LA TURBINA CHE POTEVA SALVARE L’ALBERGO ERA NEL PAESE ACCANTO
I MEZZI PER LIBERARE LE STRADE ERANO STATI INVIATI IN ALTRE AREE
Il mezzo per liberare la strada che portava all’hotel Rigopiano c’era. A venti chilometri di distanza. Ma è stata dirottata altrove. È quanto riporta un articolo di Fabio Tonacci su Repubblica.
La turbina spazzaneve c’era. Il mezzo che avrebbe potuto liberare la strada dell’hotel Rigopiano prima della valanga era là , vicinissimo. A una ventina di chilometri dall’albergo. Per tutta la mattina e il pomeriggio del 18 gennaio ha viaggiato tra i comuni di Penne e Guardiagrele, triturando migliaia di tonnellate di neve.
Sarebbe bastato che qualcuno, dalla Prefettura, l’avesse deviata per tempo su Farindola e forse le cose sarebbero potuto andare diversamente. Forse. Ma è un fatto: la turbina che il presidente della Provincia cercava disperatamente durante quel giorno di terremoti e slavine, era già là .
Il mezzo, si tratta del modello Fresia F90 ST, è considerato uno dei più potenti ed efficaci di Anas. Ed è stato usato dal Centro di coordinamento dei soccorsi su alcuni tratti non statali “tra Guardiagrele, Bucchianico, Fara Filiorum Petri, Penne Pianella”. Ma non viene utilizzata per liberare la strada che collega l’hotel Rigopiano, scrive sempre Repubblica.
La Provincia sulla carta ne avrebbe due (di turbine, ndr): una piccola a Passo Lanciano, e un camioncino polivalente Unimog che d’estate serve per tagliare l’erba e d’inverno la neve. Solo che dal 7 gennaio questo è fermo in officina, con la trasmissione rotta: per ripararla servono tra i 10 e i 25 mila euro. «Soldi che non abbiamo e non sappiamo dove trovare», ammette Di Marco.
«La riforma Del Rio ci ha lasciato senza risorse, pur mantenendo su di noi la competenza su scuola e viabilità .
Ma i dubbi sulla reattività degli interventi sono tanti.
Nel primo pomeriggio l’hotel Rigopiano ha inviato una mail con posta certificata a provincia e prefettura. Serve del gasolio per il generatore e viene poi specificato che i clienti sono impauriti
Una lampadina si dovrebbe accendere nella testa di chi sta coordinando i soccorsi, ossia l’ufficio del prefetto. Non foss’altro perchè la sorella di Roberto Del Rosso, il proprietario, è piombata nel palazzo per chiedere informazioni sullo sgombero della provinciale. E invece non succede niente: la prefettura di Pescara lascia la turbina a lavorare lungo la statale 81. Questione di priorità .
Quando la Fresia ha terminato le operazioni e rientra a Penne viene subito fatta riuscire, riporta sempre Repubblica secondo cui i due operatori “si alterneranno ai comandi per 12 ore” nei venti chilometri che devono percorrere per arrivare all’hotel.
(da “Huffingtonpost”)
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