SCANDALO EXPO, MALTAURO DAL CARCERE: “I PARTITI SI SONO SFARINATI, CONTANO I POTENTATI PERSONALI”
“PER VINCERE GLI APPALTI DEVI ESSERE NEI GRUPPI DI POTERE, DI INFLUENZA E DI GESTIONE”
«Almeno fino agli anni ’90-93, i partiti comunque sia avevano un proprio ordinamento, una gerarchia, una logica, bella o brutta, sbagliata, giusta, questo è un altro ragionamento ».
Adesso invece, è l’analisi del tangentista di Mani pulite prima, e del «Sistema Expo» poi, è una sciagura.
Con una situazione «sfarinata», spiega Enrico Maltauro, cinquantottenne timoniere dell’azienda di famiglia vicentina. Oggi, in Italia, è la cruda visione di chi ha vissuto da dentro questo sistema, i riferimenti non sono più i partiti, «ma hanno caratteristiche assolutamente personali, personalizzate».
Per accaparrarsi gli appalti – giura Maltauro – bisogna essere «nei gruppi di potere, di influenza, di gestione». Ed è per questo che per tentare di rilanciare l’azienda di famiglia – l’indagato tiene a sottolineare che l’anno prossimo festeggerà 100 anni di vita – «ho avuto la necessità , diciamo così, di impostare una mia comunicazione con la, chiamiamola, politica»
È questa la confessione che Maltauro rende ai magistrati milanesi che lo hanno arrestato lo scorso 8 maggio.
Rinchiuso in carcere, a fianco i suoi legali Dedola e Grasso, Maltauro non cerca alibi, ma lucidamente spiega perchè si è affidato prima a Sergio Cattozzo – ex esponente ligure dell’Udc – e poi all’intera cupola di Primo Greganti e Gianstefano Frigerio.
Conferma tutto, con un’analisi quasi sociologica da addetto ai lavori.
Rivolgersi alla cupola? «Uno stato di necessità ». Perchè «una persona che fa il mio mestiere ha l’assoluta necessità di avere un contatto, di avere un interlocutore, di avere un rapporto con le stazioni appaltanti».
Oggi – è il punto su cui ragiona l’imprenditore – «esiste una totale e assoluta invadenza e una dominanza della politica, con le sue diramazioni»
A suo modo, e paradossalmente, è lo stesso capo della cupola Frigerio a confermare l’analisi. Paradossale perchè Frigerio respinge alla radice la ricostruzione dei magistrati milanesi riscontrata dallo stesso Maltauro.
Ma conferma perfettamente la descrizione dell’impianto, a modo suo.
Per raccontare la sua attività lavorativa, il «professore» dice di svolgere «un’attività di rapporti con una serie di imprenditori che venivano a parlarmi dei loro problemi ».
E allora lui, che di professione risolve problemi, si attiva.
Cos’ha fatto, in fondo, Frigerio secondo Frigerio? «Un’attività che in America potrebbe definirsi di lobbying, perchè per lo più venivano presentate delle persone (imprenditori, ndr), ad altri operatori (pubblici ufficiali, ndr ) ».
Frigerio nega le tangenti, ma non l’azione di lobbying.
E in cambio di «finanziamenti ai miei libri e alla loro realizzazione e presentazione, io chiamavo il pubblico ufficiale e gli dicevo “ricevi questo imprenditore, che è molto bravo” ».
Un’attività legittima, secondo Frigerio, il che però cozza con i risultati delle indagini.
E così ammette candidamente di avere fatto da sponda con il Pirellone. «Ho partecipato molte volte a dibattiti sulla Città della Salute (progetto finito nel calderone dell’inchiesta su Expo, ndr), ma in termini di contenuti».
Frigerio dice anche di essere «anche andato a parlare con i pubblici ufficiali in Regione». Lobbying, e non solo. Confessa, senza considerarlo un reato o un fatto disdicevole, come «ad esempio il direttore del Monzino (un ospedale milanese, ndr ), lo mandavo dall’assessore alla Sanità , o dal direttore generale, a spiegargli perchè tecnicamente era utile questa cosa qui (il progetto della Città della salute, ndr ) ».
Sembra secondario al professore sapere che i pm milanesi Gittardi e D’Alessio, siano convinti – come emerge dalle carte – che a finanziare la campagna elettorale proprio di quell’assessore alla Sanità (Mario Mantovani di Forza Italia) del governo regionale targato Roberto Maroni, sia stato proprio lo stesso Frigerio.
E che una volta nominato il nuovo direttore generale della sanità , lo abbia ricevuto nei suoi uffici e fatto incontrare con imprenditori a lui vicini.
Forse, come dice Maltauro, questa è solo la dimostrazione dello «sfarinamento» del sistema.
È il dopo-Mani pulite.
(da “la Repubblica”)
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