LE FOTO SEGNALETICHE DI GRILLO E LA DESTRA CHE NON C’E’
IN ITALIA NON E’ ANCORA VIETATO CRITICARE
Dopo l’ultima esibizione verbale sui giornalisti “da segnalare”, con relativa foto “wanted”, l’ordine dei giornalisti ha finalmente scoperto che certa prassi ripetuta e costante può sconfinare nel reato di istigazione a delinquere e ha pertanto invitato la magistratura a non far più finta di nulla.
Dopo anni di comizi e dichiarazioni pubbliche in cui tutti sono stati sommersi di insulti e contumelie, qualcuno sta forse comprendendo che Grillo non è un comico prestato alla politica, ma un politico che sfrutta l’immunità del comico.
Come chi è portato o costretto a sopportare i dispetti del bambino scemo del vicino, liquidando le offese dietro un “poverino, non è normale”, le istituzioni italiane si sono sempre dimostrate “comprensive” di fronte a uno sproloquio verbale perseguibile ma mai censurato: “sono battute del repertorio da comico”.
La genesi ricorda molto la Lega della prima ora, quella dei Boso, dei Gentilini, dei Bossi che voleva andare “a prendere i fascisti casa per casa” (per sua fortuna non ha mai suonato alla porta di nessuno evitando almeno le randellate, ma non ha potuto impedire che alla sua suonasse la Guardia di Finanza contestandogli appena 40 milioni di ruberie padagne).
Grillo usa la violenza verbale godendo in fondo di immunità (e non ci riferiamo a quelle di frequentate ambasciate americane) e debolezza altrui, da parte di coloro che temono di farne un martire.
Poichè in politica il bluff paga ed è facile invertire la logica più elementare ecco che non è violenza occupare i banchi del governo ma è tale chi reagisce a una violazione di legge e cerca di cacciarli.
Ecco che è lecita la sceneggiata di salire sul tetto del Parlamento per farsi fare la foto ricordo e dichiarare “staremo qua a oltranza” e poi il mattino successivo scendere a farsi il capuccino con cornetto.
Che bella destra sarebbe quella che si fosse piazzata in massa alla porta, impedendo loro di rientrare in nome della coerenza: “volete fare i rivoluzionari? avete detto che starete sul tetto a oltranza? Bene ora voi state là e noi stiamo qua a oltranza”.
Perchè, cari amici di destra che guardate con favore a chiunque contesti il “potere” senza capire cosa si nasconde dietro, provate a leggere la storia del nostro Paese e vi accorgerete che, in periodi di crisi, sono sempre nati e sono stati “tollerati e favoriti” movimento utili a canalizzare la protesta e a congelare voti e movimenti di masse che altrimenti avrebbero preso altre strade.
Cambia solo la metodologia, non lo scopo finale da perseguire: chi ha rafforzato la strategia della tensione degli anni ’70? Chi avrebbe vinto le elezioni senza l’irruzione sulla scena dei Cinquestelle? Che governi avremmo avuto se certi “strappi” parlamentari non fossero stati bloccati da campagne acquisti di parlamentari?
Chi non si riconosce nelle attuali destre affaristiche taroccate e neanche in quelle che rivendicano a parole autonomia, salvo poi convergere sempre e comunque sull’azienda madre del Gran taroccatore, farebbe bene a “costruire un’alternativa”, non a latrare dietro al primo capobranco senza bussola.
La destra futura nascerà solo quando questa miope generazione caricaturale avrà avuto finalmente accesso al tanto ambito vitalizio.
E non potrà che essere europea, sociale e legalitaria, attenta ai diritti civili e alla solidarietà , rispettosa delle istituzioni e del senso di comunità nazionale.
Tutti concetti in antitesi a chi oggi si spaccia per rappresentante della democrazia diretta e poi registra di nascosto uno statuto con il nipote e il suo commercialista, a chi non prevede organismi democratici come un congresso che elegga a scadenza regolare i vertici, dove non si sa neanche chi sia il tesoriere, a chi sostiene di essersi ridotto lo stipendio ma non dice di percepire 11.200 euro invece che 13.700.
E potremmo riempire pagine e pagine…
Troppo facile abbaiare alla Luna, contando sull’inettitudine altrui.
Non tutti sono disposti a porgere l’altra guancia, c’e’ anche chi è portato a restuire gli schiaffoni con gli interessi.
I Cinquestelle sono un partito come gli altri, quindi accettino le critiche come tutti.
E se non gli sta bene, usando un termine a loro caro, possono andare a fanculo.
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