NEL RAGGIRO DELLE QUOTE LATTE, LA BANCA DELLA LEGA COPRIVA I TRUFFATORI: COINVOLTO IL DEPUTATO RAINIERI
CREDIEURONORD FU SALVATA DAL FALLIMENTO DA FIORANI: LA LEGA NON POTEVA PERMETTERSI LO SCANDALO… COSA E’ EMERSO DALLA CONDANNA PER TRUFFA DI 60 ALLEVATORI DI CUNEO, COPERTI DALLA BANCA LEGHISTA… RAINIERI INQUISITO PER UNA TRUFFA DA 1 MILIARDO DI EURO SULLE QUOTE LATTE: ECCO PERCHE’ DEVONO DIFENDERLI
Partiamo dal 22 giugno 2010: nel pratone di Pontida, acquistato con i soldi della Banca Popolare di Lodi del plurinquisito Fiorani, di fronte a una rumoreggiante rappresentanza di allevatori, evasori delle multe sulle quote latte, Bossi lancia in messaggio in codice: “La Lega non vi ha dimenticato, tra qualche giorno capirete il perchè”.
Il popolo dei trattori capisce che ancora una volta si sarebbe rinnovato il patto segreto che unisce i furbetti delle quote latte ai vertici di via Bellerio.
Un patto inconfessabile, fatto di truffe, operazioni finanziarie spericolate, alleanze trasversali con i Palazzi che contano della Roma ladrona.
Fu proprio Fiorani a salvare a suo tempo la banca leghista Credieuronord dal fallimento.
Amico del governatore della Banca d’Italia, Fiorani barattò l’appoggio della Lega a sostenere Fazio, in cambio del salvataggio della banca.
L’operazione fu gestita da Giancarlo Giorgetti, oggi presidente della Commissione Giustizia della Camera, cui era stato affidato il compito di salvare la banca “ad ogni costo”: era necessario coprire le operazioni spericolate dei vertici leghisti e le intermediazioni fittizie con le cooperative di allevatori create per nascondere la truffa delle quote latte non pagate.
La difesa dei produttori che non hanno pagato non è certo una battaglia ideale, quanto piuttosto la restituzione di favori e il risarcimento per mancate promesse.
Non dimentichiamo che furono numerosi gli allevatori che affidarono i loro risparmi alla banca leghista.
Ma soprattutto Credieuroinord era la banca che veniva utilizzata per pagare le multe del latte.
In che maniera truffaldina lo spiega il tribunale di Saluzzo che ha condannato 60 allevatori cuneesi, tutti soci delle cooperative Savoia, fondate da Giovanni Robusti, leader dei Cobas e poi europarlamentare del Carroccio.
I giudici Pasi, Cavallo e Franconiero spiegano: “Quando gli allevatori fatturavano il latte eccedente le quote assegnate, venivano fatte tre registrazioni: la prima estingueva il debito nei confronti del fornitore, facendo sorgere un debito nei confronti degli organi competenti per il prelievo.
La seconda registrazione segnalava lo spostamento del denaro dal conto bancario utilizzato dalle cooperative per incasso pagamenti al conto aperto presso Credieuronord.
La terza registrazione veniva effettuata in concomitanza con l’uscita del denaro dal conto della banca leghista. Il denaro tornava così agli allevatori che non pagavano la multa”.
Robusti e soci avrebbero in questo modo truffato, nel corso degli anni, dai 130 ai 200 milioni di euro.
Poco al confronto del miliardo di euro contestato dalla procura di Milano al parlamentare leghista Fabio Rainieri, presidente (pensa te in che mani siamo) della commissione Agricoltura della Camera.
Ranieri aveva messo in piedi un sistema di 28 cooperative a fare da schermo per evitare il pagamento delle multe: si chiamavano “Giuseppe Verdi 2001” e funzionavano con lo stesso sistema di quello di Cuneo.
Ecco perchè fino ad oggi il governo ha sempre coperto i furbetti delle quote latte ( 1.000 su un totale du 40.000 onesti): chi ci prova, vedi Galan, si scontra con le forze del ricatto di chi conosce bene i peccati originali leghisti e i relativi intrallazzi.
Non a caso i revisori dei conti ritennero “non regolarmente redatto” il bilancio della Lega 2006, per insufficiente informativa sulla gestione della collegata Credieuronord holding spa.
I ricatti e le truffe alla fine li pagano gli italiani onesti: i 4 miliardi di multe per le quote latte li avete pagati anche voi.
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