“PATRIK MI HA SPINTA DI LATO E MI HA SALVATO LA VITA”: L’EROE DEL GHANA ORA LOTTA PER LA VITA
LA FRANA DI ARENZANO L’HA COLPITO MENTRE FACEVA UNA PASSEGGIATA: HA PENSATO SOLO A METTERE IN SALVO L’AMICA
Sono riusciti i due interventi chirurgici alla testa cui è stato sottoposto Patrick Lumda Ngandu, il quarantenne originario del Ghana ferito in modo grave ieri nella frana caduta sull’Aurelia ad Arenzano che ha costretto tra l’altro a deviare la corsa ciclistica Milano- Sanremo.
Le due lunghe e delicate operazioni di neurochirurgia e di maxillo facciale hanno avuto esito positivo, si apprende in ospedale, ma per definire le condizioni del ferito sono necessari ulteriori esami.
L’uomo, che è in coma indotto, dovrebbe essere sottoposto già oggi ad una nuova tac. La sua compagna è invece rimasta solo contusa.
«Un boato, tremava tutto, sembrava che cadesse la strada. Patrick mi ha gridato “attenta” e spinto quel tanto da mettermi al riparo, poi è stato colpito da quella pietra enorme…».
Una gamba ricoperta di lividi, come la mano. Antonella Torchio, infermiera di 43 anni di Asti, è seduta davanti all’ingresso del reparto di rianimazione dell’ospedale Galliera.
Dietro quelle porte lotta tra la vita e la morte il suo amico, Patrik Ngandu Lunda, 40 anni, sanremese, l’uomo travolto dalla frana del Pizzo, ieri mattina, ad Arenzano.
«È successo tutto all’improvviso – racconta l’infermiera – Stavamo camminando sulla passeggiata poi abbiamo sentito un boato. Io credevo si fosse ribaltato un camion sull’Aurelia, che in quel punto passa poco sopra la strada pedonale, alla fine però abbiamo visto quella pioggia di massi. Sembrava che stesse cadendo la montagna…».
Occhi lucidi, voce spezzata dal dolore. Antonella Torchio arriva all’ospedale Galliera dove è ricoverato in condizioni disperate l’amico, nel primo pomeriggio. «La cosa più importante è che ce la faccia. Deve farcela. Ha salvato me, deve salvarsi anche lui»
(da “il Secolo XIX”)
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