NO AI TALK SHOW, PIU’ IDEE E PROGETTI: LE RICHIESTE DELLA GENERAZIONE SOCIAL
“TIVOTOSE”, L’ESPERIMENTO DE “LA STAMPA” TRA POLITICA A SOCIAL
Non è vero che ai più giovani non interessa la politica.
Non sopportano gli strilli da salotto televisivo, ne parlano sempre meno a casa, quasi per nulla a scuola e non conoscono la storia dei partiti.
Nessun fremito per retroscena, correnti e coalizioni volanti. Sanno bene però che con una crocetta e una matita si può disegnare il futuro: ecco perchè non si fidano di slogan e grandi promesse, ma sono a caccia di idee innovative e soluzioni concrete ai problemi di tutti i giorni.
#Tivotose è un esperimento tra la politica e i social network, iniziato lo scorso aprile con un bando rivolto a chi si troverà a votare per la prima volta il sindaco, senza avere le idee troppo chiare.
Tra Milano, Torino e Roma abbiamo selezionato trenta giovani appassionati della propria città , per poi accompagnarli passo passo alla scoperta dei candidati.
Si inizia con la lettura dei programmi elettorali, quando ci sono.
Prima lezione, non così scontata: cosa può fare e cosa no un sindaco?
Stabilite le competenze, abbiamo raccolto le loro domande, rigorosamente video: nate e condivise via smartphone su Facebook, Twitter e Instagram.
Che sia la meglio organizzata Torino o la più caotica Roma, tra i temi più dibattuti ci sono i trasporti.
In Piemonte l’idea è aumentare il bike sharing, a Milano i ragazzi sognano una prateria di piste ciclabili, mentre nella Capitale sono i bus che proprio non vanno. Altro tema assai sentito, il wi-fi: non c’è, da nessuna parte. E quando c’è non funziona.
I romani vorrebbero le strade pulite, i torinesi la raccolta differenziata in tutti i quartieri.
Pochi spunti sulla sicurezza, nessuno sull’immigrazione: si ha più paura di scivolare con lo scooter sul pavè o cadere dalla bici per colpa di una buca che essere aggrediti per strada.
E la statistica è dalla loro parte. C’è voglia di recuperare, valorizzare.
Che si tratti dei torinesi Murazzi, delle caserme abbandonate, degli immobili confiscati alla mafia oppure dei centri sociali, tutti vogliono sapere in che modo potranno essere riportati in vita, meglio se trasformati in incubatori per start up, sale prove, cinema e laboratori.
Con qualche eccezione bipartisan, tutti i candidati hanno risposto di buon grado: molti in video, dimostrando una predisposizione assolutamente social.
L’età conta nella familiarità con i social network? Basta una sbirciata all’account Instagram di Piero Fassino per capire che no, basta la buona volontà .
Secondo passo: andare con i ragazzi sul campo per testare la disponibilità dei candidati.
Virginia Raggi si siede a terra – «Che mi date del lei?» -, Alfio Marchini si presta a domande e selfie, mentre a giudizio dei ragazzi Beppe Sala nella sua passeggiata elettorale tra i negozianti stringe molte mani, ma non si ferma a parlare con nessuno. Ultimo — o penultimo, in caso di ballottaggio — step è il giudizio finale.
I ragazzi di #Tivotose #Milano per esempio hanno scelto le pagelle. A
prendere il voto più alto è Basilio Rizzo, «premio brevitas e premio simpatia per il video selfie», ultimo in classifica Gianluca Corrado, perchè «Milano tutta elettrica entro il 2020 è un tantino utopistica».
Non sappiamo chi sceglieranno i ragazzi domenica, ma una cosa è certa: sarà un voto meditato.
Non di cuore, ma di testa.
Nadia Ferrigo
(da “La Stampa”)
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