MONTI: “I RIFORMISTI DI CIASCUN PARTITO COLLABORINO DOPO LE ELEZIONI”
QUALCHE MALUMORE PER LE PRETESE UDC… PREOCCUPAZIONE IN FLI PER LO SFALDARSI DELLA PROPRIA STRUTTURA TERRITORIALE
Dopo le elezioni, chiunque ne esca vincitore, dovrà raccogliere i riformisti presenti nei diversi partiti e farli lavorare insieme per portare a termine quelle riforme ostacolate dagli opposti conservatorismi.
Mario Monti parla da Orvieto, davanti a una platea amica, quella dei liberal del Pd riuniti sotto l’insegna Libertà Eguale.
E dalla cittadina umbra sembra rispondere indirettamente a Nichi Vendola che solo ieri lo aveva messo `fuori’ da un eventuale governo a guida Bersani.
Di più: il presidente del consiglio cita il leader di Sel e sembra volerlo mettere tra i cattivi, ovvero quei conservatori che si annidano, non meno dei riformisti buoni, nelle fila di ogni formazione politica.
Ma Vendola non era presente in Parlamento e Monti lo sottolinea per dire che ogni giudizio è sospeso.
Non è sospeso il giudizio su Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, che sebbene non sia deputato ha saputo ostacolare il cammino delle riforme del governo Monti.
Il professore, anche in questo caso, sembra pronto a citare l’esponete del Pd tra i conservatori, salvo poi `scoprire’ che «Fassina non è deputato. Davvero non è onorevole? Non mi stupisce che abbia comunque fatto sentire la sua voce: i bocconiani riescono a dire la loro anche lì dove non sono presenti», ironizza Monti per poi ridere di gusto.
Da Orvieto a Roma, dalle grane con gli altri partiti a quelle interne alla propria coalizione.
A Montecitorio, prima di chiudere definitivamente le liste con i nomi dei candidati di Camera e Senato, si è dovuto ripetere il rito del vertice con Casini e Fini a cui si è aggiunto questa volta anche il ministro Andrea Riccardi.
Una presenza che ha fatto circolare la voce, all’interno di Fli e Udc soprattutto, di un ripensamento del fondatore della comunità di Sant’Egidio che, stando ai rumors, sarebbe stato prossimo a candidarsi.
Voci smentite dai cattolici dello schieramento montiano.
La presenza di Riccardi, riferiscono le stesse fonti, si sarebbe resa necessaria per mediare tra i centristi e i `civici’, indispettiti per quelle che chiamano `pretese’ da parte del leader dell’Udc.
Oltre al fatto di aver voluto essere candidato in più regioni al Senato, infatti, si rimprovera a Casini di aver voluto `sistemare’ i suoi in posti chiave, come il collegio Campania 1, di fatto `blindandoli’.
Malcontento anche tra le fila di Futuro e Libertà dove si rimprovera a Casini un atteggiamento poco collaborativo: l’ultimo episodio aveva riguardato le liste per le circoscrizioni estero della Camera, dove l’Udc, oltre a presentare propri candidati in lista unica con Monti, ne esprimerà anche all’interno della lista Maie di Riccardo Merlo, fortissima nella circoscrizione Sud America.
Un malcontento quello dei finiani che, stando a quanto riferiscono fonti parlamentari, sarebbe acuito anche dalla consapevolezza che, a urne chiuse, il risultato che si otterrà sarà molto al di sotto delle aspettative: «Sta venendo meno la struttura nei territori», lamenta un esponente di Fli sottolineando come siano ormai in molti gli esponenti locali ad essersi dimessi da incarichi importanti.
Il timore di fare un buco nell’acqua è vivo anche tra le fila di Udc e di Italia Futura che vedono concreto il pericolo di una emorragia di consensi derivante dall’aver concesso troppo alla componente politica.
Per quesa ragione il coro che chiede a Monti una maggiore presenza fisica sul territorio in campagna elettorale si fa di giorno in giorno più forte.
(da “La Stampa“)
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