L’ULTIMA SPIAGGIA: RINVIARE IL VOTO SU BERLUSCONI
IL PD GLI DARà€ TEMPO PER DIFENDERSI IN GIUNTA…COSàŒ SI CHIUDE LA FINESTRA ELETTORALE DEL 2013
Prendere tempo. L’unica strategia partorita da tutti coloro che danzano attorno alla cosiddetta agibilità politica di Silvio Berlusconi, lui compreso, è questa.
Una soluzione non c’è, prendiamo tempo.
Solo che le aspettative dietro quelle settimane che si potranno ricavare attraverso qualche tecnicismo nella Giunta delle Elezioni in Senato sono assai diverse.
Il Quirinale, per dire, che ieri è tornato al centro della scena grazie ad una sfilata di ministri ricevuti da Giorgio Napolitano, ha un’unica intenzione: chiudere la finestra elettorale d’autunno. Per questo ci tiene a dare l’idea di essere attivo sul fronte delle preoccupazioni di Silvio Berlusconi e del governo: il capo dello Stato, infatti, ieri prima s’è fatto relazionare da Enrico Letta sul suo colloquio con Alfano; poi ha ricevuto Annamaria Cancellieri — che aveva giusto in mattinata ribadito la sua preferenza per l’amnistia — per parlare di carceri e provvedimenti sulla giustizia; infine s’è intrattenuto con Fabrizio Saccomanni, reduce da una riunione tecnica sull’Imu a palazzo Chigi.
Insomma Napolitano — l’unico davvero in grado di dare qualcosa all’ex Cavaliere grazie ai suoi superpoteri costituzionali — ha passato il 22 agosto in un tour simbolico sui temi più cari a Silvio: la sua persona, la giustizia, la tassa sulla casa.
Tutto programmato, tutto già previsto, eppure le fragili speranze di vita del governo dei quarantenni esistono solo finchè esiste l’allergia al voto di Giorgio Napolitano.
Il responso del Colle dopo questa giornata particolare, pare, è che il governo potrebbe perfino farcela.
Nel frattempo, ad ogni buon conto, anche dentro al Pd ci si comincia a convincere che guadagnare un po’ di tempo non è una brutta idea.
Niente rinvii sine die della decadenza di Berlusconi e nemmeno improponibili ricorsi alla Corte costituzionale, ma qualcosa bisognerà pur concedere: la Giunta, ha detto ieri Giorgio Tonini alla Stampa, “ha il dovere di garantire un approfondimento serio, una discussione che non lasci il dubbio di una decisione affrettata”; e Luciano Violante, stavolta su Repubblica , sostiene che Berlusconi “deve avere tutte le possibilità di difendere le proprie ragioni”.
Non si parla di tempi biblici: tra bocciatura della relazione di Andrea Augello il 9 settembre, nomina di un nuovo relatore, audizioni e discussioni in punta di diritto si può arrivare tranquillamente a fine ottobre.
A quel punto non si può più votare nel 2013 e alle Camere sarebbe già cominciata la sessione di bilancio: a quel punto,con una Finanziaria aperta e senza prospettive di voto fino al gennaio/febbraio 2014, le probabilità di una crisi al buio sarebbero assai minori anche in caso di cacciata dell’ex Cavaliere da palazzo Madama.
Vuoi per la possibilità di convincere qualche gruppo di transughi grazie alla principe tra le leggi di spesa (o con qualche posto di sottogoverno), vuoi perchè Napolitano potrebbe a quel punto sbilanciarsi su una commutazione dell’intera pena, compresa quella accessoria che arriverà l’anno prossimo.
C’è una domanda a cui non c’è ancora risposta, nemmeno dopo il colloquio — non confermato — tra il presidente ad honorem delle colombe Pdl, Gianni Letta, e il capo dello Stato: perchè Berlusconi dovrebbe accettare di essere sostanzialmente messo fuori gioco senza alcuna garanzia sul suo futuro.
E, infatti, l’intervista rilasciata a Tempi e diffusa ieri non pare lasciare spazio a mezzo misure: “Se due amici sono in barca e uno dei due butta l’altro a mare, di chi è la colpa se poi la barca sbanda?”, mette a verbale l’ex premier.
Non fosse stato chiaro, il nostro parla di “una sentenza infondata, ingiusta, addirittura incredibile” e sostiene che per salvarlo ci sono “molte strade”: basta seguire la Costituzione e il buon senso.
Anche Angelino Alfano, prima di presentarsi a rapporto ad Arcore, è tornato sul tema: “Chiedo al Pd che in Giunta non dia un voto contra personam. Vogliamo che la vicenda della decadenza venga trattata come se riguardasse uno dei loro senatori”.
Su questo punto, però, la risposta del Pd è sempre picche: oltre il rinvio di qualche settimana non si va: “Agli ultimatum basta rispondere con un principio molto semplice: non si barattano legalità e rispetto delle regole con la durata di un governo. Mai”, dice il ministro Dario Franceschini; “non potremo che votare la decadenza”, sostiene pure il collega (renziano) Graziano Delrio.
La soluzione, insomma, non c’è: “Secondo me finisce male. Con una crisi al buio in un momento delicatissimo”, prevede una fonte governativa democratica. Anche nell’inner circle berlusconiano, infatti, c’è già chi si prepara alla guerra: l’idea circolata in questi giorni è di fermare tutto per un po’ e far coincidere la sottrazione della fiducia al governo Letta con il lancio pubblico di Forza Italia a fine settembre.
Marco Palombi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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