PERCHE’ IL PROCURATORE BRUTI LIBERATI HA DICHIARATO CHIUSO IL CASO RUBY: AVEVA PAURA DI PERDERE L’INCHIESTA
CONTRASTI E URLA IN PROCURA: INTERROGANDO LA FIORILLO AVREBBE DOVUTO APRIRE UN FASCICOLO CONTRO FUNZIONARI DELLA QUESTURA E A QUEL PUNTO L’INCHIESTA, COINVOLGENDO UN MAGISTRATO, SAREBBE STATA TRASFERITA A BRESCIA… SE LA MINETTI FOSSE ACCUSATA DI ABBANDONO DI MINORE E FALSE DICHIARAZIONI PER IL PREMIER SCATTEREBBE IL CONCORSO NEL REATO….SONIA ALFANO: “BRUTI LIBERATI DEVE PAGARE IL CONTO DELLA SUA NOMINA?”
Negli ambienti di Palazzo di Giustizia circola solo una versione: è stata la paura di perdere l’inchiesta a spingere il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati a chiudere la tranche del caso Ruby relativo al comportamento della questura.
E soprattutto a non voler ascoltare il magistrato dei minori Anna Maria Fiorillo che ora contesta le conclusioni di Maroni e del procuratore.
Se fosse emerso infatti che la Fiorillo era stata raggirata, l’intero fascicolo avrebbe dovuto finire in un’altra procura, quella di Brescia.
Sono in molti ad avere udito urla violentissime provenienti dagli uffici di Ilda Bocassini, lo storico pm milanese che ha raccolto la deposizione del questore, e altrettanti ricordano la freddezza tra “la rossa” e il procuratore nei giorni successivi.
Per arrivare alla decisione sofferta di dichiarare che “almeno per una parte del caso, quella relativa alle procedure seguite in questura, nessuna norma è stata violata” in realtà c’è stata una forte spaccatura alla Procura milanese. Bruti Liberati è stato irremovibile nel non voler ascoltare la versione della Fiorillo: salva la questura, salvo (per ora) il premier.
Ma sono in tanti a contestare questa scelta e a chiedersi perchè Nicole MInetti non sia stata accusata di false dichiarazioni e di abbandono di minore.
Reati che permetterebbero di contestare al premier quegli stessi reati in concorso, come ispiratore e istigatore.
L’europarlamentare Idv Sonia Alfano è andata oltre: “Bruti Liberati deve forse pagare il conto?”.
Il riferimento è al 10 giugno, quando il magistrato è stato nominato dal Csm procuratore della Repubblica di Milano.
Lui, esponente di spicco della corrente di sinistra di “Magistratura Democratica”, raccolse in quell’occasione anche i voti dei laici del Pdl: 21 voti totali su 25, un plebiscito piuttosto insolito.
Rimane il motivo di fondo: c’è una norma precisa che impone lo spostamento di tutte le carte ad altri magistrati e ad altra sede se un pm diventa parte lesa. Se la Fiorillo avesse affermato di essere stata raggirata e ingannata sarebbe stato impossibile negarle lo status di vittima di un reato.
Quindi meglio non sentirla, così la Procura di Milano non ha perso l’inchiesta.
Ma per evitare un terreno scivoloso, Bruti Liberati, magistrato di sinistra, ha davvero reso un servizio alla ricerca della verità o non ha finito, in ultima analisi, per insabbiarla?
Perchè o la Fiorillo mente ( e non ci sembra questo il caso) o qualcuno ha avuto interesse a farla tacere.
Solo per non perdere l’inchiesta?
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