L’INCONTRO SALVINI-BERLUSCONI PER RITORNARE AL POTERE? NO GRAZIE, BASTA LEADER A VITA E ACCORDI CONTRONATURA PER MERO INTERESSE
UNA COMPONENTE REALMENTE LIBERALE NON HA NULLA DA SPARTIRE CON IL SOVRANISMO… OCCORRE RICOMINCIARE DA BASI CULTURALI E DELINEARE UN NUOVO PROGETTO DI SOCIETA’, VOLARE ALTO NON CAVALCARE IL LIVORE
È di oggi la notizia relativa all’incontro tra Berlusconi e Salvini, un incontro all’esito del quale i due leader avrebbero convenuto di “continuare ad essere” un fronte unito, sia in termini di opposizione al governo “giallorosso“, che in vista delle prossime elezioni amministrative.
Dal punto di vista del pragmatismo politico, della possibile conquista del potere, il ragionamento non farebbe una piega. Ma può bastare il pragmatismo? Può essere sufficiente, una cosa del genere, a costruire una solida alternativa culturale, prima ancora che politica, alle sinistre?
In tutta sincerità penso proprio di no
La Lega di Salvini, per chi crede in certi valori, è un soggetto politicamente inaccettabile ed insostenibile: un miscuglio di livore nazionalista e statalista misto ad un liberismo economico sbiaditissimo e da toni di chiusura così inaccettabili da far invidia soltanto a FdI.
L’ala sovranista del “centrodestra” continuerà a cavalcare il ritornello degli ultimi anni, da un lato, perchè convinta della bontà dei sondaggi; dall’altro, perchè priva di uno spessore culturale e politico capace di farle fare altro.
Nel bene e nel male Forza Italia potrebbe rappresenterebbe ancora una possibilità , ma non così com’è! Non si può fare il leader per sempre e non sempre si possono accettare certi “matrimoni”.
Oggi come oggi servirebbe una grandissima ventata d’aria fresca, sia in termini di uomini e donne, che avuto riguardo al panorama ideale di riferimento.
L’autentica capacità di avere visioni ardite anche rubando certi argomenti alla solita demagogia della sinistra, nel caso. Il mondo e, con esso, la società , sono profondamente cambiati negli ultimi vent’anni e la solita formula “liberali in economia”, “conservatori” nei valori, non regge proprio più.
Ancor di meno regge un’alleanza basata soltanto sulla voglia di potere.
È fuor di dubbio che il potere sia necessario alla politica: senza di esso non sarebbe possibile, nè realizzare le proprie idee, nè portare avanti la propria visione.
Ma, prima ancora di quello, una politica di qualità dovrebbe avere, darsi ed incarnare una “missione laica” di più ampia portata culturale e filosofica.
Sono le idee ed i concerti a dare corpo alla politica: la loro ricerca, il loro approfondimento, la loro rimeditazione e rivisitazione, in termini rigorosamente scientifici, così come la loro diffusione, non sono, e non dovrebbero mai rappresentare, un mero optional.
Epurato il campo dalle questioni gnoseologiche, sono sempre stati tre i grandi temi della filosofia, anche politica: l’individuo, la società e lo stato.
E allora, che importanza vogliamo dare all’individuo ed ai suoi “colori”? Come la vogliamo concepire la società ? E lo Stato, come lo vogliamo?
Dopo di che, quali dovrebbero essere i rapporti tra queste “ragioni”, tra queste realtà , e tutto ciò che è “dimensione sovranazionale”
È vero: sono soltanto “macro-argomenti”. Quanto basterebbe, però, per riportarci sul terreno di una più seria mappa concettuale sulla quale lavorare. Cavalcare le notizie e vivere di “immanente quotidianità ”, non basta.
Il potere serve. È uno strumento necessario, ma se a quello si fosse (e si è) capaci di unire l’autorevolezza, beh, a quel punto si sarebbe quasi vicini alla virtù.
L’attuale centrodestra avrà pure il favore dei sondaggi, forse: ma siamo così sicuri che lo abbia pure per tutti coloro ai quali il relativo quesito non sia stato posto?
Siamo così convinti che la coeva “deriva nazionalista”, peraltro sistematicamente conservatrice nei valori, si appartenga a tutto il popolo dell’ideale area di centrodestra?
La “lotta” alle sinistre vogliamo continuare a considerarla sempre limitata o siamo capaci di competere a livelli più alti?
Perchè, diciamocelo una volta per tutte, la sinistra avrà sempre un vantaggio: ha più solide basi culturali; ha sempre più sete di ricerca della verità .
Per quanto gli slogan possano essere (e siano) un efficace strumento di comunicazione sintetica, non dimentichiamo mai che dietro ad ogni vicenda umana e sociale c’è la vita delle persone, con le loro ricchezze e con le povertà
Certe disquisizioni non sono mera teoria: sono vita vissuta. Facciamoci attraversare dal dubbio, quindi.
Avventuriamoci nei più esaltanti sentieri dell’ignoto.
Osiamo e guardiamo oltre: il centrodestra, volendo, potrebbe essere bellissimo…
Salvatore Totò Castello
Right Blu – La Destra liberale
Leave a Reply