LETIZIA MORATTI RITORNA PREPOTENTEMENTE IN FORZA ITALIA MA NON NEL RUOLO DI COMPARSA
PER IMPRIMERE UNA SVOLTA MODERATA AL PARTITO PIER SILVIO E MARINA HANNO SCELTO UN POLITICO DISTANTE DAI SOVRANISTI
L’intervista con cui Letizia Moratti annuncia il suo impegno con Forza Italia ha molto colpito gli attenti osservatori delle vicende berlusconiane. L’ex sindaca di Milano sbarca nel partito fondato dal Cav non certo per fare la comparsa: avrà potere e possibilità di influenzare l’azione politica.
“Mestizia” non è certamente un profilo politico di destra, tanto è vero che alle ultime elezioni regionali in Lombardia è scesa in campo, sostenuta dal Terzo Polo, contro la destra di Meloni e Salvini. Non ha mai mancato di ricordare il padre partigiano, l’impegno civile con San Patrignano e l’intervista che la consacra nuovo astro di Forza Italia non l’ha certo rilasciata al “Corriere della Sera” filo-meloniano né all’antipatizzante “Repubblica”, ma ha scelto una via di mezzo, cioè “La Stampa” di Andrea Malaguti.
La “moderazione” sarà probabilmente al centro della sua avventura: un baluardo da opporre a certi estremismi di Salvini e ad altre sbandate fazzolar-meloniane. Aver coinvolto Letizia Moratti nel partito è la dimostrazione che Pier Silvio e Marina Berlusconi vogliono imprimere un cambiamento concreto, evidente, per rendere il giocattolino sempre meno supino a Fratelli d’Italia.
L’arrivo di Lady Brichetto Arnaboldi non ha trovato la resistenza del merluzzone con origini ciociare, Antonio Tajani. Dovendo tutto a Silvio Berlusconi, e avendo ottenuto dalla politico più di quanto il suo carisma floscio avrebbe lasciato immaginare, l’ex monarchico si fa concavo e convesso per rispettare la volontà dei figli del Cav. Il 70enne, già ex presidente dell’Europarlamento e commissario UE, e adesso ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, ballerà qualche altro anno prima di ritirarsi a un’onorevole pensione.
Per questo non si opporrà al nuovo progetto di Forza Italia tendenza Moratti-Berlusconi.
L’idea del trio è dare una nuova identità e un profilo più marcato, in chiave centrista-popolare, al partito. Anche la scelta dei quattro vicesegretari, che dovranno coadiuvare Tajani, risponde a una strategia più ampia di riorganizzazione.
I “fab four” prescelti sono Alberto Cirio, in quota Nord, Roberto Occhiuto in quota Sud (la Calabria è un feudo azzurro e proprio Occhiuto, vicino a Tajani, potrebbe essere il fantomatica “vicario”), Deborah Bergamini, in quota Roma (dovrebbe raccogliere l’eredità diplomatica di Gianni Letta) e infine il “golden boy” Stefano Benigni, in quota “giovani”, in quota Marta Fascina, con l’imprimatur del mondo siciliano (Dell’Utri).
Il governatore della Sicilia, Renato Schifani, avrebbe voluto essere tra i vice, ma, dimostrando una certa ingordigia, sembra non ricordare come sia diventato presidente della Regione: per consegnargliela, Berlusconi convinse Giorgia Meloni a immolare l’incolpevole Musumeci, che avrebbe ottenuto facilmente un secondo mandato, e invece ha dovuto levare le tende da Palermo per far posto all’ex presidente del Senato.
Nell’intervista alla “Stampa”, Letizia Moratti manda un avvertimento anche alla “vedova morganatica”, Marta Fascina: la sprona a impegnarsi di più in politica, e dunque a sloggiare da Arcore, per tornare finalmente a Roma, tra gli scranni di Montecitorio. A tal proposito, la giovane deputata dovrà iniziare a pagare di tasca proprio le due segretarie che ha a disposizione, visto che Forza Italia non intende più provvedere all’incombenza.
La strategia della moderazione, che Pier Silvio e Marina vogliono imprimere a Forza Italia attraverso Letizia Moratti, è già in corso a Mediaset: l’ennesima conferma di questa tendenza è la mielosa profferta di “Pierdudi” a Fabio Fazio, con cui gli ha spalancato le porte del Biscione nel prossimo futuro.
La scelta di affidare a Fabiolo, tanto caro al Pd tendenza Veltroni, la conduzione dello speciale per ricordare Maurizio Costanzo, è il chiaro segnale di un cambio di strategia: Fazio non è mai stato molto vicino a Costanzo, che non lo considerava, a differenza di altri talenti da lui scovati e allevati, una sua “creatura”. Il conduttore savonese, inoltre, non ha mai nascosto le proprie simpatie politiche, che non solo non si sono mai incrociate con l’epopea del Cav, ma che lo hanno trasformato in uno dei televolti più detestati dal centrodestra.
Pier Silvio non vuole che Mediaset sia ancora una tv per casalinghe, ma immagina un polo editoriale intellettualmente più vivace, motivo che lo ha spinto a ingaggiare le “sinistrelle” Bianca Berlinguer e Myrta Merlino, e a congedare la Regina del trash, Barbara D’Urso, tanto cara a Babbo Silvio.
Non è, probabilmente, una scelta solo editoriale. A muovere “Pier Dudi” c’è, da un lato, l’esigenza di rendere più pluraliste le sue reti (una televisione al servizio di Forza Italia fa meno ascolti e rende meno). Dall’altro, emergono profili personali quasi freudiani: Pier Silvio vuole dimostrare la sua autonomia di giudizio nella gestione dell’azienda. Per questo, pur ricordando sempre e con toni amorevoli il padre, non perde occasione per discostarsi dalle sue scelte. Vuole rendere evidente la diversità della sua guida. Una discontinuità editoriale nella continuità affettiva, utile ad affermare la sua leadership.
(da Dagoreport)
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