FINI NON CEDE E ATTACCA: “SI DIMETTA CHI E’ INDAGATO, LE LEGGI NON POSSONO SERVIRE PER TUTELARE I FURBI”
SI PARLA DI UN IMMINENTE MANDATO DI ARRESTO PER VERDINI: LA BANCA D’ITALIA HA CHIESTO IL COMMISSARIAMENTO DEL SUO ISTITUTO PER IRREGOLARITA’
Abbiamo un coordinatore del Pdl indagato per associazione a delinquere, associazione segreta e corruzione nell’inchiesta sull’eolico dalla procura di Roma, per corruzione negli appalti per la ricostruzione dalla procura dell’Aquila, ancora per corruzione per la Scuola Marescialli dalla procura di Firenze.
Per evitare un mandato di arresto che molti comunque ritengono imminente, Denis Verdini ieri ha cercato di separare le sue sorti da quelle della banca di cui era presidente.
Al contempo la Banca d’Italia ha chiesto il commissariamento del Credito cooperativo fiorentino per garantire i correntisti e i risparmiatori, tra sviste sugli affidamenti, mancate segnalazioni di operazioni sospette e prelievi in contante agli sportelli.
Mentre Verdini subiva un interrogatorio fiume a Roma, la procura di Firenze gli ha contestato l’ultimo reato: mendacio bancaria per aver registrato dati falsi per i fidi agli amici.
In questa situazione, i vertici del Pdl, invece che preoccuparsi degli sviluppi della vicenda personale e politica di Verdini, dedicano il loro tempo ad attaccare Fini che ieri ha espresso alcune considerazioni “scandalose”.
Che qua riassumiamo.
“La questione dell’etica deve essere la nostra bandiera, la difesa della legalità è anche non prestare il fianco alle polemiche. C’è da chiedersi se mantenere incarichi di partito per chi è indagato è una questione di opportunità politica, non capisco per quale motivo Cosentino si sia dimesso dal governo ma non dall’incarico di coordinatore campano”.
Precisa poi Fini: “Quando si pone la questione morale non si può essere considerati provocatori e non si può reagire con anatemi o minacciando espulsioni che nulla hanno a che vedere con un grande partito liberale di massa”.
E conclude: “Le leggi non possono servire per tutelare i furbi e garantire loro un salvacondotto. Devono servire ai cittadini. Per compiacere la Lega e qualche allevatore leghista in stato di illegalità da anni, si è messo un emendamento in Finanziaria che comporterà sanzioni europee che dovreno pagare tutti”.
I giornali parlano di un Berlusconi furibondo: “Non voglio più incontrarlo nella mia vita, nessuno dovrà più parlarmi di lui (questo sembra difficile n.d.r.), per me è morto”.
Nulla di nuovo: le solite reazioni a ogni critica, le solite minacce di “cacciare tutti”, la solita incapacità di capire che i problemi sollevati da Fini sono politici e la consueta abitudine a pensare di essere “dio sceso in terra” e tutti gli altri dei coglioni.
Invece di fare piazza pulita della corte dei miracolati e di lecchini che ha intorno per sua volontà , continua a gridare al complotto.
Sostiene che Fini non conta nulla, ha solo 10 parlamentari e non arriva neanche al 4% se si presentasse alle elezioni.
Bene , allora di cosa si preoccupa così tanto?
Andiamo a contarci, dai: vediamo quanti sono quelli proni al sultano e alle macchiette e quanti sono invece coloro, finiani e non finiani, che ne hanno le scatole piene di un governo venduto alla Lega e ai corrotti.
Oppure non ti fidi di Bossi che potrebbe mollarti per strada, con il leghista aggiunto Tremonti che trama alle spalle?
Ma come, se siete così amiconi e compagni di merende nei lunedi letterari di Arcore.
Oppure pensi che, se va su un governo tecnico, cade scudo e legittimo impedimento, arriverebbe la condanna dal tribunale di MIlano con una interdizione dei pubblici uffici?
Che ci vorrà mai a presentarsi davanti a un tribunale?
Lo fanno milioni di italiani, puoi farlo anche tu, così dai l’esempio, no?
Sempre sui giornali riportano il pensiero di Fini ai suoi: “Ora si va all’attacco, tra me e Berlusconi ci sarà un solo vincitore, non ho niente da perdere, cosi la finisce di prendere in giro gli Italiani”.
Ai berluscones non resta che attaccarsi al marchio, invece che al tram. Essendo “ricchi di contenuti”, vogliono infatti che il simbolo del Pdl resti a loro: il timore è che gli italiani non li riconoscano più con un altro simbolo.
Tranquilli, che stavolta non si sbagliano.
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