L’EX SINDACO SCERIFFO LEGHISTA DI TREVISO: “UN CAPO CHE SBAGLIA DEVE PAGARE, SALVINI SI DIMETTA”
GENTILINI NON LE MANDA A DIRE: “DEVE PAGARE ANCHE CHI NELLA LEGA SI E’ MESSO AD ANGOLO RETTO DAVANTI A LUI”
La fibrillazione in casa della Lega è palpabile, anche se nessuno contesta il segretario Salvini per l’apertura di una crisi che potrebbe non portare alle elezioni, come il ministro dell’Interno avrebbe voluto.
In un partito dove nessuno ha mai osato criticare Bossi fino a che non è stato travolto dalle note vicende giudiziare, non ci si può aspettare che le critiche vengano allo scoporto, ma il malessere è palpabile, sia tra gli elettori in calo che tra i dirigenti.
Solo un grande vecchio come Giancarlo Gentilini, ex sindaco di Treviso, può permettersi di farlo.
Intervistato dall’emittente locale Antenna Tre, il novantenne “sceriffo” ha detto: “Un capo che sbaglia deve pagare, e anche chi si era messo ad angolo retto davanti a lui. Ha sbagliato a non prevedere le conseguenze delle sue azioni, quando un capo dovrebbe fare esattamente questo. Ora la scelta sta a lui: o continuare, o nominare una persona in sua sostituzione come capo carismatico della Lega”.
L’accusa è di aver aperto la crisi spalancando la strada a un’intesa Pd-M5S.
“Salvini, non hai tenuto conto di trecento parlamentari che prendono 17mila euro al mese, che avrebbero dato tutto pur di rimanere seduti su quegli scranni dorati. Non hai capito che le tue affermazioni ‘voglio tutto il potere’ e ‘andiamo da soli’ contrastano con i proverbi dei nostri vecchi, che cinque schei de mona fa ben a tutti”. Il detto veneto significa che è meglio fingersi tonti, per poi essere più furbi degli avversari.
E invece? “Le masse sono fluttuanti, il popolo è una banderuola. Se il prossimo governo porterà qualche provvedimento che ridurrà le tasse o eliminerà le accise, come anche Salvini voleva fare, per la Lega il futuro sarà difficile. Il popolo va da chi offre possibilità di sopravvivere
(da agenzie)
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