LISTA GRILLO GENOVA: L’INCIUCIO CON TOTI E SALVINI E’ UN ANTICIPO DI QUELLO NAZIONALE, MA NON CONVIENE A NESSUNO AMMETTERLO
COSA SI NASCONDE DIETRO IL CASO CASSIMATIS: UN DISEGNO PRECISO PER FAVORIRE LA NUOVA MADONNA BUCCI DA PORTARE IN PROCESSIONE CON I POTERI FORTI
La vicenda Cassimatis potrebbe apparire un ennesimo capitolo delle tragicomiche avventure del M5S e della incapacità di rispettare le regole interne da loro stessi approvate.
Nessuno avrebbe infatti impedito ai Cinquestelle di indicare un nominativo a loro gradito come candidato sindaco di Genova, come peraltro fanno tutti i partiti.
Ma dato che i militanti vivono nell’illusione della democrazia diretta, dell’uno vale uno, ecco la pagliacciata delle votazioni “modello Genova”.
In realtà da tempo il candidato “unto dal Signore” doveva essere tale Pirondini, fedele alla linea di Grillo e della sua “creatura” Alice Salvatore, un agente di commercio che piazza polli per la città e che è stato indicato come “tenore del Carlo Felice” perchè fa più chic, anche se suona la viola e ha contratti da precario con enti musicali.
Dopo l’addio al M5S del capogruppo in comune Putti (persona perbene) e di altri tre consiglieri genovesi, uno in Regione e uno a La Spezia, il Movimento era alla frutta .
Quindi dato che bisognava mettere in scena la farsa delle comunarie per incoronare Pirondini, andava bene che ci fosse almeno un’altro candidato: la vittima sacrificale della democrazia diretta doveva essere Marika Cassimatis.
Ma qualcosa è andato storto, hanno votato appena 700 iscritti genovesi e ha vinto chi doveva perdere, segno di quanto contino Grillo e la Salvatore in città .
Da qui il dramma o la farsa di queste settimane, con la povera Marika accusata di collusione con il nemico e inverencondi tentativi di farla fuori con palesi violazioni del regolamento, ovviamente cassati oggi dal tribunale.
Il più clamoroso, anche se il meno citato, è stato quello di far ripetere la votazione facendo esprimere gli iscritti di tutta Italia quando il regolamento prevede tassativamente che possano votare solo i genovesi.
Perchè questo errore? Perchè il rischio della seconda votazione era che Pirondini non raccogliesse neanche i 300 voti del primo turno e la figura sarebbe stata catastrofica.
Ma solo chi conosce un po’ l’ambiente genovese ha capito che l’obiettivo è un altro: non presentare la lista. Ed è stato ormai raggiunto.
Per quale motivo? Essenzialmente due, collegati tra loro.
1) Perchè Genova è in fase di implosione sociale (vedi caos su privatizzazione Iren) e il M5S non ha interesse, prima delle politiche, di ritrovarsi un altro caso Raggi, con realtivo calo di consensi e perdita di immagine. Meglio non governare che farsi conoscere.per quello che si è.
2) Fare un favore al centrodestra e alla linea sovranista di Toti e leghisti , quelli con cui Grillo pensa di governare un domani, anche perchè da solo non andrebbe da nessuna parte. State certi che Grillo, da qui a giugno, non dirà mai di votare Bucci (cdx), ma attaccherà ogni giorno Crivello (csx), un modo soft per indicare “chi non preferisce”.
E’ interessante notare che Bucci, manager ammanigliato coi poteri forti (ma su questo torneremo a tempo debito) è ormai portato in processione per Genova come la Madonna dalle truppe più svariate: si alternano come portatori della statua i leghisti che a parole predicano contro le multinazionali e che sono i suoi pricipali sponsor, i fratellini d’Italia sovranisti che sperano nella poltroncina di vicesindaco, fino agli amichetti di Alfano e a quelli di Fitto, nonchè ai questuanti della sedicente destra identitaria di Alemanno.
Con la regia del Gabibbo Bianco Toti, che ha firmato più “convenzioni del nulla” in due anni a favore di telecamere che il presidente degli USA.
E Grillo non poteva che trovare in questo ambiente la sua collocazione naturale, basta conoscere come la pensa, cosa che ai genovesi meno distratti è ben nota.
Un investimento per il futuro, una cambiale da riscuotere sul tavolo nazionale, altro che perderci nella disamina del caso Cassimatis.
Sono scelte aziendali, la politica è altra cosa.
Non è obbligatorio capirlo a tempo, ma ci sarà sempre un tempo per capirlo.
Anche se sarà troppo tardi per riprendersi la scheda nell’urna.
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