LEGA SOTTO ATTACCO A STRASBURGO SU ONG E MIGRANTI, IL M5S LA LASCIA SOLA
DIBATTITO SU SEA WATCH E CAROLA, LEGHISTI ALLA SBARRA DIFESI SOLO DAI LORO PARI SOVRANISTI… IL M5S: “PIANO MOAVERO SOLUZIONE GIUSTA”
Gli effetti del no dei leghisti alla nomina di Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea si vedono subito nell’aula di Strasburgo, ad appena 24 ore dal ‘fattaccio’ che rischia di ribaltare i rapporti di forza nel governo gialloverde.
Ore 15, dibattito sul caso Sea Watch e le ong che soccorrono migranti in mare con la ‘capitana’ tedesca Carola Rackete pluri-citata in una discussione in cui la Lega finisce alla sbarra, difesa solo dai sovranisti.
Soprattutto lasciata sola dai colleghi pentastellati di fronte agli attacchi dei socialisti, dei Liberali e anche del Ppe.
Ecco cosa dice l’eurodeputata M5s Laura Ferrara: “Il piano del ministro Moavero per una soluzione europea della crisi dei migranti va nella giusta direzione”. La trasformazione europeista del Movimento è compiuta: dal piano Salvini dei porti chiusi al ‘piano Moavero’ (magari con conseguenze anche sulla partita sul Commissario europeo che spetta all’Italia).
C’è da dire che ieri in aula proprio von der Leyen ha raccontato di aver accolto a casa sua un siriano di 9 anni e di essersi occupata del suo percorso di studi. Il vento non è a favore della Lega oggi.
All’indomani di un voto espresso da una maggioranza risicata ma prevalentemente europeista, socialisti, liberali e anche i Popolari partono all’attacco, mettendo sotto accusa la politica dei ‘porti chiusi’ di Matteo Salvini.
In pratica, il dibattito della maggioranza dà seguito all’indicazione del presidente dell’Europarlamento David Sassoli che anche oggi torna a insistere per una riforma del regolamento di Dublino, chiamando in causa i leader degli Stati membri: “Questa riforma è stata adottata dal Parlamento il 16 dicembre del 2017 ed è stata messa in un cassetto non tenendo in considerazione la decisione del Parlamento. Penso che sia arrivato il momento per farlo: invito il consiglio a farlo”.
Per il Pd interviene Pietro Bartolo, ex medico di Lampedusa eletto all’europarlamento: “Serve un nuovo piano europeo di ricerca e soccorso nel Mediterraneo”, dice chiedendo anche i corridoi umanitari.
“Quante persone devono morire prima che l’Europa metta in campo una missione di ‘search and rescue’ nel Mediterraneo ma più efficace di Sophia?”, chiede la socialista francese Sylvie Guillame.
“E’ passato un anno da quando gli italiani hanno chiuso i loro porti e violato le leggi internazionali — dice la liberale spagnola Maria Soraya Rodriguez Ramos del gruppo ‘Renew Europe’ – il 14 giugno un campo in Libia è stato anche bombardato e noi continuiamo a rimandare i migranti in Libia non ci prendiamo in Libia. E’ ora di muoverci invece su una nuova proposta per l’asilo”.
Anche i Popolari non sono affatto teneri con la Lega: “Credo che Ursula von der Leyen farà quello che ha detto: salvare ogni vita è la priorità e poi c’è la politica su relocations e asilo. Non mischierei le due cose insieme: sarebbe immorale — dice la polacca Magadalena Adamowicz del Ppe — La solidarietà è un dovere, non possiamo lasciare tutto ai paesi periferici e mi dispiace che il mio paese, la Polonia, non collabori. Dobbiamo aiutare chi cerca di venire in Europa in aereo: è l’unico modo per salvarsi dalle insidie dei barconi e del mare”.
Julie Ward dei Laburisti britannici: “Carola non è una criminale, ma un’eroina”.
Il cerchio si chiude quando parla il commisssario agli aiuti umanitari, il cipriota Christos Stylianides. “La Commissione — dice – ha sempre chiesto che gli Stati membri soccorranno le imbarcazioni in mare: è un obbligo, lo dicono le leggi internazionali. Ed è un dovere morale. Salvare vite è il primo passo per gestire l’immigrazione clandestina: vanno offerti canali alternativi, su questo va costruita una risposta europea basata sulla solidarietà tra Stati membri”.
La Lega non è mai stata così isolata in Europa.
Argomenta Ferrara dei cinquestelle: “Il piano del Ministro Moavero per una soluzione europea della crisi dei migranti va nella giusta direzione. Si affronta il tema di come salvare vite, individuare luoghi di sbarco, stabilire ricollocamenti automatici e obbligatori per i migranti, contrastare il business del traffico di esseri umani nel Mediterraneo, prevedere vie legali per chi ha diritto alla protezione internazionale, cooperare nelle aree di origine dei flussi interessate da conflitti, miseria e sfruttamento di risorse, stipulare accordi di riammissione per i rimpatri. Sono questioni di cui non possono farsi carico solo i paesi di primo approdo, come l’Italia, la Spagna o la Grecia, ma l’intera Unione europea. La mancanza di una posizione comune tra tutti gli Stati membri sull’equa ripartizione delle responsabilità e sulla solidarietà nelle politiche europee di asilo e di immigrazione, nel mortificare i principi contenuti nei trattati, fa perdere credibilità al progetto europeo. E’ lo stesso motivo per cui rimane affossata la riforma del sistema comune europeo di asilo, di cui auspico la ripresa senza che venga vanificato il lavoro già svolto da questo Parlamento”.
(da “Huffingtonpost“)
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