MARTA FASCINA: VITA, SILENZI E MISTERI DELLA QUASI CONSORTE DI BERLUSCONI
LA RAGAZZA DI PORTICI INCASSA IL PRIMO BONIFICO GIA’ NEL 2013… IL MILANE LA POLITICA ARRIVANO DOPO
Il posto al primo banco nel Duomo di Milano, le mani strette a Marina, le lacrime mentre il feretro lascia la piazza, il suo nome nelle prime righe del testamento. Di Marta Fascina si è detto dove è arrivata.
Poco, quasi nulla, si sa invece delle circostanze e del momento in cui è partita la scalata di questa ragazza silenziosa, che pesa attentamente le parole – alla Camera, e ad Arcore, la chiamavano “la muta” – e che invece, negli ultimi mesi di vita del suo famoso fidanzato, ha cambiato strategia, acquisendo potere, organizzando l’inner circle del Cavaliere e, infine, tentando di prendersi un pezzo di Forza Italia.
Una famiglia riservata
Marta Antonia Fascina nasce il 9 gennaio del 1990 a Melito di Porto Salvo, diecimila abitanti, il punto più a Sud della penisola. Suo padre, Orazio, è un assicuratore. Di lui, 34 anni dopo, a Melito dicono: “Persona riservata”. Non è un modo di dire, perché quell’espressione – “riservato” – ritornerà spesso nella storia dei Fascina, come fosse la caratteristica di un addestramento, che verrà poi assai apprezzato ad Arcore.
Sua moglie, Angela Della Morte, è un’insegnante di origini campane. Ed è proprio in Campania che si trasferiscono quando Marta è piccola dopo che Orazio vincerà un concorso da cancelliere al tribunale di Napoli.
La società assicurativa resta nelle mani di alcuni parenti che ancora oggi la gestiscono con buon successo: “Grandi tifosi milanisti” raccontano in paese. Ma soprattutto con una venerazione per lui, il Presidente: Silvio Berlusconi.
Ad agosto 2001, Marta prende la residenza a Portici dove vive con la madre che si separa da Orazio, andato a fare il cancelliere a Salerno.
È la classica famiglia di dipendenti pubblici: un tenore di vita dignitoso (nessuna partecipazione societaria, apparentemente anche nessuna proprietà immobiliare), Marta e suo fratello Claudio (militare, ora di stanza a Bolzano) sono buoni alunni nelle scuole della città. Al liceo Marta diventa amica di Tullio Ferrante, figlio di una collega di mamma Angelina. Un incontro che sarà decisivo.
“Un modo di vedere il mondo”
Marta parla poco di politica ma spesso di Berlusconi: non nasconde la sua passione per “un certo modo di vedere il mondo”, racconta una sua vecchia insegnante. “La comunicazione, l’apparire, arrivare… Marta era una ragazza poco esuberante ma attratta da queste cose”.
D’altronde il silenzio, che appunto le varrà il soprannome di “muta”, è lo stesso che la madre e lo zio Antonio di Portici, dove vivono in un condominio, hanno sempre adottato in questi anni. Anche dopo le nozze, quando i cronisti hanno cominciato a bussare alle loro porte. “Niente da dire”, è la risposta che oppongono, sempre cortesi, sempre mettendo da parte le parole. “Quando è morto Berlusconi – racconta oggi uno dei condomini – abbiamo affisso un bigliettino nell’androne: “In segno di cordoglio per la perdita subita dalla famiglia Fascina – Della Morte”. Nessun riferimento a Berlusconi. “Non ce n’era bisogno. E poi loro avrebbero preferito così…”.
Alle feste con Ricucci e Urtis
Finita la scuola superiore, Marta annuncia ai suoi (pochi) amici la volontà di trasferirsi a Roma per frequentare la facoltà di Scienze della Comunicazione. Nessuno è sorpreso. “Non era fatta per restare a Portici…”. Qui accadono due cose: comincia a frequentare un certo tipo di feste. La si vede biondissima, riccissima e solare in una foto postata nell’ottobre del 2011 da Giacomo Urtis, il chirurgo estetico delle star.
È la festa di compleanno di Urtis, non esattamente un evento accessibile a tutti, ci sono i fotografi delle riviste patinate e un elenco di invitati strafamosi e quelli che Dagospia, la Cassazione sul gossip, chiama sarcasticamente “morti di fama”. Accanto a lei c’è Stefano Ricucci, il “furbetto del quartierino”.
Ma nel “periodo romano”, ed è il secondo punto, Marta Fascina non dimentica Berlusconi. Diverse fonti raccontano che tanto timida era la ragazza nei rapporti sociali, quanto sfrontata, nel senso di appassionata e ammirata, sapeva essere nelle lettere a mano che scriveva di suo pugno al Cavaliere. Se effettivamente l’ex presidente del Consiglio – proprio in quei mesi travolto dagli scandali di Noemi Letizia, Patrizia D’Addario, dallo svelamento insomma del “ciarpame senza pudore” per usare la definizione di Veronica Lario – abbia letto o meno le lettere della giovane Fascina, non si sa.
È un fatto però che la ragazza di Portici riesca ad accedere a Palazzo Grazioli. “Il merito è di Lele Mora che Marta conosce a una festa”, dice un deputato forzista di lungo corso. Altri invece giurano che Mora non c’entri niente, e che lei fosse nel gruppo delle “campane” che già frequentavano le residenze di Berlusconi. Ma tant’è: Marta Antonia Fascina finisce dal Cavaliere. Il suo.
Il bonifico e la candidatura
L’anno dell’ascensione è fatto risalire al 2013. Nella vita di Marta succedono quattro cose. La più importante è la prima: conoscere Berlusconi. Partecipa alle cene eleganti, come documenta il “libro mastro” delle ospiti dell’ex premier, una sorta di rubrica dove sono elencati i nomi, i cognomi, i numeri di telefono delle ragazze e, nel caso delle più giovani (come Marta, appunto, che in quel momento ha 23 anni), anche i numeri dei genitori. Marta è a corte. E intraprende il percorso, previsto dal protocollo del Sultano: la candidatura alle elezioni, il bonifico, l’arrivo ad Arcore.
Marta è candidata a Portici, dove rientra tutti i weekend. Il candidato sindaco del centrodestra è Vincenzo Ciotola (morto nel 2017), in una sfida complicata, anzi politicamente quasi impossibile, per la forza del centrosinistra. Ciò nonostante, chi si occupò di quella campagna elettorale ricorda Fascina molto attiva nel comitato allestito in piazza Brunelleschi. “Al suo fianco c’era sempre la madre”. Le cose non vanno benissimo: Marta racimola 58 preferenze appena. Ma conta poco. Perché il rapporto col leader di Forza Italia si consolida, tanto che il 30 luglio del 2013 – documentano gli atti depositati alla procura di Milano nell’inchiesta sulle Olgettine – arriva sul suo conto corrente un primo bonifico, mittente proprio Silvio Berlusconi: sono 12.500 euro, causale “erogazione liberale”. Più che la cifra, il versamento testimonia che Marta è già nel cuore del Cavaliere. Meritevole anche di un contratto di lavoro. Lo firma col Milan, per l’ufficio stampa. Anche se nessuno, oggi, a Casa Milan, si ricorda di lei.
Arcore e il Parlamento
Dopo il primo bonifico, 12.500 euro nel 2013, a Marta Fascina arrivano da Silvio Berlusconi altri pagamenti a titolo di “erogazione liberale”: 7 mila euro nel 2014, 5 mila nel 2016. Ma intanto, il lavoro nella comunicazione del Milan apre a Marta le porte di un’altra città: da Melito di Porto Salvo a Portici, da Portici a Roma, e da Roma, ora, a Milano. Meglio: villa San Martino ad Arcore. Perché le porte di casa Berlusconi le si aprono quasi subito, grazie proprio alla fidanzata ufficiale del Cavaliere, Francesca Pascale.
Marta fa parte di quel gruppo che chiamano “le campane” ma, a differenza delle altre, spicca per una qualità specifica: sa tacere. “In realtà ne aveva anche un’altra, la gentilezza”, racconta a Repubblica una delle persone che più di altre frequentava le residenze di Berlusconi a quel tempo. “Quel suo essere incredibilmente cortese, affabile, quasi geisha, esattamente ciò che faceva impazzire Silvio. Francesca, invece, prese subito a imporre il suo carattere. Ricordo che spesso, per esempio, quando il presidente ripeteva le sue note barzellette a sfondo sessuale, si arrabbiava. “Basta!” gli urlava, “Non fai ridere nessuno”. Un rimprovero che Marta mai avrebbe pronunciato. Anche perché non parlava mai…”. Arriviamo così al 2018. Si vota per le Politiche e in una notte, all’improvviso, il nome della semi-sconosciuta Fascina è imposto nella lista di quelli da far eleggere a tutti i costi. Per scelta personale e indiscutibile di Berlusconi, finisce iscritta nella sua Campania per un seggio alla Camera, spodestando Nunzia De Girolamo. A chi chiede: “Ma questa chi è?” (dicono che l’unico con cui sin lì ha scambiato qualche parola fosse soltanto Elio Vito), la risposta è una sola, minima, che chiude ogni discorso: “Un’amica di Galliani”. Anche se l’amministratore delegato del Milan, in privato, giura di non aver nemmeno capito bene chi sia questa Marta. Anzi, pardon: l’onorevole Marta Antonia Fascina.
La scalata al partito
Quando le si aprono le porte del Parlamento, nulla cambia nella vita di Marta. Ha una Smart e una vecchia Audi, le stesse di oggi. Nessuna casa, nessuna società. Allora come ora. La base resta Milano: le apparizioni in Aula a Roma sono fugaci, non superano il 30 per cento secondo le rilevazioni di Openpolis. Non interviene mai ai lavori, partecipa poco alle votazioni, presenta due soli disegni di legge (sulla responsabilità civile dei magistrati e sulla riduzione dei parlamentari), la sola cosa per cui si nota sono gli sporadici interventi sul quotidiano di famiglia, Il Giornale: “Tutti sapevano che se Silvio voleva lanciare un messaggio, arrivava una dichiarazione di Fascina”.
Il ruolo di Marta, d’altronde, è quello: prendersi cura di Silvio. Con una dedizione che l’ex premier con il passare del tempo apprezza sempre più: “È stata un dono di Dio”, dirà di lei . Nelle perfidie dei colleghi parlamentari, la “muta” è diventata così “la badante”.
Francesca Pascale, che perde quota nell’inner circle del Cavaliere tanto da aver lasciato Arcore, si è trasferita nella vicina villa Maria. Definisce Fascina come “una collaboratrice di Licia Ronzulli“, ma tutti, compreso lei, sanno cosa sta accadendo: Marta l’ha scaricata e ha fatto fronte comune con Ronzulli, la nuova zarina di Forza Italia.
Una situazione che sta bene anche alla famiglia Berlusconi, Marina in primis: Francesca è sempre più ingombrante, un problema per Silvio e dunque per tutti. Meglio l’apparentemente introversa Fascina che, nelle sue apparizioni in Parlamento, sfoggia nuovi look: i capelli lisci e tirati come una Madonna, il colorito bianco di trucco, un tatuaggio sulla mano, “Sb”, Silvio Berlusconi, il cui volto campeggia sulla cover del suo telefono. Bisogna attendere poco per vedere, su Diva e Donna, lo scoop: “Fascina è la nuova fidanzata di Berlusconi”.
Quella promessa al San Raffaele
La scalata è cominciata e, ad accelerarla, è a sorpresa la pandemia. Berlusconi è costretto a limitare le relazioni sociali. E Marta diventa sua custode, circostanza che tranquillizza Marina e gli altri quattro figli del Cavaliere. Per dire: quando riprendono i lavori parlamentari, la Fascina è a Montecitorio. Un collega la presenta ad alcuni giornalisti. Una si avvicina per presentarsi e lei: “Mi scuserà, ma non posso stringere le mani di nessuno”. L’idillio culminerà nella fantasmagorica cerimonia delle “non nozze”: arriva il 21 marzo 2022, dopo una promessa particolare. “Se sopravvivo, ti sposo”, le ha detto il Cavaliere in una stanza del San Raffaele due mesi prima, nei giorni di uno dei tanti ricoveri, resosi necessario proprio durante le votazioni per il Quirinale.
È una festa a metà, perché i figli per ragioni di eredità si oppongono a un matrimonio vero e proprio. A Villa Gernetto ci sono tutti, vecchi e nuovi amici. E la corte berlusconiana per la prima volta, fra una foto di famiglia con Dell’Utri, Confalonieri e Letta e un’esibizione live di Gigi D’Alessio (di cui Marta è grande fan: è la sua sorpresa), vede per la prima volta anche Orazio Fascina. Non c’è invece Pier Silvio, assenza indice di un certo nervosismo in famiglia. In quei giorni, a far da tessitrice dell’unione, è Licia Ronzulli che non può neppure immaginare che sarebbe diventata anche lei vittima di Marta. Accade dopo le elezioni politiche di ottobre, che segnano il ritorno di Berlusconi al Senato.
L’Opa su Forza Italia fallita
Per la prima volta, nelle trattative per le liste, Marta si fa sentire. Chiede spazio per alcuni esponenti forzisti a lei vicini: il suo compagno di scuola, Tullio Ferrante, che diverrà parlamentare e sottosegretario, e il gruppo dei “bergamaschi”, Alessandro Sorte di Treviglio e Stefano Benigni di Alzano Lombardo. Nel partito i due, Sorte e Benigni, godono di scarsa stima: li chiamano “gli avventurieri”. È però l’inizio di un tentativo di scalata dall’interno. Che va avanti fino a qualche giorno fa. È il 10 giugno, in calendario c’è un pranzo ad Arcore fra Berlusconi e i ministri. Nel menu le nomine dei responsabili territoriali di Forza Italia, divisi per aree geografiche. Il nome per il Nord è quello di Sorte, per il Sud c’è Ferrante.
Il ricovero di Berlusconi, tuttavia, interrompe l’ascesa. Il Cavaliere muore la mattina del 12 giugno. Due giorni dopo il funerale, dopo aver sentito Marina Berlusconi, Tajani annuncia che “Marta non ha bisogno di alcun ruolo formale”. Ai più sembra un freno alla carriera politica della vedova. Ma bisognerà aspettare lunedì 26, con l’apertura del testamento, per capire se Marta Antonia Fascina, la donna del mistero, continuerà, in silenzio, a parlare.
(da La Repubblica)
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