LIVORNO, GAFFE E SCIVOLONI DEI CINQUESTELLE: LA FORMAZIONE DELLA GIUNTA PROCEDE COME UNA LUMACA
TENSIONI E INCIAMPI ANCHE PER IL PD
L’hanno già ribattezzata la “politica del solleone”.
Ed effettivamente con l’afa da 36 gradi degli ultimi giorni (prima della tregua con pioggia di lunedì), non è stato facile essere lucidi e qualche abbaglio c’è stato a Livorno.
Anche e soprattutto in politica, dove gaffe e scivoloni si sono alternati tra maggioranza (pentastellata) e opposizione del Pd.
L’ultimo colpo di scena è stata la richiesta da parte di un gruppo minoritario dei Cinque Stelle livornesi di dimissioni di un assessore (reo di essersi candidato in passato con il Pd, anche se lui nega) e di “revisione” di altri due, anch’essi poco graditi regolamento alla mano.
Anniversari e assessori
Un altro amministratore, Simona Corradini, era già stata “congedata” dal sindaco, il giorno dopo la nomina: si era presentata alle elezioni nelle liste di un altro movimento, pratica assolutamente vietata dal regolamento dei pentastellati.
Se poi aggiungiamo che alla giunta livornese manca ancora l’assessore al Bilancio (poltrona fondamentale per una città in crisi totale) la svolta labronica sembra apparire molto fragile e stentata.
Dall’altra parte delle barricate, nel Pd ancora ferito dalla dèbà¢cle elettorale arrivata dopo 69 anni di potere ininterrotto, è arrivato un inciampo a dir poco clamoroso.
Per la prima volta dal Dopoguerra a oggi nessuno del partito si è presentato alle cerimonie per il settantesimo anniversario della Liberazione della città .
Un’assenza che ha fatto imbestialire i partigiani dell’Anpi e scandalizzato la città .
Il capogruppo del Pd ha chiesto scuse immediate: «Siamo stati disattenti e disorganizzati, non ci sono scuse», ha detto Marco Ruggeri, ma intanto la frittata è già stata fatta.
Con molti mugugni e accuse, a microfoni spenti, di una svolta a destra dell’ex granitico partitone capace di ottenere percentuali bulgare.
I motivi del malcontento interno al Pd? Dopo la sconfitta elettorale, il partito sta subendo di fatto un commissariamento da Firenze detestato dai più.
Non solo perchè la base (e i vertici) del partito labronico non sono renziani (a parte qualche adesione forzata dell’ultim’ora), ma perchè l’ingerenza del capoluogo viene guardata con sospetto per motivi economici-campanilistici (porto, aeroporto, investimenti nelle infrastrutture).
Sul fronte grillino, intanto, si cerca di dare una svolta e a far ingranare la giunta accelerando la nomina dell’assessore al Bilancio.
Il sindaco Nogarin (che alla cerimonia dei partigiani c’era e si è pure commosso) sta puntando a dare uno scossone alla città .
Puntando ai poteri consolidati che a suo parere hanno rallentato lo sviluppo del porto, la più importante risorsa della città , e dando nuovo impulso a cultura, commercio e ambiente.
Nogarin è un ecologista convinto. Sabato ha partecipato applauditissimo al convegno nei No Autostrada-Tirrenica a Capalbio e da sempre si è schierato contro il rigassificatore, oggi realizzato, ma rivelatosi un flop che nonostante realizzato da privati i contribuenti dovranno pagare con l’aumento delle bollette.
Nogarin sta anche tentando un pacificazione tra Livorno e Pisa (si è schierato a favore della città per difendere l’aeroporto contro Firenze che vorrebbe il suo più grande e potente) e sogna un’area metropolitana comune.
Ma adesso deve combattere la contingenza politica e la fronda nel suo movimenti. «Una piccola minoranza, quattro gatti», minimizza lo staff del primo cittadino.
Ma intatto ci sono e continuano a infilzare la giunta su regolamenti e contro regolamenti.
Rischiando di paralizzarla.
Marco Gasperetti
(da “il Corriere della Sera”)
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