NOMINE E SOLDI, UN BOCCONE PRELIBATO PER IL NEO MINISTRO SAVERIO ROMANO
AL CHIACCHIERATO NUOVO MINISTRO DELL’AGRICOLTURA FONDI EUROPEI E POSTI CHE FANNO GOLA….C’E’ DA NOMINARE IL NUOVO CAPO DELLA FORESTALE, UN CORPO DI 40.000 UOMINI…GLI ACCORDI SOTTOBANCO DI ROMANO CON LA LEGA PER AVERE IL VIA LIBERA DA BOSSI
Come da tradizione, l’allievo ha superato il maestro.
Perchè anche Calogero Mannino, storico leader della Dc siciliana, fu nominato ministro dell’Agricoltura nel bel mezzo di un processo per concorso esterno in associazione mafiosa: condanna in secondo grado a 8 anni, annullata in Cassazione, e poi assoluzione finale nel 2008.
Ma Saverio Romano, suo giovane discepolo nel travagliato percorso Dc-Udc-Pid, è riuscito a occupare la prestigiosa poltrona nonostante due procedimenti giudiziari dagli esiti ancora aperti. Anzi: apertissimi.
Perchè i pm di Palermo intendono chiedere alla Camera l’autorizzazione a utilizzare le intercettazioni tra l’onorevole Romano e Gianni Lapis, il tributarista di Vito Ciancimino già condannato per riciclaggio, per sostenere l’accusa di “corruzione aggravata dall’aver favorito l’associazione mafiosa”.
Resta viva anche l’ipotesi di concorso in associazione mafiosa: chiesta l’archiviazione, si deciderà il prossimo primo aprile, sempre a Palermo.
Dunque un vasto ventaglio di variabili giudiziarie, alcune delle quali farebbero traballare la nomina “con riserva” del neoministro.
Ma Romano sembra sicuro del fatto suo.
Nel primo giorno di lavoro ha deciso una nomina ad effetto: il nuovo capo di gabinetto è Antonello Colosimo, già vicepresidente vicario del disciolto Alto commissariato per la lotta alla contraffazione, consigliere della Corte dei conti, nonchè funzionario alla Presidenza del Consiglio e al ministero dei Lavori pubblici.
Il problema è che il nome di Colosimo spunta nelle indagini sulla Protezione civile sul terremoto. “Tu non hai capito niente! Tu devi far fare sempre a me” dice Colosimo a Francesco Piscicelli, l’imprenditore che rideva nella notte dell’Aquila.
E per il quale si muove chiedendo una mano direttamente a Corrado Passera essendo il Piscicelli a corto di denaro.
L’amministratore delegato di Intesa non è disponibile, e Colosimo si agita: “Vediamo come dobbiamo venirne fuori perchè questa non è una situazione nella quale possiamo rimanere, lo capisci — dice ancora a Piscicelli —. Bisogna venirne fuori ma rapidamente se no veramente… qua sì… passiamo tutti un brutto momento”.
Invece il momento è propizio ora che al ministero ci sono un sacco di cose da fare. Innanzitutto l’annosa riforma della Pac, la politica comunitaria che consegna ogni anno all’Italia 8 miliardi di euro.
Fondi su cui l’Europa tiene gli occhi aperti, ma che possono essere orientati dal governo.
In quale direzione?
Tutti guardano a sud, ed è certo che le regioni meridionali avranno grande attenzione.
Anche perchè negli ultimi tempi la terra è tornata un ottimo investimento per i miliardi di euro rientrati con lo scudo, mentre i vasti capitali sottratti alle mafie hanno ulteriormente arricchito un piatto ormai decisamente goloso sia per la produzione agricola che per l’ampio sistema della trasformazione alimentare.
Ma al nord potranno stare sereni: l’assoluto silenzio della Lega sulla nomina di Romano è indice di un accordo già chiaro.
Ognuno padrone a casa sua, salvo invasioni più o meno barbariche in un settore ampiamente spolpato dalle compagnie estere: vedi caso Parmalat, su cui il ministro ha promesso di dire la sua, o l’assalto al nostro olio, con la Spagna che controlla il 60 per cento dei marchi – cosiddetti – made in Italy.
Insomma l’Italia dovrebbe finalmente cominciare a difendere il proprio brand agroalimentare organizzando una solida politica di ottimizzazione e rilancio delle attività agricole, ma tra gli addetti ai lavori non circola grande entusiasmo.
Ci è andato giù pesante Francesco Pionati, portavoce dei Responsabili: “Noi abbiamo l’immagine di persone perbene — ha detto in un fuorionda catturato da Exit —. I siciliani so’ siciliani. Se vado a nord con Romano sul palco non faccio altro che raccogliere ortaggi, è una situazione pericolosa”.
“La nomina di Saverio Romano è uno dei punti più bassi della storia della Repubblica” ha invece detto ieri Pier Luigi Bersani. Aggiungendo: “Inutile che Berlusconi continui a impastare, il governo non è più stabile”.
Ma al ministero girano altra farina. In ballo diverse cariche interne e soprattutto il boccone pregiato di Capo della Forestale.
Il candidato ufficiale di Galan era Giuseppe Ambrosio, storico dirigente finito recentemente sotto accusa per la rapida carriera fatta al ministero da moglie e segretaria grazie a esotici diplomi di laurea made in Malta.
Silurato al volo da capo gabinetto, Ambrosio difficilmente potrà ottenere l’ambita promozione forestale.
Un ruolo di grande prestigio, al vertice di un corpo militare che conta 40mila uomini e una poltrona nel Consiglio della presidenza della Repubblica.
Chissà se Romano vorrà sfidare la sensibilità di Giorgio Napolitano anche in quella sede.
Chiara Paolin
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply