OSCAR DELLE FAKE NEWS: CLAMOROSO ERRORE NELL’ANNUNCIO DEL MIGLIOR FILM
NON VINCE IL “TRUMPIANO” E BUONISTA LA LA LAND, MA IL CONTROVERSO AMORE BLACK E GAY DI MOONLIGHT
È stata una serata memorabile, surreale è dir poco, una di quelle che se l’avesse scritta il migliore degli autori, non sarebbe mai riuscita così bene.
L’89esima edizione degli Oscar sarà ricordata per un errore che è arrivato nel finale che in uno show televisivo non è mai stato così “grande”.
Poco dopo le sei del mattino, orario italiano, per celebrare i cinquant’anni di uno dei film più popolari della storia di Hollywood, Bonnie&Clyde (di Arthur Penn), salgono sul palco i protagonisti Warren Beatty e Faye Dunaway per annunciare il vincitore della categoria più importante, il Miglior Film.
È Beatty ad annunciare la vittoria di La La Land, il musical di Damien Chazelle che per questa edizione ha ricevuto quattordici candidature, diventate poi sei statuette. Seguono applausi e lacrime con l’intero cast sul palco e i produttori che ringraziano con tanto di Oscar in mano.
Stiamo per andare a dormire e spegnere la tv, ma all’improvviso c’è qualcuno sul palco che segnala l’errore.
Incredibile, ma vero, il vincitore non è il film di Chazelle, ma Moonlight di Barry Jenkins, gridato al mondo con un vero e proprio colpo di scena.
Come è stato possibile? Presto arriva la spiegazione: Warren Beatty ha ricevuto la busta sbagliata.
Quella precedente, con l’annuncio della migliore attrice sulla quale c’era scritto “Emma Stone, La La Land”.
A confermare il tutto, il presentatore della serata, Jimmy Kimmel, che mostra la busta — quella giusta — con il nome del vero vincitore, e saluta il pubblico dicendo che sapeva che “avrebbe rovinato il tutto prima della fine”.
Promette tra lo stupore generale di “non tornare mai più”.
La serata aveva avuto un inizio dance con Justin Timberlake che si è esibito con Can’t stop the feeling, facendo scatenare tutto il pubblico del Dolby Theatre di Los Angeles, con le battute del presentatore – che ha riservato buona parte del monologo iniziale al presidente americano Donald Trump citando “la sopravvalutata Meryl Streep”, salutata dall’intera sala con una lunga standing ovation.
Niente Oscar per “Fuocoammare”, il toccante film di Gianfranco Rosi che lo scorso anno conquistò l’Orso d’Oro al Festival di Berlino, ma guai a parlare di delusione, perchè essere lì è stata già una vittoria.
Senza ombra di dubbio, il film è un indiscutibile successo internazionale che ha fatto conoscere al mondo gli sbarchi di Lampedusa e lo straordinario lavoro di Pietro Bartolo, il medico che da oltre venticinque anni accoglie i migranti “nell’isola degli sbarchi” vivendo in prima persona quella che è stata definita la più grande emergenza umanitaria del nostro tempo.
Un grande esempio di coraggio e di impegno civile, uno straordinario monito contro l’indifferenza di chi non vuol vedere, ma l’Oscar per il miglior documentario è andato a “OJ: made in America” di Ezra Edelman, il più lungo mai candidato dagli Academy (dura otto ore), una saga sulla razze, sulla celebrità , i media, la violenza e il sistema della giustizia americana.
L’Italia può però ritenersi a suo modo soddisfatta, perchè è riuscita ad assicurarsi l’ambita statuetta per l’hair & make up: a vincerla, assieme a Christopher Nelson, Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini per il blockbuster “Suicide Squad”.
“Sono un italiano, sono un emigrante e lo dedico a tutti gli emigranti come me”, ha detto Bertolazzi nel suo discorso di ringraziamento. L’italo-americano Alan Barillaro ha vinto l’Oscar per il miglior Cortometraggio d’animazione grazie al sorprendente “Piper”, il corto prodotto dai Pixar Animation Studios che racconta la storia di un piccolo piovanello che deve imparare a procurarsi il cibo e affrontare la propria idrofobia sotto lo sguardo amorevole della sua mamma.
Il miglior film straniero è andato invece a “Il cliente” del regista iraniano Asghar Farhadi, non presente alla serata per protesta contro la legge anti immigrazione di Trump.
Ad annunciare il vincitore, sul palco, Charlize Theron e Shirley MacLaine, accolta con una standing ovation seguita dalla lettura delle parole del regista: “La mia assenza è un atto di rispetto verso i miei concittadini e quelli di altri sei paesi che hanno subito una mancanza di rispetto per una legge disumana. Dividere il mondo in due categorie, noi e i nostri nemici, porta alla paura”.
Il tweet
“Donald Trump, sei sveglio?”, scrive Jimmy Kimmel, il presentatore della 89ma edizione degli Academy Awards, al presidente degli Stati Uniti, un tweet scritto in diretta televisiva e condiviso centinaia di migliaia di volte.
Kimmel si chiedeva infatti come mai Trump non avesse ancora twittato qualcosa sulla notte degli Oscar. Poi scrive un secondo messaggio (“Meryl dice ciao”): si riferisce a Meryl Streep, che ai Golden Globes si era espressa contro il neo-presidente, e che Donald Trump aveva poi definito “attrice sopravvalutata” proprio su Twitter.
Oscar is blac
Dopo le polemiche dello scorso anno sugli Oscar troppo bianchi, la rivincita per gli attori afro-americani è arrivata. Vincono Mahershala Ali per Moonlight (oltre al Miglior Film) e Viola Davis, migliore attrice non protagonista per “Barriere”. Toccanti le parole della Davis: “La nostra è l’unica professione che può celebrare il significato della vita vissuta”.
OSCAR 2017 — Tutti i premiati:
Miglior film – “Moonlight”, Dede Gardner, Adele Romanski, Jeremy Kleiner Moonlight
Miglior attore – Casey Affleck, Manchester by the Sea
Miglior attrice – Emma Stone, La La Land
Miglior regista – Damien Chazelle, La La Land
Miglior attrice non protagonista – Viola Davis, Barriere
Miglior attore non protagonista – Mahershala Ali, Moonlight
Miglior film straniero – Il cliente, Asghar Farhadi
Miglior film d’animazione – Zootropolis, Byron Howard, Rich Moore, Clark Spencer
Migliore sceneggiatura originale – Manchester by the Sea, Kenneth Lonergan
Miglior canzone originale – City Of Stars (La La Land) Justin Hurwitz, Benj Pasek, Justin Paul
Migliore colonna sonora – La La Land, Justin Hurwitz
Miglior sceneggiatura non originale (La La Land) – Barry Jenkins, Tarell Alvin McCraney
Miglior fotografia – Linus Sandgren, La La Land
Miglior montaggio – John Gilbert, Hacksaw Ridge
Migliori effetti speciali – Il libro della giungla, Robert Legato, Dan Lemmon, Adam Valdez,
Miglior cortometraggio d’animazione – Piper, Alan Barillaro, Marc Sondheimer
Migliore scenografia – David Wasco, La La Land
Migliore scenografia – Sandy Reynolds-Wasco, La La Land
Miglior sonoro – Andy Wright, Hacksaw Ridge
Miglior Costumi – Animali Fantastici e dove trovarli
Miglior documentario – O.J.: Made in America
Miglior corto documentario – The White Helmets
Miglior cortometraggio – Sing
Miglior trucco – Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson. Suicide Squad
(da “Huffingtonpost”)
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