ORA LA DESTRA EMETTE FATTURE AGLI SCRITTORI (SOLO SE DI SINISTRA)
L’APOTEOSI DEL RIDICOLO: BOCCHINO CHE ACCUSA LO SCRITTORE SCURATI DI AVER FATTO I SOLDI CON LA TETRALOGIA DEDICATA A MUSSOLINI
Sarà che l’egemonia culturale si può misurare anche a peso. E che in certi casi si fattura persino. Sarà che la destra ha fretta di recuperare il tempo perduto e rivendicare i diritti d’autore che le consentono di sviluppare questa grande controffensiva mediatica e letteraria.
È certo che l’ultimo conflitto aperto con gli scrittori ostili al nuovo corso verte sul pingue bottino realizzato – diciamo così – sulla pelle dei grandi idoli della destra.
Così qualche sera fa Italo Bocchino, portavoce ufficioso di Giorgia Meloni, ha accusato Antonio Scurati di aver fatto i soldi, allargando ancora di più la sua fetta di notorietà, con il suo M, la tetralogia dedicata al fascismo e a Benito Mussolini.
Rivendicando la titolarità assoluta all’eredità politica del dittatore italiano (nel simbolo di Fratelli d’Italia la fiamma arde) Bocchino ha incolpato Scurati: perché non ha scritto la biografia di Togliatti invece che di Mussolini, eh? Facendo intendere che la grandezza del primo neanche è comparabile con quella del secondo, e poi che in ogni caso i comunisti restano aridi di portafoglio anche post mortem.
Il filo conduttore della fatturazione – da ritenersi in questo caso come elemento mistificatore della egemonia culturale – l’ha poi ripreso Giorgia Meloni che ha imputato a Roberto Saviano di aver conosciuto la notorietà e la ricchezza scrivendo di camorra, amplificando le gesta dei cattivi, dei delinquenti. E non come sta facendo lei, ripulendo il territorio dal malaffare. Di Caivano, il luogo evento della trasformazione dello Stato nell’opera meloniana, nessuno parla, lamenta la premier.
Prima della presidente del Consiglio gli stessi camorristi avevano accusato Saviano di aver fatto i soldi con il loro sangue versato, in senso proprio e metaforico. Da quel dì Saviano vive infatti sotto scorta.
(da Il Fatto Quotidiano)
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