MUSTAFA, IL MAROCCHINO CHE HA SALVATO LA DOTTORESSA AGGREDITA: “CHIUNQUE AVREBBE FATTO COME ME”
L’AMBULANTE CHE VIVE DA 20 ANNI IN ITALIA: “PRIMA L’HO BUTTATO GIU’, POI L’HO INSEGUITO, L’HO FATTO CADERE E L’HO IMMOBILIZZATO FINO A CHE NON E’ ARRIVATA LA POLIZIA”
Mustafa El Aoudi è nato in Marocco quarant’anni fa. L’uomo che ha salvato la vita della dottoressa Maria Carmela Calindro, detta Nuccia, vive in Italia da oltre un ventennio: abita in località Sant’Anna, ai confini tra il comune di Crotone e quello di Isola Capo Rizzuto, con la moglie e i tre figli che sono nati tutti a Crotone nonostante Mustafa non abbia mai preso la nazionalità italiana.
Fa il venditore ambulante, come la maggior parte dei marocchini arrivati in Calabria quando ancora quello dei migranti non era diventato un fenomeno epocale.
Con la sua bancarella di oggetti di ogni tipo staziona tutti i giorno davanti ai cancelli dell’ospedale San Giovanni di Dio. E c’era anche questo pomeriggio, quando è scattata l’aggressione.
“La dottoressa passa sempre di qua e mi saluta. La conosco” racconta Mustafa all’agenzia Agi. “L’ho sentita gridare e allora mi sono avvicinato. Ho visto quell’uomo che menava con il cacciavite allo stomaco, la voleva ammazzare”.
Mustafa spiega quindi come ha fatto a fermare l’aggressore: “Mi sono avvicinato e l’ho buttato giu’, poi è scappato e sono andato appresso a lui fino al bidone della spazzatura, gli ho fatto lo sgambetto ed è caduto, allora l’ho tenuto finchè è arrivata la polizia”.
E’ stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio l’uomo che ha aggredito la dottoressa in servizio nell’ospedale di Crotone, un crotonese di 50 anni che avrebbe agito con il volto coperto da una sciarpa e un copricapo.
“Ho fatto quello che avrebbero fatto tutti”, dice Mustafa.
Quella di oggi è la seconda grave aggressione compiuta a medici in servizio nell’ospedale civile di Crotone nell’arco di quattro mesi. Nella notte tra il 3 ed il 4 agosto scorsi, infatti, un medico anestesista venne picchiato selvaggiamente con calci, pugni dai congiunti di un ragazzo di Rosarno ricoverato nel reparto di rianimazione.
Il medico avrebbe voluto soltanto che i familiari potessero dare l’ultimo saluto ad un ragazzo malato che stava morendo. Una cortesia ed un’attenzione che vennero però “ricambiate” con un’aggressione ai danni del medico.
(da agenzie)
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