RIMBORSOPOLI IN VAL D’AOSTA: LA “NON CONSAPEVOLEZZA” ASSOLVE I CONSIGLIERI
SECONDO I GIUDICI, GLI IMPUTATI “NON PENSAVANO DI COMMETTERE UN REATO”…IN NOTA SPESE MAZZANCOLLE, GIOIELLI, BIGLIETTI AEREI E PERSINO IN MOTORINO
Evviva l’ignoranza. Lo dicevamo da piccoli, quando la mamma ci costringeva a fare i compiti a casa, ma ora grazie all’innovativa sentenza dei giudici di Aosta sappiamo di essere sempre stati nel giusto.
Certo, occorre essere anche consiglieri regionali.
Ma dopo, sommando incompetenza e carica istituzionale, potremo anche noi comportarci come bimbi in un negozio di giocattoli il giorno del loro compleanno.
Con i soldi degli altri, quei fessi di cittadini, potremo pagare cene di lusso a base di mazzancolle fresche fatte arrivare per l’occasione; potremo acquistare carne di capra, un motorino, ingaggiare 24 attori per una fantomatica festa della Calabria spendendo la modica cifra di 40.000 euro.
Potremo pagare il volo per Roma alla nostra consorte, potremo acquistare targhe in alluminio per il citofono di casa, potremo mettere a ferro e fuoco De Marchi e Giannotti, la gioielleria di lusso in piazza Chanoux, potremo usare i soldi del nostro gruppo politico per pagare i muratori che ci fanno i lavori in casa, insomma potremo vivere alla grande.
L’unica condizione, tutto sommato un sacrificio accettabile, è quella di non essere consapevole. Come i bambini.
Basta non sapere che stai violando la legge.
D’accordo, il qualunquismo mai, troppo facile dare addosso ai politici che spendono come Gastone mettendo tutto in nota spesa, chi è senza peccato scagli il primo scontrino, e poi così si incentivano i temuti populismi.
Ma insomma, il verdetto del tribunale di Aosta che ha assolto 24 consiglieri regionali in rappresentanza dell’intero arco costituzionale, salvandoli anche dalla restituzione di un maltolto pari a 607.000 euro, sembra fondata su un sillogismo che merita il giusto tributo.
Le spese allegre sono infatti passate in cavalleria sulla base del fatto che manca l’elemento soggettivo del reato.
Quel che ha sostenuto la pubblica accusa è vero, ma cosa volete farci, gli imputati non sapevano che comprare con soldi pubblici un motorino da mettere come premio nella tombola di Natale del partito è una cosa che non si fa.
Nel confermare l’onestà dei suoi politici, la sentenza getta comunque un’ombra sul futuro della Regione, che per proprietà transitiva appare gestita da gente incapace di intendere e volere.
Questi amministratori sono anche legislatori, che però non conoscono la legge, non sanno distinguere il lecito dall’illecito.
Come da prescrizione evangelica, sono stati perdonati, perchè non sapevano quel che stavano facendo.
Ma non importa, fare il consigliere in Val d’Aosta è un sogno, come dice il filosofo Flavio Briatore.
Non svegliateli.
Marco Imarisio
(da “il Corriere della Sera”)
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