PIZZAROTTI, IN CASO DI ESPULSIONE, PREPARA IL RICORSO AL TAR
INTERVISTA AL BRACCIO DESTRO MARCO BOSI: “VOGLIAMO DARE UNA LEZIONE POLITICA”
Una “lezione politica”.
Ormai convinto che nessuno del direttorio arriverà a Parma per un confronto faccia a faccia e che l’espulsione prevista arrivi dopo la scadenza di domenica (o al massimo lunedì), Federico Pizzarotti affila gli artigli e nell’eventualità si prepara ad un ricorso al Tar, certo che nel caso di espulsione sarà riabilitato.
Già , potrebbe accadere così: se il direttorio dovesse bocciare le controdeduzioni che il sindaco di Parma sta impostando in sua difesa dopo la sospensione per mancata trasparenza, scatterebbe l’espulsione e un successivo ricorso al Tribunale del Riesame che, sostengono avvocati vicini alla causa di Pizzarotti, secondo la legge dovrebbe riammettere il sindaco dentro il MoVimento.
E allora che accadrebbe?
“Per un anno almeno si vivrebbe da separati in casa” racconta Marco Bosi, capogruppo M5s in Consiglio comunale a Parma e strettissimo collaboratore del sindaco. Con Pizzarotti a Corfù (tornerà giovedì) è lui che lo sta aiutando a raccogliere le controdeduzioni.
In che cosa consistono le controdeduzioni di Pizzarotti? E quando saranno presentate?
“Sono una serie di documenti per dimostrare che noi non abbiamo violato nessuna regola. Sto aiutando a raccogliergli insieme agli avvocati e dovremmo discuterne giovedì con il sindaco e poi inviarle penso per venerdì. Abbiamo spulciato tutte le regole, statuti, regolamentini del M5s e pensiamo di non aver violato alcuna procedura. Anzi, dimostreremo anche che sono loro ad aver detto il falso”.
Si spieghi meglio. Chi avrebbe mentito?
“Le faccio un esempio. Dopo Pizzarotti un altro sindaco M5s, Fucci di Pomezia, ha raccontato di essere stato indagato (poi archiviato) ma non aver detto nulla. Di Battista e Di Maio hanno dichiarato che il caso Fucci era minore, perchè si trattava solo di una querela. Falso, se si leggono le carte Fucci oltre a una querela era imputato per omissione di atti di ufficio (328 c.p). Perchè loro hanno mentito su questo? Oppure dobbiamo pensare che quelli del direttorio, che vorrebbero fare le leggi e le riforme di un Paese, non sappiano nemmeno leggere le carte? Con rispetto per Fucci, che ammiriamo e difenderemo a spada tratta se ci fossero problemi, io credo che qui ci sia un doppio pesismo non più ignorabile”.
Con questo clima l’espulsione, anche se a meno di un mese dalle amministrative, appare inevitabile.
“Al momento la tendenza di rimanere dentro credo sia pari allo zero. Se Di Maio venisse a Parma a parlare sarei felicissimo, ma dubito lo farà . Per ora noi lavoriamo solo alle controdeduzioni e poi, se ci sarà l’espulsione, agiremo di conseguenza”.
Facendo causa?
“Con un ricorso al Tar (anche se in realtà dovrebbe trattarsi del tribunale civile, ndr). Federico vuole restare nel MoVimento, quello degli inizi, quello in cui crede. Non vuole essere cacciato per regole che non esistono. Ci siamo confrontati anche con altri avvocati che ci dicono che l’obbligo o la richiesta di pubblicare documenti o informare associazioni dell’informazione di garanzia non è scritto da nessuna parte. Anzi, è anticostituzionale perchè si tratta di un documento privato, che informa solo la persona. E su questo pensiamo che il tribunale del Riesame ci darebbe ragione”.
Però Nogarin ha pubblicato. E poi il sindaco che farebbe, dentro al MoVimento anche se espulso?
“Nogarin non ha pubblicato l’informazione di garanzia, ma il 335, un altro modulo. Eppure se si leggono i suoi post precedenti lui stesso, per “trasparenza”, cita un passaggio dell’informazione di garanzia. Allora perchè non l’ha pubblicata? E perchè è stata omessa la data? Sinceramente non penso male di lui, anzi, credo sia un ottimo amministratore. Ma anche quella pubblicazione non rientra in nessuna regola. E come sono stati poi trattati lui e Federico dimostra che Roma non trattano tutti allo stesso modo. Come ho detto, se sarà espulso, chiederemo il reintegro. Poi si vedrà , c’è da continuare ad amministrare Parma. Rimmarà un separato in casa. Ma almeno avrà dato una lezione politica”.
Una lezione politica?
“Sì, dimostrando di aver agito correttamente e che le regole non possono essere ad personam. Come ha detto lui, in tutta questa vicenda io reputo Grillo in buona fede, ma davvero mal consigliato. Una lezione politica che per amministrare, che sia una città o un Paese, ci vogliono incontri di persona fra i membri del M5s, ci vogliono regole chiare. Lo sa, a che mi risulti è ancora in vigore la regola di non partecipare ai talk show. Quanti parlamentari M5s dovrebbero essere espulsi allora?”.
Diversi attivisti e anche qualche parlamentare, oltre che sindaci, si sono schierati dalla parte di Pizzarotti. Pensa che se dovesse essere espulso ci sarà una scissione nel MoVimento?
“Non lo so. Ci sono tanti “puristi” del MoVimento che tempo fa ci guardavano male per via delle incomprensioni con Grillo ma ora ci dimostrano vicinanza perchè hanno capito che Federico, così come molti in Emilia, Toscana e Liguria, è rimasto fedele ai primi principi del Movimento. Lo seguiranno? Io non so dirlo. Ai tempi anche dopo il caso Favia si parlò di scissione. Ma M5s, nonostante i vari espulsi, è andato avanti comunque. Certo, dovesse essere cacciato un sindaco di una città importante forse le cose cambierebbero e se si parla di scissione si arriverebbe forse a un “ora o mai più”. Ma chi può dirlo?”.
(da “Huffingtonpost”)
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