MORALE E POLITICA, LA CHIESA SBIADITA NON GUIDA PIU’ GLI ITALIANI
SONDAGGIO DEMOS: SOLO IL 15% LA RITIENE “MOLTO IMPORTANTE DA SEGUIRE” E TRA GLI UNDER 30 SI SCENDE AL 5%… E PESA SEMPRE MENO SULLE SCELTE ELETTORALI
“La passione religiosa appassiona sempre meno gli italiani”. Ed è divenuta molto tiepida. Questa tendenza non accenna a rallentare. Al contrario. Negli ultimi anni si è accentuata, come dimostra il sondaggio di Demos sulle passioni degli italiani, condotto alcuni mesi fa.
In pochi anni, rispetto al 2016, infatti, l’interesse verso “la religione o la comunità religiosa” è sceso sensibilmente. E oggi, “appassiona” meno del 40% degli italiani. In calo di 15 punti, negli ultimi 8 anni. E oggi appare ridimensionata, rispetto ad altri aspetti e attività che attraggono gli italiani. I luoghi del territorio e lo sport, anzitutto.
Ma la religione ha perduto interesse anche rispetto ai temi della politica. Che, negli ultimi anni, ha coinvolto e attratto i cittadini soprattutto in quanto “centro dell’opposizione”. Contro le istituzioni, i luoghi e gli attori di governo. Che agiscono in Italia e oltre confine. Non è un caso che si siano affermati anti-partiti, fautori di anti-politica. Con il problema che, quando conquistano il potere, divengono, a loro volta, partiti e leader di governo. E, quindi, bersaglio di opposizione e di ostilità. Non per caso alle ultime elezioni politiche, nel 2022, si sono affermati i Fd’I di Giorgia Meloni, ultimi e unici a non aver partecipato a maggioranze di governo. Fino ad allora.
Quanto alla Chiesa, è indubbio che molto è cambiato nel corso del tempo. Lo rileva l’Istat, quando osserva come, negli ultimi anni, si sia toccato il minimo storico della frequenza alla messa. Meno del 20% fra gli italiani, infatti, va a messa regolarmente, ogni settimana. Mentre i “mai praticanti” sono saliti a oltre il 30%. Cioè, il doppio rispetto a 20 anni. fa. Il sociologo Luca Diotallevi ha raffigurato e descritto questo processo in un testo dal titolo suggestivo ed efficace: “La messa è sbiadita” (pubblicato da Rubbettino nel 2022). Di conseguenza, è difficile riproporre l’esortazione “andate in pace”. La pace, d’altronde, è una condizione ormai in declino. Dovunque.
Il recente sondaggio condotto da Demos conferma questa tendenza e dimostra come continui a diminuire la quota di coloro che considerano “l’insegnamento della Chiesa rispetto alla morale e alla vita delle persone” molto importante e da seguire. Una componente ormai ridotta al 15%.
Nel 2019, 5 anni prima, costituiva ancora il 22%. Mentre oggi, al contrario, oltre il 20% pensa che la Chiesa dovrebbe occuparsi d’altro, anzitutto, se non solo, della fede. E l’8% sostiene, semplicemente, che la Chiesa non abbia più nulla da insegnare. E il suo messaggio non debba essere seguito. Mai.
Peraltro, anche fra coloro che dichiarano una pratica religiosa assidua e regolare l’insegnamento della Chiesa è ritenuto, in prevalenza (50%), “utile ma non essenziale”, perché ciascuno deve agire “secondo coscienza”.
L’età orienta in modo evidente questi atteggiamenti. L’in-differenza nei confronti della Chiesa e dei suoi insegnamenti, infatti, cresce sensibilmente inversamente all’età. Fino a raggiungere il distacco maggiore fra i più giovani, al di sotto dei 30 anni. Mentre circa 3 su 4 fra coloro che superano i 65 anni continuano a esprimere interesse e attenzione.
Anche la posizione politica influenza, in modo significativo, lo sguardo verso la Chiesa. Riflesso del passato, quando, fino agli anni ’70, la fede e la pratica religiosa erano una base della distanza rispetto alla Sinistra. Verso il “comunismo filosovietico”. Ora quel riferimento non ha più base per r-esistere. Ma la tradizione politica continua a pesare. E delinea un altro motivo alla base del distacco fra partiti e coalizioni.
Fra gli elettori e i simpatizzanti di Centro Destra, infatti, l’area di interesse verso il messaggio ecclesiale appare più ampia. Mentre cala e si riduce fra i sostenitori e i simpatizzanti del Centro Sinistra. E del Terzo Polo. Dovunque, però, oltre ogni distinzione e differenza di partito, appare maggioritaria la quota di chi attribuisce al pensiero ecclesiale un’importanza relativa, non determinante al punto di condizionare le scelte delle persone. D’altronde, nel corso degli anni, è cambiata profondamente anche la Chiesa. Non solo perché la sua influenza sulla società e sulla vita delle persone si è ridimensionata. Ma perché i suoi orientamenti si sono differenziati. Il suo insegnamento è divenuto pluralista.
E oggi, nel mondo cattolico e nella Chiesa, le posizioni sui temi della disuguaglianza e del rapporto con la società vanno ben oltre la distanza e la distinzione fra Destra e Sinistra. In particolare, se si pensa all’impegno nei confronti delle persone e dei Paesi più deboli. Testimoniato da esperienze, associazioni e figure importanti. E io ne ho conosciute e frequentate molte. Che mi hanno aiutato a guardare il mondo nel segno della solidarietà. Ad aiutare gli altri. E me stesso.
Ilvo Diamanti
(da repubblica.it)
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