.
Tutte “volevano avvicinare il presidente del consiglio nella speranza di ottenere denaro o favori“, in particolare il lancio in programmi tv, “come spesso è avvenuto”. Ruby, così come le altre ragazzeche avrebbero preso parte ai festini a di Arcore, era alla ricerca del “sogno negativo italiano” e “avvicinò Berlusconi per ottenere denaro facile e possibilità di lavoro nel mondo dello spettacolo, così come le altre giovani”.
Alla vigilia dell’incontro con Berlusconi, Ruby mostra uno stile di vite e una disponibilità di denaro incompatibili con la sua condizione: “Non abbiamo dubbi che Ruby si prostituisse”, ha chiarito Boccassini.
E la sera in cui arriva ad Arcore, sono presenti lo stesso Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, cioè quelli che il pm definisce gli organizzatori del “sistema prostitutivo organizzato per il soddisfacimento sessuale di Silvio Berlusconi”, imputati in un processo a parte.
E’ il 14 febbraio 2010. Sia Fede che Mora “sono a conoscenza della minore età ” di Ruby, afferma Boccassini. E’ la ragazza stessa che racconta di averlo confidato all’agente televisivo, avendo notato il suo “atteggiamento paterno”.
E’ un punto cruciale del processo, perchè Silvio Berlusconi ha sempre affermato di non sapere che la ragazza avesse meno di 18 anni, dato che lei raccontava di averne 24.
“Ruby aveva da Silvio Berlusconi direttamente quello che le serviva per vivere in cambio delle serate ad Arcore”, ha continuato Boccassini.
“Anche il primo maggio, senza che avesse fatto nulla”, Ruby ha con sè “una notevole quantità di denaro in banconote da 500 euro”.
Quanto alle serate ad Arcore, Ilda Boccassini sostiene che, in base ai tabulati telefonici acquisiti, la giovane marocchina abbia “anche dormito nella residenza di Berlusconi il 20 e 21 febbraio, il 9 marzo, il 4 e 5 aprile, il 24, 25 e 26 aprile 2010 e il 1 e il 2 maggio 2010”.
Boccassini ironizza anche sul “doppio lavoro” di Nicole Minetti, consigliere regionale in Lombardia ”pagata dal contribuente” e addetta alla “gestione” delle cosiddette Olgettine, le protagoniste dei festini che trovavano ospitalità presso appartamenti di proprietà del Cavaliere in via Olgettina a Milano.
Non si sa quale occupazione fosse per lei “più invasiva“, ha detto il pm.
Fu proprio Minetti a essere incaricato da Berlusconi di andare a recuperare Ruby in questura a Milano la notte del fermo per furto, tra il 26 e il 27 maggio 2010, episodio da cui deriva l’accusa di concussione al leader del Pdl.
Nonostante l’indicazione contraria del magistrato minorile Fiorillo, i funzionari di polizia lasciarono andare Ruby in seguito alle pressioni telefoniche dell’allora presidente del consiglio, che aveva indicato in Nicole Minetti la persona a cui affidarla.
E Minetti, anche lei “consapevole della minore età ”, porta Ruby a dormire da Michelle Conceicao, prostituta anche lei, ha sottolineato Boccassini, elencando una serie di prove e testimonianze sull’attività della brasiliana.
Il procuratore aggiunto ha poi ricostruito in dettaglio la notte in Questura a Milano, che all’inizio appare una storia di routine, con la volante che ferma Karima in corso Buenos Aires in seguito a una segnalazione per furto arrivata da Caterina Pasquino, che ospitava la ospitava in casa.
Dai primi contatti con agenti e funzionari, la pm minorile di turno Anna Maria Fiorillo si insospettisce, dato che la ragazza afferma di vivere facendo “la danza del ventre”, e dispone che sia affidata a una comunità .
Dalle 23,34, dalla questura partono una serie di telefonate a diverse strutture per trovare un posto libero, mentre Ruby, priva di documenti, viene fotosegnalata.
Fino a questa fase, afferma Boccassini, il comportamente di pm e funzionari di polizia è “lineare e ineccepibile”. Ma poi la vicenda prende una piega diversa.
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