LA TAV VA A PASSO D’UOMO, SOLO I COSTI AUMENTANO AD ALTA VELOCITA’
A RISCHIO ORMAI 240 MILIONI DI CONTRIBUTI EUROPEI PER L’ALTA VELOCITA’ TORINO-LIONE… L’OPPOSIZIONE DELLE COMUNITA’ LOCALI HA GIA’ FATTO PERDERE UN ANNO E AUMENTATO I COSTI DA 4.385 MILIONI A 9.241… MANCA ANCORA IL PROGETTO DEFINITIVO E IL SI’ DEI SINDACI DELLA VALSUSA… DIFFICILE MANTENERE IL TERMINE DEL 2013 PER L’INIZIO DEI LAVORI
L’Italia rischia di perdere 240 milioni di contributi dell’Unione Europea per la realizzazione della Torino-Lione.
Lo afferma la Corte dei Conti, nella sua indagine sullo stato di realizzazione del corridoio V Lione-Kiev, sottolineando che le modifiche del tracciato necessarie per superare l’opposizione delle comunità locali hanno portato il costo stimato per la realizzazione del tunnel internazionale da 4.385 milioni di euro a 9.241 milioni, tenendo anche conto dell’adeguamento dell’inflazione. L’indagine dei giudici contabili si basa su documenti ufficiali forniti dalla direzione generale per la programmazione del ministero delle Infrastrutture e da Rete Ferroviaria Italiana.
Nella relazione si dà quasi per certo il via libera di Bruxelles alla richiesta italiana e francese di ottenere un finanziamento complessivo di 671,8 milioni di euro, ma si sottolineano i ritardi accumulati che potrebbero pregiudicare il futuro dell’opera.
Vi sono forti preoccupazioni del Ministero stesso che prospetta “elementi di problematicità in ordine all’effettiva possibilità che l’importo del cofinanziamento venga confermato per l’intero periodo di programmazione”.
I fondi UE, per capirci, vengono assegnati in base a un calendario di lavori che va dal 2007 al 2013 e le erogazioni successive alla prima tranche sono giustamente soggette ad una verifica sullo stato di avanzamento del programma. E qui arrivano i grossi problemi.
Il primo si potrebbe superare con un aggiornamento della documentazione inviata a Bruxelles nel luglio 2007.
L’ostacolo maggiore è però rappresentato, secondo la Corte dei Conti, dal fatto che è difficile che i lavori possano partire entro la fine del 2013, “condizione per fruire a pieno del contributo finanziario”.
Tutto nasce dal fatto che “il cronoprogramma sconta un ritardo di un anno” e così la definizione del tracciato nazionale si dovrebbe protrarre a tutto il 2008.
Entro la fine dell’anno termineranno i lavori dell’Osservatorio e solo a gennaio dovrebbe partire la progettazione, anche se non è affatto scontato il sì dei sindaci della Bassa Valsusa e non si deve dimenticare l’opposizione dei Comitati che torneranno in piazza il 6 dicembre.
Secondo la Corte dei Conti, che evita commenti politici, è chiaro che il mancato rispetto di quella condizione “comporterebbe una consistente riduzione del contributo comunitario stimabile intono ai 240 milioni di euro”.
Senza considerare a parte “l’aggravio economico dovuto ai ritardi e al dilatarsi dei tempi” per l’opposizione delle comunità locali al progetto originario.
Per contenere i costi di costruzione ( la tratta Novara-Milano arriverà a costare 70 milioni di euro a km) la Corte si raccomanda di ” favorire nella misura massima possibile l’affidamento dei lavori mediante una gara internazionale”.
Il problema di fondo resta comunque politico con un aggravarsi del clima, in cui le dichiarazioni di Berlusconi circa l’uso delle forze dell’ordine per “garantire l’avvio dei lavori” non contribuiscono certo a rasserenare il clima in Valsusa e a cercare una soluzione condivisa che possa permettere di bloccare lo stallo dei lavori con ampie garanzie per tutti.
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