NON CI AVEVAMO PENSATO
IN CASO DI CONFLITTO LE NOSTRE DIVISIONI POTRANNO RISALIRE LO STIVALE IN UN BALENO
Non c’è niente di particolarmente riprovevole nel fatto che il governo italiano, per convincere l’Europa di quanto sia irrinunciabile il Ponte sullo Stretto, ne abbia sottolineato l’importanza strategico-militare. Diciamo che non era richiesto: è implicito che i ponti, ognuno a modo suo, abbiano la loro importanza militare, che debba passare una colonna di carrarmati o un soldato con la carriola si fa molto prima.
Non per caso le prime infrastrutture a essere bombardate, o minate, sono i ponti e le ferrovie. Poi si passa, specie negli ultimi tempi, ad altri obiettivi: ospedali, fermate d’autobus, condomini civili, tendopoli di profughi. Là dove si annidano gli esseri umani, che sono tutti potenziali terroristi, soprattutto i bambini che sono potenziali per antonomasia.
Dobbiamo ammettere, però, che non ci avevamo pensato, al Ponte sullo Stretto come urgente sostegno alla difesa della Patria. La lunga (presto secolare) mitologia del Ponte ce l’aveva ammannito in cento maniere, perfino, su una vecchia copertina della Domenica del Corriere, attraversato da un carretto siciliano, perché da noi il pittoresco è un genere che va molto.
Ma un corteo di autoblindo, nei numerosi plastici e simulazioni allestiti fino a qui (l’opera può vantare, a tutt’oggi, zero mattoni, ma milioni di modellini e disegnini, e una quantità di scartoffie che, rovesciata in mare, basterebbe a colmare lo Stretto e consentire il passaggio a secco di qualunque mezzo), non s
era mai visto.
Nella prossima occasione deputata alla magnificazione del Ponte — non può che essere da Bruno Vespa — ci piacerà vedere su quell’ardita struttura anche qualche soldatino. Così da rassicurarci: in caso di conflitto, le nostre divisioni di stanza in Sicilia potranno risalire lo Stivale in un baleno. Solo una breve sosta in autogrill.
(da La Repubblica)
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