LE DIMISSIONI DEL SINDACO DELL’AQUILA CIALENTE: “SONO IN BOLLETTA, MA HO PERSO E MI DIMETTO”
LA GIORNATA PIU’ LUNGA DOPO QUATTRO ANNI DI INCUBO
Perchè si dimette da sindaco?
Ma siete stati voi del Fatto, no? Avete scritto che io sto qua col cerchio marcio intorno, e allora basta, me ne vado: è giusto così.
Se un suo assessore dice “che culo” avere il terremoto da gestire non è colpa del Fatto.
Allora cerchiamo di parlare chiaro: da quando è iniziato tutto, io ho continuato a ripetere una sola cosa. E cioè che troppa gente aveva troppi interessi su ‘sta tragedia. Che il governo doveva predisporre un piano per l’emergenza ma soprattutto mettere in piedi un sistema per ridare L’Aquila agli aquilani. C’è mai stato qualcuno che m’abbia preso sul serio?
L’assessore Tancredi l’ha scelto lei.
Esempio perfetto: Tancredi è un pezzo grosso dell’opposizione, un vecchio Dc che conta molto nel centrodestra. Dopo il terremoto mi fa: voglio dare il mio contributo, dammi una delega sulla ricostruzione. Io, sperando che un governo di salute pubblica potesse funzionare, gli ho affidato un ruolo sugli immobili del Comune, neanche sulla ricostruzione. Un segnale. Quando ho dato la notizia mi sono arrivati insulti di ogni genere, nel giro di una settimana gli ho tolto il mandato.
Pure il vicesindaco Roberto Riga, ora indagato per mazzette, stava all’opposizione, con Forza Italia. Era gente di cui si fidava?
Io ormai non mi fido neanche di me stesso. Dico solo che mi dimetto per un avviso di garanzia mandato ad altri. E che se uno governa una città in macerie con 19 gruppi in Consiglio comunale deve fare i salti mortali.
Nelle intercettazioni lei c’è. Parla con l’assessore dell’Udeur Ermanno Lisi degli appalti gestiti da Carlo Bolino, funzionario addetto alla ricostruzione delle strade.
Eh, appunto: e che dico io? Sto incazzato con Lisi, urlo perchè non mi va bene che Bolino scelga da solo a chi dare i 40 mila euro dell’appalto. Poi però mi hanno spiegato che l’appalto c’era già stato, e che Bo-lino mandava avanti il lotto secondo l’esito dalla gara. Comunque, vabbè, Bolino è un tipo così. I funzionari sono fatti così
Così come?
Forse non ci siamo ancora capiti: qua la torta è gigantesca e ha fatto gola a tutti. Ognuno tentava di prendersene un pezzetto mentre io urlavo a Roma: dateci una mano a scrivere regole più serie, per esempio sugli appalti. Com’è possibile che una ditta piccoletta possa avere lavori per 200 milioni di euro?
Chi di preciso doveva intervenire, secondo lei?
L’unico che ha provato a mettere i paletti è stato Fabrizio Barca. Dava i soldi e dava le regole. Poi se n’è andato, nessuno ha portato avanti i decreti attuativi e s’è fermato tutto. Mercoledì prossimo dovevo incontrare il ministro Trigilia per chiedere le sue dimissioni: su L’Aquila non sta lavorando per niente. E il 7 gennaio, il giorno prima del casino, ho incontrato il sottosegretario Legnini, pure lui abruzzese, per avvisarlo. Per dirgli che la politica se ne sta sbattendo di noi
Un’altra rogna per il Pd.
M’hanno chiesto di restare, sennò è peggio e sembra che c’ho colpa io. Invece io esco pulito, perchè ciò che ho fatto è stato per il bene della città , della mia gente. Di tutto il resto me ne frego.
Che dicono a casa?
Mio figlio sta a Barcellona con l’Erasmus, mi ha scritto un messaggino: chi ha fatto il suo dovere deve andare sempre a testa alta. Questo è importante per me. C’è un giornale on line che ha chiesto di segnalare a loro tutti i sospetti sulla famiglia Cialente: sono 14 i nipoti di casa mia, la chiamata alla delazione è roba da Shoah.
Accusano sua cognata di aver guadagnato con la ricostruzione di un appartamento.
Quando mai! Mio fratello non m’ha parlato per mesi perchè il Comune ha sostenuto la linea della valutazione ribassata.
Lei era la testa di legno in un sistema di furbetti?
Le carte che ho visto fin’ora, su questa ultima indagine, non quadrano tutte. Ma aspettiamo i processi, la verità verrà fuori e io non la temo. Mi fa rabbia un’altra storia.
Quale?
C’è in ballo un affare enorme, a L’Aquila. à‰ la ricostruzione privata, cioè i soldi che lo Stato pagherà per rifare le abitazioni crollate o danneggiate. Quelli che stano finendo nei guai sono tutti legati al business, sono procacciatori d’affari per questo giro qua.
Come funziona?
Semplicissimo. Lei ha una casa, o un appartamento in un condominio. L’assemblea deve decidere il progettista e l’impresa per fare i lavori. Roba che vale dai 500 mila euro ai 20 milioni a botta. In tutto fanno 10 miliardi, e la figura chiave è chi riesce a mettere in contatto i proprietari di casa con i costruttori: gente che guadagnerà la mediazione, chiamiamola così. E non esistono norme per blindare la procedura, la materia è libera da controlli e vincoli.
Chi farà i soldi ora?
Adesso vedranno gli altri che fare. Adesso vincerà il centrodestra.
E Cialente?
Cialente ha perso, Cialente si fa da parte. Torno a fare il medico con il conto corrente che sta sotto di 12 mila euro. Da sindaco prendevo 2.400 euro e non mi bastavano neanche a coprire le spese. Mi sono rimesso a lavorare per la Asl, questo mese ho preso 1.190 euro. La politica mi ha mangiato tutto.
Mai più sindaco?
In Italia fingiamo di voler fare le cose per bene, ma non è mica vero. Io crepo e sono tutti contenti. Amen.
Chiara Paolin
(da “il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply