SALVINI: DAL TORSO NUDO DEL PAPEETE AL FOGLIO BIANCO DEL SENATO
LEGA IN STATO CONFUSIONALE, NON C’E’ STRATEGIA E SI NAVIGA A VISTA
Nella Lega la confusione è ormai totale. Perchè nel giro di pochi giorni si è passato dal decisionismo più spinto — “chiedo pieno poteri” — all’indecisionismo più che evidente.
Dal ritorno subito al voto, alla riapertura di una trattativa con i 5 stelle con un contratto-bis, ma senza l’attuale presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Insomma, sembra trascorsa un’eternità dal torso nudo del Papeete Beach quando il deejay Matteo Salvini si ergeva a padrone dell’Italia e preparava la scalata a Palazzo Chigi.
Ecco, per scorgere lo stato confusionale di via Bellerio basta sentire il dialogo tra due parlamentari del Carroccio, oggi pomeriggio, nelle vie di Capitale. “Ma insomma domani cosa dobbiamo fare?”, si domanda un luogotenente. Gli fa eco l’altro che a questo punto si chiede: “Quindi, andiamo avanti con la mozione di sfiducia, o presentiamo una risoluzione di sfiducia alle comunicazioni di Conte?”.
Lo stato dell’arte è tale che nessuno sa quali azioni compirà il Capitano della Lega.
Di certo di buon mattino riunirà i senatori per mettere a punto la tattica da seguire nell’emiciclo. E per far conoscere ai suoi quello che potrebbe dire se dovesse aprirsi il dibattito.
Non è dato sapere dove e quando si terrà la reunion del Carroccio. E anche questo è un altro segnale inequivocabile della navigazione a vista di un Capitano che osserva la bussola ma è indeciso sulla rotta.
Sia come sia, dopo le comunicazioni del premier Conte, la Lega potrebbe presentare una risoluzione che sarebbe sottoposta al voto dell’aula.
Ma dai vertici della Lega si fa sapere che “non abbiamo ancora deciso”. Tutto è ancora fluido, come se qualcosa si fosse riaperto e come se il ritorno di fiamma con i cinquestelle sia un’ipotesi non più ascrivibile a fantapolitica.
“Io penso soltanto che sia difficile vedere un governo M5S-Pd”, taglia corto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. E vanno in questa direzione anche le parole di un senatore assai ascoltato dai vertici: “A mio avviso la nota dei 5 stelle è ambigua. Siamo sicuri che abbiano chiuso la porta a Matteo?”.
Ad ogni modo il tutto dipenderà “da quello che dirà e da cosa farà il premier Conte”. Salvini si aspetta un passo indietro dal presidente del Consiglio. Subito, un minuto dopo la fine delle sue comunicazioni. Perchè a quel punto si aprirebbe la crisi.
Se invece il premier dovesse concedere la parola all’Aula, il leader del Carroccio si alzerà e parlerà a braccio guardandolo negli occhi il presidente del Consiglio. Al quale risponderà colpo su colpo se il premier, come filtra, dovesse attaccarlo duramente.
Certo è che in queste ore che precedono l’aula di domani, Salvini si è asserragliato al Viminale, da mattina a sera. A chi lo ha sentito, è apparso “preoccupato” per “il Governo arlecchino di Renzi, Boschi e Prodi”, ma comunque ottimista perchè ritiene che per lui sia win win. “Mai inciuci con Renzi e compagni, mai!”, ha ripetuto nel corso di ogni telefonata. E tutte si sono concluse con la solita frase: “Il meglio deve ancora venire”.
(da “Huffingtonpost”)
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