LA RISPOSTA DA APPLAUSI AI DAZI IMPOSTI DAL TYCOON: LA NAMIBIA HA CACCIATO 500 CITTADINI STATUNITENSI DAL PAESE, GLI AMERICANI ERANO LÌ PER ESTRARRE DIAMANTI, ORO, URANIO, RAME E ALTRI MINERALI NEL PAESE AFRICANO
“NON SIAMO UNA COLONIA DA SPOLPARE”… LA MOSSA DELLA PRESIDENTE NETUMBO NANDI-NDAITWAH È DETTATA ANCHE DA VECCHIE RUGGINI VERSO ELON MUSK, CRESCIUTO IN SUDAFRICA, NEGLI ANNI DELL’APARTHEID
Tu butti fuori i nostri immigrati sprovvisti di permesso? E allora noi facciamo lo stesso con i tuoi. Solo che i secondi non arrivano con il barcone ma viaggiano sulla business class di un Boeing. La «guerra» degli Stati Uniti contro tutti coinvolge anche l’Africa.
L’esito pare scontato. Però succede che a volte Davide riesca ad abbattere persino Golia. O quanto meno a rendergli la vita più difficile. La neo presidente della Namibia, Netumbo Nandi-Ndaitwah, ha deciso di imporre il visto di ingresso a chi si reca nel suo Paese. Per una questione di reciprocità.
Tra i Paesi coinvolti ci sono anche l’Italia e il Regno Unito. Ma con gli Stati Uniti la motivazione è più politica. In seguito a questo annuncio, più di 500 cittadini statunitensi, che avevano estratto diamanti, oro, uranio, rame e altri minerali in Namibia senza visto, hanno fatto richiesta per continuare l’attività mineraria, ma le loro domande sono state tutte respinte.
La presidente namibiana non si è fermata alle parole: ha revocato tutte le agevolazioni fiscali alle aziende americane in Namibia. Il messaggio è forte e chiaro: non siamo una colonia da spolpare, trattateci da pari a pari.
Ci sono anche ruggini che vengono da lontano e riguardano l’uomo di fiducia del presidente americano: Elon Musk. Lui è cresciuto proprio in Sudafrica, negli anni bui dell’apartheid.
(da Corriere della Sera)
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