REATO DI CLANDESTINITA’: DOPO SEI MESI, TUTTO COME PRIMA, ENNESIMO FLOP DI MARONI
POCHI PROCESSI E TANTE ARCHIVIAZIONI, QUASI INESISTENTI LE SENTENZE, RARE LE AMMENDE..SI APPLICA IL VECCHIO DECRETO AMMINISTRATIVO DI ESPULSIONE “FAIDATE”: L’INVITO CORTESE A LASCIARE IL PAESE A CUI NESSUNO OTTEMPERA…E MARONI CONTINUA A SPACCIARLE PER ESPULSIONI REALI
Reato di clandestinità , sei mesi dopo: come nei migliori romanzi “noir”, il lettore-elettore, dopo aver dato una scorsa a una trama in verità banalotta, sfoglia incuriosito le ultime pagine per almeno sapere chi è l’autore del delitto. In verità il colpevole non va ricercato nelle ultime righe, forse si tratta dell’autore stesso del libro che non ha saputo sviluppare una trama decente. Edito da “consiglio dei ministri”, pubblicizzato servilmente dai media, elargito in migliaia di copie omaggio, in traduzione dialettale, ai giovani padani che almeno potranno dire agli eredi di aver letto un libro in vita loro, il giallo si è già tramutato in farsa.
Il reato di immigrazione clandestina, introdotto dal “pacco sicurezza” (legge 94/2009), in vigore dall’ 8 agosto, quello che avrebbe dovuto permettere, grazia alla Lega, di espellere decine di migliaia di immigrati clandestini dediti a delinquere, ha già fatto flop.
Lo dicono i dati, a guardare dal numero delle condanne, quasi inesistenti. Richieste di archiviazione, eccezioni di incostituzionalità , conflitti tra procura e giudici di pace: l’arma letale si è rivelata, come avevamo detto in tempi non sospetti, una pistolina ad acqua.
Ora che Bobo e Umberto, con Cota e Bricolage, loro compagni di merende, ci hanno giocato in spiaggia, possono rivestirsi e tornare a casa per cena, che mamma padagna (quella del magna magna) ha preparato loro la torta (quella da spartirsi, per cui vanno matti).
Ricordate quando decantavano che ora l’ingresso e il soggiorno illegale sarebbero stati severamente puniti con ammenda e espulsione?
Beh avevano scherzato.
Basta fare un giro nelle varie procure italiane.
A Milano sono state 500 le archiviazioni, si contesta la clandestinità come aggravante solo quando un clandestino ha commesso altro reato.
A Genova sono state appena 70 le denunce e solo 12 le condanne (che non vuol dire espulsione).
A Bologna 25 procedimenti, applicata solo l’ammenda. A Firenze solo 12 sentenze di condanna con ammenda relativa. A Napoli i fascicoli del nuovo reato si contano sulle dita di una mano.
Nessuna condanna emessa mai a Palermo, poche denunce anche a Parma, a Bari le poche udienze devono ancora iniziare. A Roma appena 40 processi. In pratica, le espulsioni promesse con la creazione del nuovo reato di immigrazione clandestina non esistono, in quanto, come sostengono i giudici di pace, sono di difficile attuazione.
Si continua col vecchio metodo del decreto amministrativo del prefetto: una bella carta che viene consegnata al clandestino, dove lo si prega di allontanarsi dal nostro Paese.
Carta della quale l’immigrato farà certamente uso diverso da quello istituzionale.
Non è cambiato nulla, siamo al “teatrino della politica”, direbbe il buon Silvio. Magari alla prossima cenetta del lunedì ad Arcore, a base di risottino, coi forchettoni leghisti potrebbe farlo presente.
Non lamentiamoci: lo spottone in tv è stato fatto e molti italiani sono notoriamente bonaccioni e creduloni.
E quando si danno i dati degli espulsi poco importa se sono stati realmente accompagnati al loro Paese di origine o solo “invitati” con garbo a ritornarci. Per la statistica maroniana è la stessa cosa.
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