RENZI PRESENTERA’ “PASSO DOPO PASSO” SENZA SLIDES E SCADENZE
NON VA PIU’ DI CORSA, ORA PARLA DI “PROSPETTIVE”: PASSI IN AVANTI O PASSO DEL GAMBERO?
Non più la velocità super-sonica, che si sta rivelando impraticabile, ma la scoperta dello step by step.
Questo il ripensamento, o il rilancio, che domani all’ora di pranzo Matteo Renzi metterà in scena.
Il rischio della svolta è che, se il premier eccederà nel nuovo gradualismo e nella scoperta dei tempi dilatati al posto della rapidità , il gelato si squagli.
Ma lui non crede di andare incontro a questo pericolo perchè si è dovuto convincere, sulla base di questi primi mesi a palazzo Chigi meno facili del previsto, che la velocità promessa e ripetutamente sbandierata non è possibile.
Dunque domani, nella conferenza stampa del “passo dopo passo”, attraverso i mille giorni che appunto sono diventati mille e non più cento, il premier ha deciso di non presentare un cronoprogramma, ovvero non legherà più la singola riforma a una data e a una scadenza precisa da fissare sul calendario con tanto di cerchietto rosso fuoco.
Il format di “una riforma al mese”, che era stato il suo mantra di successo (“A marzo facciamo la riforma del lavoro, ad aprile della Pubblica amministrazione, a maggio del fisco…” e così via), viene stracciato.
La riforma e il tempo della riforma nel “Renzi di prima” erano un tutt’uno.
Adesso il passo è quello del maratoneta. Dal tempo sprint si passa alla consapevolezza del tempo diluito, e questo perchè secondo il premier bisogna tenere conto di alcuni freni: la palude burocratica, che lui detesta, l’eccessiva lentezza dei ritmi parlamentari e il carattere composito del suo governo (vedi Ncd che, con i suoi paletti piantati nel terreno della giustizia, ha contribuito a rinviare questa riforma almeno negli aspetti del processo penale).
Il pericolo è che l’assenza di cronoprogramma si traduca in una moltiplicazione dei rinvii. Ma Renzi su questo è arcisicuro di sè: “La forza per fare le cose ce l’abbiamo e mille giorni sono il tempo giusto per cambiare l’Italia”.
Dal cronoprogramma si passa insomma alla scaletta delle cose da fare.
Ma la conferenza stampa di domani con la presentazione di un sito ‘ah hoc’ dei mille giorni, sempre “passo dopo passo”, sarà anche l’occasione, per il premier, per ricordare le cose fatte e per dare una prospettiva.
Prima la sua parola d’ordine era “adesso”, adesso la sua parola d’ordine è “prospettiva”.
Si tratta tra l’altro di evitare scivoloni come quello compiuto a proposito della riforma dell’istruzione.
Renzi il 19 agosto disse: “Il 29 agosto sulla scuola vi stupirò”. Poi ha rinviato al 3 settembre il pacchetto Giannini, se è lecito chiamarlo ancora con il cognome della ministra entrata in rotta di collisione con il suo principale.
Domani, durante la presentazione del sito, il premier informerà dunque i cittadini sul nuovo percorso del governo. Percorso più calibrato e che dovrebbe servire a far ripartire, entro mille giorni, un Paese ancora schiacciato da numeri e indici negativi. Intanto Renzi beneficerà del risultato ottenuto a Bruxelles con la nomina di Federica Mogherini ad Alto rappresentante della politica estera.
E nel parlare di ciò che è stato fatto, ricorderà il nuovo Senato approvato in prima lettura a Palazzo Madama prima delle vacanze.
Ma il percorso della riforma (fine del bicameralismo perfetto, nuovo rapporto con le Regioni, abolizione del Cnel) è ancora lungo e insidioso.
Non a caso il Transatlantico di Montecitorio viene soprannominato da decenni “il corridoio dei passi perduti”. Insieme alla riforma elettorale, obiettivi determinanti dei mille giorni, se andranno in porto, saranno la riforma della Pubblica amministrazione e il ‘jobs act’, provvedimento fermo al Senato e che contiene la revisione degli ammortizzatori sociali e il riordino delle forme contrattuali.
E poi, il presidente del Consiglio sa bene che l’indicazione fondamentale sui mille giorni arriverà dalla legge di stabilità che dovrà confermare il bonus di 80 euro e ridurre la pressione fiscale sulle imprese.
Sempre se “il passo dopo passo” sia in avanti, come imporrebbe la formula, e non sia il passo del gambero.
(da “Huffingtonpost“)
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