LO STORICO DELL’ARTE SETTIS STRONCA LO STADIO DELLA ROMA: “E’ LA PROSECUZIONE DI PESSIME ABITUDINI”
“NESSUN RISCATTO DELLE PERIFERIE DEGRADATE, SOLO UNA SPECULAZIONE”
“Questo progetto non è una risposta alla crisi economica nè alla macelleria sociale che ne consegue, e nemmeno al degrado di quell’area, ma la prosecuzione di pessime abitudini”.
Non usa mezze parole l’archeologo e storico dell’arte, Salvatore Settis, sul progetto del nuovo stadio della Roma.
In un editoriale pubblicato da Repubblica dal titolo “All’ultimo stadio”, Settis motiva la sua contrarietà : il progetto “non propone di costruire impianti sportivi o uffici riscattando le periferie più cadenti o recuperando edilizia di pregio (come lo Stadio Flaminio o l’edificio Inps a Piazza Marconi), ma punta su un’area a verde agricolo con vincoli paesaggistici e archeologici”.
Per Settis la vicenda stadio è “una cartina di tornasole: non lo storytelling ma la verità dei fatti mostrerà chi sta dalla parte della legalità , e chi alla Costituzione preferisce la speculazione”.
Ecco come lo storico dell’arte spiega il suo ragionamento.
“In questo “paese senza”, lo storytelling è ormai un instrumentum regni. C’è un problema? Basta dire che si è trovata la soluzione (senza dire quale) e tutti si placano. Quando arriva il momento della verità la soluzione, quella vera, non interessa più a nessuno. Abbiamo visto governi annunciare, dopo un Consiglio dei ministri, interventi che salvano la scuola, esaltano la cultura; per poi scoprire che il testo era ancora tutto da scrivere. Vediamo ora il Comune di Roma adeguarsi al costume, e fare altrettanto con la vicenda stadio. La discussione, anche dentro un M5S sempre più diviso (ma sempre più forte grazie alle debolezze altrui), riguardava l’enormità dell’operazione edilizia, in cui lo stadio è una piccola parte rispetto a un milione di metri cubi di costruito, un Business Park con tre grattacieli firmati dall’archistar di turno (altezza 220 metri). Dopo il consueto zig-zag di dichiarazioni, ecco il miracolo: dimezzate le cubature (ma dove?), decapitati i grattacieli (ma di quanto?), ridotte le opere pubbliche (e il verde?). La descrizione cambia a seconda di chi ne parla: l’importante è dire che c’è l’accordo fra Roma (intesa come città ) e la Roma (intesa come società calcistica). L’importante è che il M5S dia un messaggio rassicurante: anche a noi piace l’urbanistica contrattata, state sereni. Non siamo poi così radicali, non temiamo di varcare “la linea d’ombra del cemento” (Tomaso Montanari, Repubblica, 14 febbraio)”.
Per Settis, il problema principale che ruota intorno al progetto del nuovo stadio della squadra giallorossa, “quale che sia la cubatura prevista”, è quello della legalità , anzi “di legalità costituzionale”.
(da “Huffingtonpost”)
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