MACRON SCATENATO, “A’ LA GUERRE” CONTRO I POPULISTI: GRANDE RIMONTA NEI SONDAGGI, 11 PUNTI IN 30 GIORNI, E’ AL 34%
IL LEADER EUROPEISTA RITROVA IL SUO POPOLO, CENTINAIA DI INCONTRI NEI PICCOLI CENTRI DELLA FRANCIA LO FANNO RITORNARE AI LIVELLI PRECEDENTI AL FENOMENO DEI GILET GIALLI… E ORA VUOLE REGOLARE I CONTI CON M5S E LEGA, MENTRE I GIORNALI FRANCESI ATTACCANO LE INGERENZE DEL GOVERNO SOVRANISTA ITALIANO
Un messaggio diplomatico forte, ma anche un chiaro segnale interno, lanciato in vista delle prossime elezioni europee.
Facendo richiamare l’ambasciatore di Francia a Roma, Christian Masset, il presidente Emmanuel Macron ha giocato su due fronti, aprendo una nuova strategia politica che potrebbe segnare un punto di svolta in questa fase del suo mandato.
Dinnanzi agli attacchi ricevuti dal governo gialloverde nelle ultime settimane, Parigi ha cercato inizialmente di mantenere un basso profilo, limitandosi a respingere le critiche nella speranza che ai cugini italiani passassero i bollenti spiriti.
Un atteggiamento quasi serafico quello della Francia, impegnata nel mentre a calmare le proteste dei gilet gialli che stavano bloccando il paese.
Così, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno continuato a sferrare i loro attacchi sulla Tav, il franco CFA e le politiche migratorie, aprendo ogni settimana un caso diplomatico.
La pazienza dall’altro lato delle Alpi sembra essersi esaurita nel momento in cui il Movimento 5 Stelle ha cominciato a tendere la mano ai gilet gialli, offrendo loro supporto e sostegno logistico.
Un’ingerenza inammissibile da parte di un paese alleato, che ha fatto scattare subito la convocazione al ministero degli Affari esteri francese dell’ambasciatrice italiana, Teresa Castaldo.
L’escalation di tensione tra i due paesi è poi continuata con l’incontro avvenuto questa settimana a Montargis, a sud di Parigi, tra Di Maio e un gruppo di gilet gialli apparentemente legati a una delle liste che si presenteranno alle elezioni europee. Una provocazione “inaccettabile” secondo il Quai d’Orsay, che ha sollevato seri dubbi sulle reali “intenzioni del governo italiano nei confronti della sua relazione con la Francia”.
“Nel linguaggio diplomatico richiamare il proprio ambasciatore significa far capire che si è arrabbiati, è uno dei codici solitamente utilizzati in casi simili”, spiega il politologo Olivier Costa all’HuffPost.
I gilet gialli sono visti come un movimento sociale relativamente violento e disordinato che tutti i sabati mette a ferro e fuoco alcune città .
Per questo – continua Costa – il fatto che un rappresentante politico possa incoraggiare una simile protesta con un incontro stupisce e viene considerato come un’ingerenza”.
Con un atto di forza, Macron ha voluto dimostrare al paese e ai gilet gialli che non verrà ammessa nessuna intromissione esterna, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee.
In queste ultime settimane il presidente Macron sta riguadagnando molto terreno nei sondaggi rafforzando la sua immagine dopo la crisi che lo ha colpito negli ultimi mesi.
Secondo l’ultima indagine, il capo di Stato ha guadagnato sei punti nell’opinione pubblica salendo al 34%.
La mossa diplomatica di oggi è un “chiaro segnale inviato a figure come il presidente russo Vladimir Putin o Steve Bannon, l’ex consigliere del presidente Donald Trump, che vedono positivamente i gilet gialli e sperano nell’indebolimento di un paese pro-europeo come la Francia”, afferma Costa. Proprio Macron durante la campagna delle presidenziali nel 2017 era stato vittima di alcune fake-news provenienti da Mosca.
Macron è velocemente risalito: un sondaggio Ifop diffuso oggi ha confermato e rafforzato la curva della rimonta del presidente francese Emmanuel Macron, che a dicembre era sprofondato al 23% di preferenze e che oggi – poco più di un mese dopo – è risalito al 34%.
La sua rimonta ha coinciso con l’inizio dell’offensiva del dialogo voluta dal presidente, il cosiddetto “Grande dibattito nazionale”. Al quale partecipano migliaia e migliaia di cittadini e politici locali ma anche ministri del governo e in alcuni casi anche il presidente in persona.
Già a gennaio, in molti erano stati sorpresi dalla rimonta inattesa di 5 punti, adesso il passo è stato ancora più lungo: risalita di altri 6 punti rispetto a gennaio.
Per analisti e politologi, il presidente ha saputo riprendere in mano la situazione e dettare un nuovo calendario, dopo aver fatto importanti concessioni il 10 dicembre sul potere d’acquisto.
Andando incontro ad alcune richieste dei manifestanti ha attenuato l’immagine di inflessibilità che accompagnava Macron, smorzando così la rabbia dei gilet gialli più moderati. Che, ora in un paesino di campagna, due giorni fa nella banlieue di Parigi, vedono materializzarsi il presidente della Repubblica che si mette a discutere sulle loro richieste in affollate assemblee cittadine.
Il Grande dibattito sembra aver coinvolto la gente comune al di là delle aspettative e centinaia di dibattiti locali continuano ad essere programmati ogni giorno nelle palestre, nei municipi, nei capannoni industriali.
(da agenzie)
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