MARONI SI CREDE IL DITTATORE DELLA REPUBBLICA DELLE BANANE
SCONTRO SCAJOLA-MARONI PER ESTENDERE LA REGOLARIZZAZIONE DELLE BADANTI AD ALTRE CATEGORIE DI LAVORATORI… MANOVRA SOLLECITATA SIA DAGLI IMPRENDITORI CHE DAI SINDACATI … MARONI: “RICHIESTA RESPINTA”… SCAJOLA: “DECIDE BERLUSCONI, NON TU”
Nella padagna del magna magna, dove la Lega ha festeggiato come un capolavoro da loro dipinto il passante di Mestre che in realtà non è servito a una mazza, come ampiamente dimostrato nei giorni scorsi dal terribile ingorgo creatosi, vige ormai la regola psichiatrica che era alla base dei manicomi prima che li chiudessero.
C’era chi si sentiva Napoleone, chi Garibaldi, chi intelligente, chi un genio.
Nella repubblica italiana abbiamo invece chi con il 10%dei consensi e pur stando sui coglioni giustamente al restante 80% di italiani (concediamo un 10% di predisposti al martirio che amano la sopportazione), pensa di essere sempre ai tavoli dell’osteria dove la compagnia è assicurata, tra ubriachi, sfigati da tre generazioni, sciancati e ladri di polli.
In quei consessi emerge solitamente chi sale sul tavolo e urla più forte, sputando banalità e luoghi comuni: il minimo per ottenere l’ovazione e un bicchiere di bianco offerto.
In Italia stiamo arrivando a questo: se un ministro fa una proposta, non decide il Consiglio dei Ministri o il premier o il parlamento: no, per conto Bossi, decide Maroni, novello dictator della Repubblica delle banane o forse di quella del radicchio trevigiano.
Ci voleva un gran cervello per conferire l’incarico del Ministero degli Interni a chi garantisce sicurezza ai cittadini con milizie private vestite da netturbini, ma siamo riusciti anche a questo.
Ma nella sua ormai onnipotenza Maroni decide anche per gli altri.
Nella fattispecie guadagnandosi da Scajola ( ormai uno dei pochi sopravvissuti che le palle le ha) un “vaffanculo”, quello che la maggioranza degli italiani vorrebbero esprimergli di persona.
Tradotto in politichese, Scajola ricorda che “la Lega non può arrogarsi il diritto di accogliere o respingere le proposte di ministri o colleghi di coalizione, perchè questo potere lo ha solo Berlusconi”.
Tutto nasce da un’intervista di Scajola rilasciata al “Corriere della Sera” in relazione alla possibilità di estendere la regolarizzazione delle badanti ad altre categorie di lavoratori, cui fa seguito un ulteriore ragionamento pragmatico: ci sono interi settori di aziende del centro nord, anche piccole imprese, che contano sulla manodopera di lavoratori stranieri in nero per necessità , specie nell’edilizia e nell’artigianato.
Con le nuove norme i lavoratori stranieri sarebbero tutti soggetti ad espulsione, grazie al “pacco sicurezza” imposto dalla Lega.
E le aziende chiuderebbero i battenti per mancanza di lavoratori, visto che i fighetti del nordest, amici del sassofonista, non hanno voglia di sporcarsi le mani con la cazzuola.
Scajola ha avanzato la proposta di far valere per chi lavora in nero lo stesso trattamento delle badanti e colf, come richiesto peraltro sia dagli imprenditori che da tutti i sindacati.
Una norma di buon senso, insomma.
Pazienza che il boss della padagna del magna magna non sia d’accordo, ognuno è libero di impiccarsi con la corda che crede, ma arrivare al punto di dire: “La richiesta è respinta”, come se il Maroni fosse il comandante delle truppe di occupazione è davvero troppo anche per il manicomio Italia.
Scajola ricorda alla Lega che “è la collegialità che guida il governo e il potere di respingere o accogliere una proposta spetta solo al presidente del Consiglio. Tutto qua e non è poco. E’ una questione seria, di metodo e di merito”.
E a favore di Scajola si esprime anche il presidente della commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola: “Una proposta pragmatica che porterebbe vantaggi a tutti”.
Il problema vero che emerge è un altro: chi ha permesso che al Governo si creasse una situazione di ricattatori abituali con precedenti penosi, invece che penali, per cui invece che assestare loro i dovuti calci nel culo cellulitico gli si lustra le scarpette di marca?
Tra un po’ il Pdl del Sud andrà per conto suo, altri se ne staranno a casa invece che andare a votare e il governo dei pavidi pidiellini farà una ingloriosa fine, incapace di dettare una qualsiasi linea politica, ma solo di subirla quotidianamente.
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