NEL PDL REAZIONI NEGATIVE ALLA NOMINA DI NITTO PALMA A MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: “NON PUO’ ESSERE PROMOSSO UNO COME LUI”
CRESCE IL MALUMORE NEL PARTITO DEL PREMIER, MA ANCHE NELLA LEGA EMERGONO DUBBI SULLA SCELTA…LA BERNINI VERSO LE POLITICHE COMUNITARIE
Musi lunghissimi nel Pdl.
Tra i tanti che, in questi tre anni di legislatura, si sono occupati tutti i giorni di giustizia.
Sorpresa, meraviglia, sconcerto, e alla fine, soprattutto per alcuni, anche fastidio. All’insegna di un “… ma Nitto Palma chi?”.
Le impressioni non cambiano se si passa tra i banchi della Lega.
Dove più di un deputato racconta – non per averlo sentito dire, ma per testimonianza diretta – delle liti, praticamente quotidiane, tra lo spigoloso e altezzoso Francesco Nitto Palma e il ministro dell’Interno Bobo Maroni.
Il Carroccio, dicono gli uomini più vicini al Cavaliere, sarebbe “indifferente” a questa nomina. La verità è che di un Nitto Palma Guardasigilli, dopo che fino al giorno prima è stato sottosegretario al Viminale, avrebbero fatto volentieri a meno.
È un fatto.
Dopo un mese di tam tam sui possibili candidati-aspiranti allo scranno che fu di Palmiro Togliatti adesso si può cogliere, passeggiando in Transatlantico, un senso di delusione.
Tra chi avrebbe potuto avere quel posto prevale, ufficialmente, il savoir faire e l’undestatement. Nessuna dichiarazione. Molti mugugni.
In tubino di sangallo bianco fatale tace Anna Maria Bernini, candidata ormai alle Politiche comunitarie, tant’è che un collega ci scherza e le dice “ma lo sai che in Europa il bianco non va?”.
È silente Donato Bruno, il presidente della commissione Affari costituzionali, che è stato a un passo dall’aggiudicarsi la poltrona di Alfano.
Parlano gli altri, molti deputati basiti da questa scelta.
Che in coro dicono: “Ma è vero? È proprio lui? Uno che per tre anni è stato del tutto assente dal dibattito sulla giustizia? Uno che non ha difeso una sola delle leggi per Berlusconi? Uno che s’è preso il posto di sottosegretario e poi è sparito?”.
Eh già . Ma proprio questo è, adesso, uno dei “meriti” portanti di Nitto Palma.
Ecco come ne descrive le doti, dal suo punto di vista ovviamente, uno degli uomini più vicini a Berlusconi che ha lavorato per questa soluzione: “Innanzitutto non è un ministro. E questo non può che far piacere al Quirinale che nell’ultimo incontro con il presidente del Consiglio aveva chiesto di evitare un giro di valzer che somigliasse troppo a un rimpasto. È un parlamentare. E anche questo aveva chiesto il Colle tracciando un possibile identikit. Ha un buon rapporto con Ghedini. Che lo stima. E col quale potrà discutere serenamente. In questi anni non ha fatto o detto nulla che ha poi generato tensioni e scontri. È un magistrato, ma di quelli con le idee che piacciono a Berlusconi. Si batterà per la separazione delle carriere e del Csm, e sarà importante che a farlo non sia un avvocato o un politico, ma uno che per mestiere porta la toga”. Di Nitto Palma si vuol fare il grimaldello per scatenare contraddizioni tra i magistrati. I quali potrebbero d’ora in avanti avere incertezze prima di pensare a uno sciopero.
I dubbi e la delusione di tanti parlamentari del Pdl che adesso si sentono scavalcati?
A via del Plebiscito lasciano intendere che, alla fin fine, questo potrebbe anche essere un “ministero breve”, inteso di breve durata, e che molti altri non sarebbero stati disponibili per questo incarico.
Nitto Palma, invece, non ha nulla da perdere.
E guadagnerà un ritratto ad olio nel corridoio del secondo piano del ministero, giusto davanti al suo prossimo ufficio.
Man mano che il pomeriggio corre, si fa avanti un’altra notazione tra i berlusconiani di casa a palazzo Grazioli.
Questa: “Avete visto? Stiamo mettendo in imbarazzo il Pd e tutta l’opposizione. Di fronte al nome di Nitto Palma non parla nessuno. Loro, di solito così pronti all’aggressione, questa volta se ne stanno zitti. Incastrati. Contro di lui non c’è una sola dichiarazione contraria. Semplice, ha un curriculum impeccabile. Non ha macchie. Solo boatos. Non sarà facile aggredirlo e lavorare contro questo Guardasigilli”.
Liana Milella
(da “La Repubblica“)
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