L’ANSIA DI GRILLO PER IL CASO MURARO CHE PUO’ DANNEGGIARE IL M5S
AFFONDATO IL DIRETTORIO: “DA SOLI NON CE L’HANNO FATTA, PER QUESTO SONO TORNATO”
Da un lato la soddisfazione per la “compattezza ritrovata”, ma dall’altro l’ansia per il ‘caso Muraro’ che agita Roma. Beppe Grillo trova la sintesi perfetta: “Good Movement and bad moments”. Ovvero, “bel MoVimento, cattivi momenti”.
Con queste parole il leader 5 Stelle lascia Montecitorio dove ha incontrato i deputati pentastellati.
Ed è a loro che ha consegnato la garanzia che chiedevano da tempo: “Sono tornato. Il Direttorio – avrebbe detto – da solo non ce l’ha fatta”.
Certificato il fallimento dei ‘magnifici 5’, il leader si dice euforico e presente più che mai. Non trova tuttavia la stessa euforia se pensa alla Capitale.
Una settimana. Massimo dieci giorni.
È questa la dead line sulla quale si ragiona: l’assessore Paola Muraro ha politicamente i giorni contati. E in via confidenziale nessuno ne fa mistero, nè in Campidoglio nè soprattutto alla Camera, dove Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno trascorso l’intera giornata incontrando i deputati M5S.
La sindaca di Roma Virginia Raggi ufficialmente tiene il punto sulla linea garantista nell’attesa che arrivi, se davvero arriverà , un avviso di garanzia, al momento non ancora recapitato.
Intanto però si aggrava la posizione giudiziaria dell’assessore, indagata per abuso d’ufficio nell’ambito di una vicenda che coinvolge gli ex vertici di Ama, la municipalizzata che si occupa della raccolta rifiuti. Franco Panzironi, ex amministratore delegato di Ama arrestato nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale, sarebbe accusato di aver affidato insieme a Giovanni Fiscon delle consulenze annuali sospette all’allora specialista Muraro, per un totale di circa 500mila euro.
Quindi Grillo vorrebbe chiudere questo “stillicidio”, così viene definito da alcuni parlamentari romani, il prima possibile: il timore del leader, tornato capo politico, è che il Movimento possa subire un grave danno d’immagine se la vicenda giudiziaria dovesse precipitare.
Alla fine, per ragioni di opportunità politica e per evitare di catalizzare tutta l’attenzione sul ‘caso Muraro’, Grillo e il sindaco hanno deciso di non incontrarsi.
Sul leader, secondo quanto viene raccontato di chi lo ha incontrato, incombe questa spada di Damocle.
Da una parte vorrebbe scaricare l’assessore capitolino dall’altra però c’è il sindaco che frena: “Non è ancora arrivato l’avviso di garanzia, aspettiamo”, va dicendo Raggi nonostante a Palazzo Senatorio sia iniziata sottotraccia una moral suasion nei confronti dell’assessore con l’invito al passo indietro.
Tuttavia Muraro garantisce: “Raggi mi ha chiesto un passo indietro? No, ho il suo pieno sostegno”.
Lo stesso sostegno però non si può dire che arrivi dai parlamentari, sempre più insofferenti: “È il metodo di selezione che è sbagliato. Se si sbaglia il metodo, presto viene a galla. E a Roma è iniziato tutto male”, osserva una parlamentare che ha parlato a lungo con Grillo.
Comunicazioni senza intermediari.
“Basta con i filtri”, chiedono alcuni deputati. Grillo rassicura loro, pur sottolineando che l’ufficio comunicazione non si tocca perchè “ha ottenuto buoni risultati”.
Il taglio della torta, in occasione dei sette anni del Movimento, rappresenta la necessità di rinsaldare il valore della “comunità 5 Stelle”.
Ma l’occasione la festa non inganni. Le turbolenze del comune di Roma lasciano il segno e riverberano pure sui gruppi parlamentari.
Grillo e Casaleggio jr ascoltano e prendono appunti, incontrano i deputati a gruppi, in parte suddivisi per aree tematiche. Già , perchè la road map si innesta dopo la festa di Palermo e il rientro a pieno titolo con tutti i poteri dell’ex comico, con un menù composto di programmi a medio termine e gli impegni più vicini. In altre parole la dura opposizione al governo sulla legge di bilancio e la campagna per il no al referendum.
Oltre i programmi c’è da rimettere in sesto una macchina che nelle ultime settimane ha sbandato e dunque è lo stesso Grillo ad annunciare che “da oggi basta filtri, si torna al canale diretto tra me e voi”.
Frase che serve a rassicurare tutti quei deputati che lamentano di essere spesso messi all’angolo. Parole che confermano il sostanziale “fallimento”: “Da soli non ce la fanno, troppe difficoltà , alcune cose sono state difficili da gestire. Per questo sono tornato, ho ripreso in mano la situazione, è stato necessario”.
Salvo solo Luigi Di Maio, che non a caso ha cenato con Grillo e Casaleggio, e al quale il Movimento non può rinunciare.
“Siamo teste pensanti: prima parlavamo direttamente con Casaleggio e ora vogliamo continuare con Grillo”, gli umori captati tra i presenti più insofferenti.
Una rivendicazione che ha il sapore dell’ennesima rivolta contro Rocco Casalino, potente capo della comunicazione del Senato che in troppe occasioni avrebbe assunto anche un ruolo di controllo politico e non solo della gestione dei media.
La fronda contro di lui e la sua omologa alla Camera è nota da tempo e nel caso di Ilaria Loquenzi raggiunse il culmine quindici mesi fa quando dopo la sfiducia del gruppo a Montecitorio fu salvata da Gian Roberto Casaleggio in persona.
Anche questa volta Grillo ha difeso lo staff della comunicazione confermandone il ruolo ma disegnando uno schema più orizzontale e meno verticistico. “Non più i soliti, tutti andranno in tv” aveva promesso a Palermo.
E questa è forse l’unica vera svolta della trasferta romana.
(da “Huffingtopost”)
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