PROCESSO A MARINE LE PEN: L’ACCUSA CHIEDE 5 ANNI DI CARCERE E L’INELEGGIBILITA’
SE CONDANNATA NON POTRA’ PRESENTARSI ALLE ELEZIONI… IL REATO DI APPROPRIAZIONE INDEBITA DI FONDI DEL PARLAMETO EUROPEO PER FINANZIARE IN REALTA’ IL PARTITO
Il rischio della pena d’ineleggibilità diventa sempre più concreto per Marine Le Pen. Nel processo sui fondi europei, la pm ha infatti chiesto per la leader del Rassemblement National la pena massima: cinque anni di ineleggibilità accompagnata da una “esecuzione provvisoria”. Significa che in caso di condanna, un eventuale ricorso di Le Pen non avrebbe la sospensiva. E che quindi di fatto Le Pen non potrebbe correre per la presidenziale prevista nel 2027.
Una pena del genere, ha sottolineato la pm nella sua requisitoria chiedendo anche una pena di cinque anni di reclusione, “significherebbe proibire agli imputati di presentarsi alle future elezioni locali o nazionali”
E’ un duro colpo per Le Pen che ha assistito a quasi tutto il processo ed era seduta in prima fila con altri esponenti del partito quando è stata pronunciata la requisitoria dell’accusa. Il processo è ancora in corso, e la sentenza è prevista entro primavera, ma la leader di estrema destra ha reagito con forza alla pena richiesta. «Vogliono escludermi dalla vita politica» ha dichiarato con i giornalisti uscendo dal palazzo di Giustizia, denunciando la «violenza» della requisitoria. Le Pen è accusata di presunta appropriazione indebita di fondi del parlamento europeo per finanziare il suo partito.
L’indagine è partita dieci anni fa da una denuncia dell’allora presidente dell’europarlamento Martin Schulz e si è concentrata su quello che la Procura definisce “un complotto per attribuire al parlamento europeo buona parte delle spese del Front National, poi ribattezzato Rassemblement National”.
I fatti risalgono a un periodo compreso tra il 2004 e il 2016 quando l’allora Front National avrebbe usato i fondi versati ad assistenti parlamentari degli eurodeputati per finanziare invece il funzionamento a Parigi. In pratica, questi fondi dell’Ue non sarebbero stati usati per finanziare il lavoro di persone presso l’emiciclo di Strasburgo.
La requisitoria dell’accusa arriva nei giorni in cui il patriarca Jean-Marie Le Pen, 96 anni, è ricoverato in ospedale. La famiglia che ha guidato l’estrema destra nell’ultimo mezzo secolo è a un bivio. E l’andamento del processo s’intreccia ora con la situazione politica francese. Il rischio di ineleggibilità potrebbe convincere Le Pen, che si pone come vittima di un “accanimento” giudiziario, ad accelerare la caduta del governo di Michel Barnier, di fatto appeso alla non sfiducia dei deputati del Rassemblement National.
La leader del Rn può essere tentata di spingere verso nuove elezioni o addirittura una presidenziale anticipata, anche se Emmanuel Macron ha sempre smentito possibili dimissioni. D’altro canto, il delfino della leader, Jordan Bardella, sembra già prepararsi a un’eventuale successione. Bardella ha appena pubblicato un libro-biografia stampato in 150mila copie dal gruppo editoriale di Vincent Bolloré. E il titolo, “Ce que je cherche” (Quello che cerco), sembra un manifesto per una futura candidatura all’Eliseo.
(da agenzie)
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