“SALLUSTI SARA’ IL NOSTRO FUNERALE”: FORZA ITALIA SI SPACCA
“E’ UNA SCELTA DELLA LEGA, NOI SPARIREMO”… BERLUSCONI REGALA MILANO A SALA
Al di là dell’ottimismo di facciata delle pur scarse dichiarazioni dei vertici lombardi di Forza Italia, l’ipotesi concreta che il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti accetti la candidatura a sindaco per il centrodestra pur di salvare la coalizione a livello nazionale provoca non pochi mal di pancia tra gli azzurri.
La coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini si affretta a precisare che “Sallusti è il candidato ideale per riportare il centrodestra alla guida della città “. Pur ammettendo che si tratta ancora di “un’ipotesi, seppur con il novanta per cento delle probabilità di andare in porto”.
Nel suo partito, però, non sono pochi coloro che, pur non dichiarandolo apertamente, prevedono che se questa candidatura arriverà alle elezioni, “certificherà il funerale di Forza Italia”.
Sallusti per il momento si dice “onorato”, ma precisa che “oggi inizia solo un percorso”.
La verità inconfessata negli uffici della segreteria regionale forzista è che l’ipotesi Sallusti, che finora sembra essere stata l’unica non scartata dal leader della Lega Matteo Salvini tra i nomi proposti da Silvio Berlusconi, non solo spazza via l’idea di applicare anche a Palazzo Marino il modello lombardo tanto caro a Roberto Maroni. Rischia di fare terra bruciata tra il partito di Berlusconi e gli elettori moderati, oltre a quelli dell’Ncd.
Trasformando quello che era nato per essere un partito liberale in una forza di destra, schiacciata su posizioni radicali, filo leghiste.
Come quelle di Sallusti e della sua compagna Daniela Santanchè, che dopo essere finiti sul banco degli imputati nel 2011 perchè ritenuti da molti nel centrodestra tra i principali responsabili della sconfitta di Letizia Moratti dopo una campagna elettorale velenosa, non hanno mai nascosto di caldeggiare una eventuale candidatura a sindaco di Salvini.
Uno scenario che fa presagire a molti forzisti la prospettiva di una nuova Caporetto azzurra, dopo la dèbacle di Sedriano (passato ai Cinque Stelle), con probabili ripercussioni anche in Regione.
Salvini precisa che “Sallusti è una delle proposte” e che “il centrodestra se è unito vince”. Roberto Maroni non si sbilancia: “Mi piace, ma non mi occupo di candidature”. L’Ncd Alessandro Colucci dice che “prima del nome del candidato c’è un problema di metodo”.
Dentro Forza Italia tira tutt’altra aria. “Sia chiaro – si sfoga un dirigente che chiede di restare anonimo – Se ci sarà una sconfitta, cosa praticamente certa, Salvini se la intesterà tutta. Tanto vale dire che regaliamo a Giuseppe Sala e alla sinistra la poltrona di sindaco di Milano. E forse a questo punto non sarà nemmeno poi un male”.
Parole che mal celano l’astio nei confronti del leader della Lega, accusato di aver bocciato tutti i candidati proposti da Berlusconi.
Ultimo in ordine di tempo il ciellino Maurizio Lupi, che alla fine aveva dato, a certe condizioni, la sua disponibilità .
Prima era toccato al costruttore Claudio De Albertis, all’ex sindaco di Segrate Adriano Alessandrini. Tutti caduti uno dopo l’altro come i Dieci piccoli indiani di Agatha Christie sotto la scure di Salvini.
Per non parlare dei rifiuti di Paolo Del Debbio e di Paolo Scaroni, che forse avevano capito subito che nella pentola del centrodestra milanese c’era più fumo che arrosto. “Se ha vinto l’asse Santanchè-Zangrillo – attacca un altro forzista – allora abbiamo il coraggio di ammettere che alla fine Sallusti passerà per essere il candidato della Lega e noi spariremo. Tanto questo è un partito che ormai non ha più nè capo nè coda”.
Andrea Montanari
(da “il Fatto Quotidiano”)
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